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[Review] MIDI 2.0: Cos’è e cosa Comporta per I produttori

Lo standard MIDI, il protocollo che usiamo ogni giorno per riprodurre e programmare musica su computer, sintetizzatori e altri dispositivi elettronici è rimasto fermo per 35 anni alla versione 1.0.

All’inizio del 2019 si sono visti i primi prototipi di sintetizzatore e controller MIDI 2.0 e al Winter NAMM, aziende come Ableton, Google, Roland, Steinberg, Yamaha e Native Instruments si sono riunite per il “Plug Fest” MIDI 2.0, facendo eco all’evento che si era verificato nella creazione di MIDI 1.0. Cosa è accaduto? Semplice, tutti se ne sono andati in giro per gli stand con ciò che avevano in mano, collegando i prototipi e gli apparecchi già in commercio e controllando cosa succedeva. Questa è stata la prima volta che tutte le aziende del gruppo di prototipazione si sono ritrovate nella stessa stanza.

Cosa può offrirci quindi il MIDI 2.0 che non sia già alla portata del protocollo 1.0?

Uno degli aggiornamenti più ovvi a un moderno sistema di comunicazione digitale è la risoluzione. La velocità passa da 7 a 16 bit e, considerato che la maggior parte dei controller di oggi è dotata di 32 bit, significa una risoluzione decisamente maggiore.

Taluni sostengono che i controlli ad alta risoluzione non sono necessari per le applicazioni di produzione musicale, ma il MIDI è diventato oggi molto più di un semplice standard musicale, con estensioni ai campi dell’ illuminazione e l’animatronica che percepiscono i benefici di una risoluzione più elevata.

Con un mercato zeppo di apparecchiature basate sullo standard 1.0 sembra ovvio concludere che una delle mosse chiave per la diffusione del 2.0 sarà la sua retro compatibilità con il protocollo precedente.

Il grande cambiamento in MIDI 2.0 è che deve essere una comunicazione bidirezionale. Prima, avevamo strumenti che inviavano delle note, senza aveva idea chi fosse dall’altra parte e cosa sarebbe successo all’arrivo di quel flusso di dati. La prima cosa che accadrà con il MIDI 2.0 è che due dispositivi si allineeranno e si scambieranno tra loro e scopriranno cosa faranno. Se non viene restituito nulla, lo strumento di comporterà di fatto come un dispositivo MIDI 1.0. Questo protocollo si chiamerà MIDI CI, ossia Compatibility Inquiry.

Partendo dal MIDI CI, lo scambio di proprietà (Property Exchange) consente a un dispositivo di chiedere a un altro dispositivo quali parametri siano disponibili e a quali sia possibile accedere. Elenchi di parametri, mappature dei controller, parametri di sintesi e informazioni sui preset sono alcuni dei dettagli che possono essere comunicati, usando peraltro nomi significativi, piuttosto che numeri astratti e generici.

Chiunque abbia utilizzato l’automazione su un plug-in synth all’interno di un sequencer comprenderà i vantaggi di poter vedere cosa c’è dall’altra parte del synth. Con un synth hardware su MIDI 1.0 potrebbe essere Program 16 e non si avrebbe idea di cosa si tratti.

Come altro risultato di Capability Inquiry, il mondo dei controller MIDI, compresi eventuali dispositivi non standard come i controller wind o le chitarre MIDI, sarà in grado di integrarsi con le configurazioni musicali molto più facilmente.

Adottando un sistema di Profili, l’industria può Definire uno standard per i blocchi di controller che utilizzeremo per i drawbar, e non appena due dispositivi MIDI 2.0 concordano che entrambi supportano quel profilo, si configurano automaticamente senza ulteriori passaggi.

In occasione del Amsterdam Dance Event di quest’anno, Steinberg ha illustrato come gli strumenti VST 3 si adatteranno al MIDI 2.0, dimostrando che le specifiche VST 3 sono più che pronte a gestire la risoluzione estesa di MIDI 2.0, avendo già implementato una risoluzione maggiore. La palla passa ora agli sviluppatori DAW che dovranno implementare correttamente le specifiche MIDI 2.0, ma i plug-in VST 3 sono pronti a gestire tutto ciò che sta arrivando.

Una delle fantastiche novità per il MIDI 2.0 è che 16 canali diventeranno 256. Quindi ogni messaggio inizia con un tipo di messaggio e un gruppo di canali Per un totale di 16 gruppi di canali. Quindi ora abbiamo 16 cavi virtuali con 16 canali ciascuno.

Questo consente anche di inviare un messaggio di dati MIDI 1.0 su un canale, quindi se abbiamo un dispositivo molto semplice che non richiede dati a risoluzione più elevata, può funzionare su uno di quei 256 canali, insieme ad altri dispositivi 1.0 e 2.0, con un singolo collegamento fisico.

