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Ableton – Serato: Le Prime Immagini ed Informazioni

Ed ecco le prime immagini dell’interfaccia grafica di Scratch Live v2, capace di integrare un Ableton Live set attraverso una tecnologia denominata Bridge, una sorta di Rewire applicato al digital djing.

Scratch Live v2 aggiunge un numero maggiore di deck, di Effetti e una interazione a due vie tra le piattaforme Ableton e Serato, appunto denominata The Bridge. Adesso abbiamo 4 modalità del display che permettono di visualizzare una interfaccia a 2, 3 o 4 decks. La schermata principale è come sempre piuttosto pulita ed essenziale, in tipico stile Serato e lascia all’utente la libertà di scegliere se espandere o meno l’area relativa alla libreria delle tracce che potranno essere utilizzate nel proprio set. E’ possibile espandere le funzionalità e accedere a controlli aggiuntivi attraverso plugins gratuiti come SP-& Sample Player, i nuovi Dj Fx e The Bridge

Segnaliamo il fatto che la v2 sarà disponibile come upgrade gratuito per tutti i possessori della precedente versione. Per avere gratuitamente anche le funzionalità The Bridge sarà necessario avere una regolare licenza anche di Ableton Live. Il software sarà compatibile con le apparecchiature Rane per cui il proprio investimento è al sicuro anche se si decide di upgradare il proprio sistema software.

Serato Scracth Live v2 è attualmente in beta privata ma dovrebbe passare a beta pubblica dalla prossima settimana. Non ci resta che attendere…

Novation LaunchPad: Controller per Ableton Live

In questi giorni Novation ha annunciato un nuovo controller per  Ableton Live denominato Launchpad.  Launchpad è dotato di una pulsantiera a griglia 8×8 per un totale di 64 bottoni dedicati al lancio di clips e scenes tipiche della Session view di  Ableton Live, ma anche capaci di controllare,  nella modalità Mixer,  al track volume, pan, Send A/B, mute, solo and record.

Launchpad è alimentato direttamente dalla porta USB ed include i drivers, alcuni file demo ed una versione limitata di Ableton Live 8. Ovviamente, se si possiede una versione completa del software Live, quest’ultima funzionerà perfettamente.

In Session view la griglia dei pad di Launchpad mostra le 8 clips superiori delle prime 8 tracce. Se abbiamo un numero maggiore di tracce e clips potremo utilizzare le frecce direzionali di Launcpad per scorrere e muoverci nella Session view di Ableton Live. Mentre ci si sposta lungo le clips notiamo un rettangolo rosso che si muove durante lo spostamento indicando quali clips sono attive sulla griglia del Launchpad.

I pulsanti PLAY circolari posizionati sulla destra del Launchpad lanciano le corrispondenti scenes in Live, mentre i pulsanti della griglia lanciano o stoppano le singole clips. I pulsanti sono retroilluminati con Led verdi per indicare le clips attive, Led gialli per le clips che sono disponibili ma non attive, mentre i bottoni non retroilluminati indicano le clips vuote. Esattamente come si farebbe con un mouse in Live, è possibile utilizzare le clips vuote per stoppare una clip attiva all’interno della stessa traccia. Il prezzo di questo controller è di 199 $

AKAI annuncia i rivali della serie Nano di KORG

Akai ha appena annunciato la prossima commercializzazione di due nuovi controllers MIDI particolarmente interessanti per il mondo dei Disc Jockeys. Questi due nuovi oggettini, previsti per la stagione autunnale, si collocano nella stessa fascia di mercato degli ormai famosi Nano di KORG e promettono di dare serio filo da torcere alla concorrenza. A differenza di Korg i controllers di AKAI sono solo due e il confronto diretto si riduce al nanoPAD e al nanoKEY.