Universal MIDI Packet è un’altra novità in arrivo col nuovo standard. Un messaggio MIDI 1.0 lungo da due a tre byte, a seconda del contesto, instradato attraverso Universal MIDI Packet che prevede sempre multipli di 32 bit, sarà sempre lungo 32 bit e tutti i nuovi messaggi del canale sono tutti 64 bit, due parole a 32 bit. E poi ci sono anche messaggi a 96 e 128 bit. Ad esempio, i dati SysEx verranno inviati a 128 bit alla volta.

Uno dei nuovi tipi di messaggi MIDI 2.0 sono i timestamp JR, ​​che sta per Jitter Reduction. Ci sarà un’opzione per anteporre uno di questi messaggi di data e ora a ogni messaggio MIDI 2.0 in uscita che un dispositivo invia. Ciò consente al tempo del mittente di essere codificato in ogni messaggio. Se qualcosa viene confuso e ritardato nella trasmissione, il ricevitore sa comunque a che ora sarebbe dovuto arrivare piuttosto che sapere l’ora in cui è effettivamente arrivato.

Di recente, la MIDI Manufacturers Association ha adottato ufficialmente MPE (MIDI Polyphonic Expression) nelle specifiche, il che significa che controller come Linnstrument, Haaken Continuum e Expressive E’s Osmose possono comunicare facilmente con strumenti progettati per essere suonati con pitchbend polifonico. Il MIDI 2.0 offre anche supporto per MPE, ma potrebbe andare ben oltre. Non solo è possibile inviare messaggi per eseguire pitchbending polifonici, variando separatamente più note singole in pitch, ma è anche possibile inviare dati CC polifonici per nota.

Gli eventi Note On e Note Off ora hanno un nuovo campo dati chiamato attributo e uno degli attributi predefiniti è il tono. Un produttore può decidere di creare il proprio linguaggio di attributi, quindi, ad esempio, le librerie di campioni sinfoniche utilizzano l’ottava inferiore della tastiera per i keyswitches che controllano l’articolazione, ma se si utilizza l’articolazione come attributo, si potrebbe avere un controller ad alta risoluzione in cui la parte anteriore del tasto riproduce un pizzicato e mentre ti sposti verso la parte posteriore del tasto cambi l’articolazione o qualsiasi altro attributo del suono.

Non ci resta che attendere gli sviluppi di quella che si preannuncia come una vera rivoluzione da 35 anni a questa parte nel mondo della produzione musicale.

[News] Mixed in Key rilascia due nuovi Pattern Pack per Captain Beat



Mixed In Key annuncia l’uscita di due nuovi Pattern Pack realizzati da L.Dre e Polaris per Captain Beat. Questi pacchetti di pattern sono inclusi in un aggiornamento gratuito per gli utenti di Captain Beat. Ogni pacchetto di pattern contiene 20 loop MIDI originali creati dagli artisti. L.Dre ha creato un pacchetto di modelli hip-hop grezzi, mentre Polaris ha creato un pacchetto stimolante di modelli di batteria e basso.

Captain Beat, lo ricordiamo, fa parte della suite dei plug-ins Captain ed e consente di mescolare e abbinare oltre 500 pattern per creare ritmi unici. Si possono combinare ritmi diversi su canali diversi, selezionando istantaneamente modelli che definiscono il genere dalle tracce di riferimento. Comunque si scelga di usarli, i Pattern di Captain Beat consentono di esplorare e sperimentare nella fase creativa delle parti ritmiche e/o di basso.

Se sei un percussionista, o preferisci semplicemente costruire i pattern ritmici in modo tattile, puoi i tasti di scelta rapida per attivare i suoni con la tastiera del computer o collegare qualsiasi dispositivo MIDI. Il tutto con l’ausilio della quantizzazione.

Si può inoltre contare sulla sostituzione del campione in tempo reale, sul Campionamento del ritmo ela possibilità di sostituzione del kit in uso al volo, grazie ad una interfaccia grafica altamente responsiva.
Una volta completata la fase creativa, sarà possibile effettuare il bounce del master o delle singole tracce audio. Anche per quanto riguarda le parti MIDI si avrà la scelta di esportare verso la própria DAW l’intero progetto, oppure i MIDI delle singole parti che lo compongono.

Captain Beat può essere acquistato a 50$, mentre il resto della suite Captain Plugins è attualmente in offerta a 79$

[News] Pioneer Dj presenta il DJM-V10 Mixer 6 Canali

Link a PIoneer DJ

Il mixer DJ digitale DJM-V10 di Pioneer DJ è il primo di una nuova serie di prodotti, rivolto ai DJ audiofili e a quelli con esigenze di mixaggio, instradamento ed esecuzione più complesse rispetto alla media; il tipo di DJ per cui il DJM-900NXS2, ad esempio, può sembrare una scelta limitante.

In quanto tale, è la risposta di Pioneer ai mixer di Allen & Heath, e in particolare al modello PlayDifferently 1, che offre una vasta gamma di input, output e opzioni di routing, offrendo un livello di controllo senza precedenti e una miriade di opzioni per la personalizzazione del flusso di lavoro.

Dotato di 6 canali audio principali, ha una struttura interamente in metallo che conferisce un aspetto robusto e professionale. Con la migliore scheda audio di qualità di qualsiasi mixer Pioneer DJ fino ad oggi, e per ammissione di Pioneer DJ, migliore qualità audio rispetto al DJM-900NXS2, è un prodotto premium con un corrispondente prezzo premium.

Tra le caratteristiche più innovative di questo DJM-V10, troviamo un isolatore a tre bande controllato da manopole di grandi dimensioni, EQ a quattro bande per canale, filtri separati e canale FX (quest’ultimo con il proprio set di controlli dei parametri), compressori su ogni singolo ingresso per dare più “punch” al brano in riproduzione, un touchscreen nel Beat FX e possibilità di monitorare ingressi indipendenti su due paia di cuffie.

I DJ che suonano con apparecchiature extra (drum machine, sequencer, sintetizzatori, effetti e così via), o con altri DJ e / o musicisti, potranno contare su funzionalità come USB dual laptop, due canali microfonici (con equalizzatore condiviso) e molto altro ancora. Questo tipo di artisti sono sicuramente il mercato target per Pioneer Dj e il DJM-V10.

Da notare che, in questo DJM-V10, alcuni dei controlli che normalmente ti aspetteresti di trovare fisicamente sul hardware, come siamo stati abituati nella precedenti generazioni, sono stati trasferiti sul touchscreen. Ad esempio, le impostazioni della curva del fader per i crossfader e i fader dei canali sono ora controllate da qui.

Nel retro del DJM-V10 troviamo ovviamente tutti gli ingressi/uscite, Send/Insert Fx, Link, Mic etc. Ma la cosa che salta all’occhio é l’output digitale il digitale qui, che in presenza di impianti audio compatibili, ciò consente di avere un percorso del segnale completamente digitale dai lettori agli altoparlanti.

L’unità è stata progettata per essere utilizzata con i CDJ DJ Pioneer collegati in rete e, come con il DJM-900NXS2, può essere collegata ai CDJ tramite un hub.

Funziona anche con Rekordbox DJ in esecuzione su un laptop (c’è il pieno controllo Midi del mixer) e, in un prossimo aggiornamento, funzionerà con Serato DJ Pro e Traktor Dj, a condizione che l’utente abbia acquistato il pacchetto di espansione del kit Club di Serato DJ

Poiché mantiene il multi I / O del DJM-900NXS2, può anche essere utilizzato con software come l’app DJM-REC e l’app per effetti RMX per iPad di Pioneer DJ, per impostare la registrazione e gli effetti esterni.

DJM-V10 sarà disponibile dagli inizi di febbraio al prezzo di 3.299 euro.

[News] Akai rilascia update MPC 1.9

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Akai rilascia il major software update MPC 1.9 introducendo alcune importanti funzionalità richieste dai suoi utenti.

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Vediamone la lista ufficiale:

  • Supporto per MPC Touch
  • Lunghezza delle tracce indipendente e differenziata
  • Aumento significativo delle performance audio
  • Ascolto in loop continuo dei campioni
  • Note per i progetti
  • Bypass individuale degli insert
  • Miglioramenti alla sezione Mixer 
  • Slice to pad
  • Assegnazione colori per i pad decisamente migliorata

Questo è il video ufficiale di Akai

E’ possibile effettuare il download qui: akaipro.com/misc/mpc-software

[News] NATIVE INSTRUMENTS: OFFERTA “SMART DEAL” KOMPLETE KONTROL

Native Instruments

Native Instruments ha lanciato un’offerta promozionale denominata ‘A Smart Deal’ che prevede uno sconto speciale di 100 €  su tre delle sue tastiere/controller della gamma KOMPLETE KONTROL S-Series, ossia la S25, S49 e S61.

L’iniziativa avrà corso per tutto il periodo compreso tra Novembre 2015 e i primi di Gennaio 2016 , terminando  appunto il 04/01/2016. L’offerta sarà fruibile attraverso lo shop online di Native Instruments e attraverso la tradizionale rete di rivenditori sul territorio nazionale. Nell’iniziativa non rientra l’ultima arrivata della gamma S-Series ossia la S88.

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Durante la campagna promozionale KOMPLETE KONTROL S25 potrà essere acquistata al prezzo di 399 €,  mentre KOMPLETE KONTROL S49 a 499 €  ed infine la sorella maggiore  KOMPLETE KONTROL S61 a 599 €

Ricordiamo che i prodotti KOMPLETE SERIES S sono dotati di Native Kontrol Standard (NKS), un nuovo formato di plug-in realizzato da Native Instruments, il quale rende possibile l’integrazione tra hardware e software. Le terze parti possono ora realizzare software che sfrutti direttamente le funzionalità uniche della serie Komplete Kontrol S. Numerose aziende come Arturia, U-He ed Output Audio hanno già aderito a questo standard e la lista è in continua evoluzione. In aggiunta con la funzione Native Map si possono mappa automaticamente tutti i parametri chiave per ogni strumento KOMPLETE e assegnarli ai controlli sensibili al tocco delle tastiere