AKAI LPD8
AKAI LPD8

AKAI LPK25
AKAI LPK25

LPD8 di AKAI è dotato di 8 Pads e 8 Controlli Rotatori. Già da questa scelta molti (noi compresi) tenderanno a strizzare l’occhio al nuovo controller, visto che il nanoPAD di KORG è impostato sui soli PADs e sulla X/Y Trackpad. Troviamo che la scelta dei controlli rotatori possa essere più pratica per gestire alcune funzionalità di programmi come Traktor Pro/Duo o di Ableton Live (basti pensare alla sezione effetti). Rispetto al KORG sembra avere una funzione di Program Change assimilabile alle 4 scene gestibili sul nanoPAD ed in questo caso riteniamo che la scelta di KORG possa essere più pratica e gestibile, visti i 4 tasti separati ad accesso diretto.

Per quanto concerne la LPK25 siamo di fronte ad una mini tastiera velocity sensible con funzioni synth. Troviamo infatti un arpeggiatore, il sustain, la selezione incrementale o decrementale delle ottave, nonchè il Tap Tempo. Non possiamo esprimerci sulla qualità, almeno fino a quando non avremo la possibilità di testare i due controllers ma sembrerebbe che la LPK25 abbia fatto un passo avanti rispetto alla suonabilità della nanoKEY, sacrificata da KORG in ragione dell’estrema compattezza del controller.

Non ci resta che attendere settembre/ottobre…

Recensione: ABLETON LIVE 8

 

 

 

Finalmente abbiamo avuto modo di mettere sotto test Ableton Live 8, nella versione retail che include manuale e la EIC2, ossia Essential Instruments Collection 2. Le prime cose che gli utenti delle precedenti versioni noteranno sono il nuovo groove engine, la nuova impostazione delle varie modalità di Warp cui si è aggiunta la versione Complex Pro, il Live Looping, ma soprattutto i Crossfader nell’Arrangement View e la riprogettazione del Group Track e del MIDI editor. Questi miglioramenti rendono Live 8 ancora più funzionale e flessibile nel flusso di lavoro.

Grazie al nuovo groove engine, i pattern Groove possono aggiungere modelli di groove in tempo reale, oppure estrarre groove da fonti audio e MIDI o, ancora, quantizzare audio e MIDI in tempo reale. Questo significa che è possibile assegnare dei groove originali sia alle singole tracce che all’intero progetto, scegliendo tra quelli predisposti da Ableton, oppure tra quelli estratti dall’utente e memorizzati nella libreria. 

 


Come anticipato lo strumento di Warp è stato radicalmente modificato. E’ ora possibile agire sugli eventi audio e regolarli direttamente sulla timeline. La modalità Beats è stata aggiornata e la modalità Complex  si arricchisce di una ulteriore versione Pro. C’è da precisare che l’utilizzo della modalità Complex, sia essa Standard o Pro, impegna parecchio il processore del nostro computer ed è quindi consigliabile non abusarne, salvo che non si disponga di una super macchina con grande capacità di calcolo e memoria Ram.  Con la nuova modalità Warp, Live 8 analizza i transienti e consente  all’utente di assegnare loro dei “manici”. Questi ultimi possono essere convertiti in informazioni MIDI in modo tale da poter riprodurre ogni singola porzione del proprio sliced loop oppure riarrangiarla utilizzando il midi editor di Live 8.

 

Tra le novità troviamo anche 5 nuovi effetti, ossia Vocoder, Overdrive, Multiband Dynamics, Looper e Frequency Shifter. Il Vocoder è un effetto multibanda eccezionale per la praticità e chiarezza del suo display, capace di rendere semplice per qualsiasi utente la comprensione di quello che si sta facendo. Il Frequency Shifter, l’Overdrive e il Multiband Dynamics sono senz’altro dei buoni effetti ma non fanno gridare al miracolo. Si tratta di effetti che l’utente di Live 8 non snobberà in modo assoluto ma non rientrano a nostro avviso tra quelli di cui si sentiva una fondamentale mancanza. Quello che invece mancava è il Looper, mezzo strumento, mezzo effetto, attraverso il quale l’utente potrà mettere in loop parti di una traccia, anche attraverso comando remoto (ad esempio un pedale opzionale). Il nuovo loop potrà essere poi trascinato e rilasciato in una nuova traccia audio creando una clip indipendente. Molto pregevole è la capacità del Looper di mantenere il tempo anche con istanze multiple dell’effetto. 


 

 

 

 

 

Questi ultimi sono il frutto del lavoro svolto dalla software house tedesca per incontrare le richieste e i suggerimenti degli utenti. Con lo stesso principio Ableton ha introdotto dissolvenze incrociate in tempo reale nell’Arrangement View, un MIDI editing potenziato che offre lo step editing, il raggruppamento delle tracce che consente di trattare numerosi tracce come se fossero una sola, una lente d’ingrandimento dello schermo e molto altri piccoli dettagli che contribuiscono ad agevolare il flusso di lavoro e la sfruttabilità del programma.

 

 

 

 

Tutto questo, senza che manchino naturalmente gli altri strumenti Ableton esistenti: Sampler, Electric, Tension, Analog, Drum Machines, Session Drums e The Essential Instrument Collection 2. Per ogni chiarimento e per acquistare in Italia il vostro Ableton Live 8, o la Ableton Suite 8, vi consigliamo di rivolgervi direttamente alla Backline, distributore ufficiale di Ableton nel nostro paese, l’unico che possa vantare un servizio assistenza specifico e una community riservata agli acquirenti di questo validissimo software. 

Si passa dai 49 Euro necessari per chi esegue un upgrade da Live 7, fino ai 549 Euro per chi passa ad Ableton Suite

Recensione: Apple MacMini New Generation

 

 

Il MacMini è un personal computer veramente affascinante. A questo giudizio in premessa contribuiscono senz’altro le dimensioni ridottissime, capaci però di ospitare una tecnologia di tutto rispetto. Pur non concepito come un portatile, si presta ad essere trasportato con estrema facilità ed essere collegato a un altro monitor e a un’altra tastiera, magari in studio o presso un amico col quale si collabora per la creazione di una traccia musicale.
La prima impressione, maneggiando il case, è di estrema solidità e, sebbene all’apparenza sembri identico al modello precedente, la struttura di alluminio anodizzato con rivestimento in policarbonato è stata completamente riprogettata. Dal punto di vista ingegneristico l’assemblaggio è stato studiato a regola d’arte per garantire efficienza e ottimizzazione degli spazi, ma resta il neo dell’accesso piuttosto macchinoso agli slot della Ram che richiede lo sganciamento del case dotato di sistema ad incastro, privo di viti. Sul frontale troviamo la spia di accensione ed  il vano per il masterizzatore/lettore DVD in versione tradizionalmente slot-in, ossia senza vassoio. Sul retro troviamo la sezione connettività composta di 5 prese USB (preziosissime per noi che facciamo musica), 1 presa Firewire 800, 1 presa Mini Display (ormai standard in tutti i nuovi Apple) e  1 Mini DVI, 1 Gigabit Ethernet, l’ ingresso mini-jack per il microfono e l’uscita mini-jack per gli altoparlanti esterni.

Con il nuovo MacMini la differenziazione nella gamma è stata ridotta drasticamente. Entrambi i MacMini  in listino utilizzano il processore Peryn Intel Core 2 Duo da 2 GHZ presente nel modello base dei MacBook. La differenza sta nella dotazione dei componenti e ciò significa che l’incremento di prestazioni tra i due modelli è decisamente ridotto. Il modello base è dotato di processore Core 2 Duo a 2 GHz, 1 GB di memoria RAM DDR3, chip grafico Nvidia Geoforce 9400M, hard disk da 120 GB, masterizzatore SuperDrive 8x e connettività Gigabit Ethernet, Bluetooth 2.1 con EDR e Wi-Fi 802.11n. La versione più completa che ci è stata messa a disposizione da Apple Italia offre 2GB di memoria e un hard disk da 320 GB. Non vi è dubbio che quest’ultima versione sia quella che si addice maggiormente a noi dj/producers, specialmente se si considera Leopard come sistema operativo. Se vogliamo ottenere dal MacMini il massimo delle prestazioni, non dovremo scendere a compromessi e acquistare subito RAM aggiuntiva sfruttando tutti e 4 i gigabyte di cui è capace il nuovo gioiello di casa Apple. Sullo store della casa di Cupertino è possibile aggiungere due moduli da 2GB per 135 euro, ma è possibile acquistarla altrove a costi più contenuti. Resterete stupiti  per l’incremento di prestazioni derivante dalla Ram, soprattutto utilizzando Leopard come sistema operativo e applicazioni affamate di risorse come i vari plug-ins di Logic, Cubase o degli altri DAW. 

 

Il MacMini, così come viene commercializzato, non può essere usato. A differenza dell’iMac, è privo di tastiera, mouse e monitor. Tuttavia quello che può sembrare un limite è, al contrario, una precisa scelta filosofica e commerciale. Avremo pertanto bisogno di un mouse, una tastiera ed un monitor. Per quel che concerne la tastiera, se si opta per un modello Apple, avremo due porte USB aggiuntive dove collegare, ad esempio, il mouse. Quella venduta da Apple costa 49 euro, è ricavata da un unico pezzo d’alluminio, è sottilissima, funzionale ed esteticamente identica al case del Mini. Con 30 euro in più, se serve, potete acquistare la versione senza fili ma privata del tastierino numerico laterale. Anche per il mouse possiamo optare per componenti o di terze parti. Il Mighty Mouse è offerto alla bellezza di 55 euro, ma bisogna dire che include quattro tasti programmabili indipendentemente, una sferetta per lo scorrimento nelle quattro direzioni (con la spiacevole tendenza a diventare inutilizzabile se non viene pulita con regolarità) e una grande solidità costruttiva. Da quando Apple ha aggiornato la sua linea di Cinema Display, sono disponibili esclusivamente modelli con schermo lucido. Il che vuol dire miglior contrasto e miglior fruizione nella visione di DVD, filmati e fotografie. Ad ogni modo è sempre possibile acquistare un Cinema Display della precedente generazione oppure collegare un monitor di altra marca sfruttando la presa mini DVI.

All’interno del sistema Leopard è installato Boot Camp, un software che permette di eseguire Windows a velocità nativa. Boot Camp supporta le più comuni release a 32 bit di Windows XP e Windows Vista. Quando si esegue uno di questi sistemi operativi sul MacMini, le applicazioni per Windows funzionano a velocità nativa e hanno pieno accesso ai processori e i core multipli, alla grafica 3D accelerata, e naturalmente a USB, FireWire, Wi-Fi e Gigabit Ethernet. In altre parole, il meglio di due mondi. 

Dal punto di vista pratico abbiamo avuto modo di testare questo gioiellino con i più comuni applicativi per fare musica: Logic Studio, Cubase 5 e Ableton Live 8. L’obiettivo era quello di verificare se e a quale livello fosse possibile sfruttare una macchina di questo tipo per creare musica o remixare/editare delle tracce audio. Le nostre aspettative non sono state deluse. Logic e Cubase non hanno dato segni di affaticamento grazie ai 4 GB di Ram e ad un processore complessivamente adeguato alle nostre necessità di Home Studio. Quello che forse risulta inadeguato è il disco da 5400 rpm ed il masterizzatore/lettore DVD a 24x. Come sappiamo nelle applicazioni audio la rapidità di accesso al disco rigido è un fattore importante per le prestazioni di un DAW, mentre un fattore di lettura/scrittura/riscrittura elevato ci permette di attendere meno tempo prima che i nostri CD/DVD vengano masterizzati. In conclusione se ci serve un sistema per mettere su un piccolo home studio senza la pretesa di finalizzare il nostro master in casa, il MacMini è una macchina più che adeguata. Logic e Cubase si sono comportati egregiamente anche sotto lo stress di numerosi plug-ins e Ableton Live ci ha supportati nella costruzione di sessioni mixate piuttosto complesse e ricche di effetti senza che si verificassero interruzioni audio o rallentamenti di qualsiasi tipo. Ricordiamo che i prezzi  dei due modelli in vendita sono rispettivamente  599 € e 799 €