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[Review] MIDI 2.0: Cos’è e cosa Comporta per I produttori

Lo standard MIDI, il protocollo che usiamo ogni giorno per riprodurre e programmare musica su computer, sintetizzatori e altri dispositivi elettronici è rimasto fermo per 35 anni alla versione 1.0.

All’inizio del 2019 si sono visti i primi prototipi di sintetizzatore e controller MIDI 2.0 e al Winter NAMM, aziende come Ableton, Google, Roland, Steinberg, Yamaha e Native Instruments si sono riunite per il “Plug Fest” MIDI 2.0, facendo eco all’evento che si era verificato nella creazione di MIDI 1.0. Cosa è accaduto? Semplice, tutti se ne sono andati in giro per gli stand con ciò che avevano in mano, collegando i prototipi e gli apparecchi già in commercio e controllando cosa succedeva. Questa è stata la prima volta che tutte le aziende del gruppo di prototipazione si sono ritrovate nella stessa stanza.

Cosa può offrirci quindi il MIDI 2.0 che non sia già alla portata del protocollo 1.0?

Uno degli aggiornamenti più ovvi a un moderno sistema di comunicazione digitale è la risoluzione. La velocità passa da 7 a 16 bit e, considerato che la maggior parte dei controller di oggi è dotata di 32 bit, significa una risoluzione decisamente maggiore.

Taluni sostengono che i controlli ad alta risoluzione non sono necessari per le applicazioni di produzione musicale, ma il MIDI è diventato oggi molto più di un semplice standard musicale, con estensioni ai campi dell’ illuminazione e l’animatronica che percepiscono i benefici di una risoluzione più elevata.

Con un mercato zeppo di apparecchiature basate sullo standard 1.0 sembra ovvio concludere che una delle mosse chiave per la diffusione del 2.0 sarà la sua retro compatibilità con il protocollo precedente.

Il grande cambiamento in MIDI 2.0 è che deve essere una comunicazione bidirezionale. Prima, avevamo strumenti che inviavano delle note, senza aveva idea chi fosse dall’altra parte e cosa sarebbe successo all’arrivo di quel flusso di dati. La prima cosa che accadrà con il MIDI 2.0 è che due dispositivi si allineeranno e si scambieranno tra loro e scopriranno cosa faranno. Se non viene restituito nulla, lo strumento di comporterà di fatto come un dispositivo MIDI 1.0. Questo protocollo si chiamerà MIDI CI, ossia Compatibility Inquiry.

Partendo dal MIDI CI, lo scambio di proprietà (Property Exchange) consente a un dispositivo di chiedere a un altro dispositivo quali parametri siano disponibili e a quali sia possibile accedere. Elenchi di parametri, mappature dei controller, parametri di sintesi e informazioni sui preset sono alcuni dei dettagli che possono essere comunicati, usando peraltro nomi significativi, piuttosto che numeri astratti e generici.

Chiunque abbia utilizzato l’automazione su un plug-in synth all’interno di un sequencer comprenderà i vantaggi di poter vedere cosa c’è dall’altra parte del synth. Con un synth hardware su MIDI 1.0 potrebbe essere Program 16 e non si avrebbe idea di cosa si tratti.

Come altro risultato di Capability Inquiry, il mondo dei controller MIDI, compresi eventuali dispositivi non standard come i controller wind o le chitarre MIDI, sarà in grado di integrarsi con le configurazioni musicali molto più facilmente.

Adottando un sistema di Profili, l’industria può Definire uno standard per i blocchi di controller che utilizzeremo per i drawbar, e non appena due dispositivi MIDI 2.0 concordano che entrambi supportano quel profilo, si configurano automaticamente senza ulteriori passaggi.

In occasione del Amsterdam Dance Event di quest’anno, Steinberg ha illustrato come gli strumenti VST 3 si adatteranno al MIDI 2.0, dimostrando che le specifiche VST 3 sono più che pronte a gestire la risoluzione estesa di MIDI 2.0, avendo già implementato una risoluzione maggiore. La palla passa ora agli sviluppatori DAW che dovranno implementare correttamente le specifiche MIDI 2.0, ma i plug-in VST 3 sono pronti a gestire tutto ciò che sta arrivando.

Una delle fantastiche novità per il MIDI 2.0 è che 16 canali diventeranno 256. Quindi ogni messaggio inizia con un tipo di messaggio e un gruppo di canali Per un totale di 16 gruppi di canali. Quindi ora abbiamo 16 cavi virtuali con 16 canali ciascuno.

Questo consente anche di inviare un messaggio di dati MIDI 1.0 su un canale, quindi se abbiamo un dispositivo molto semplice che non richiede dati a risoluzione più elevata, può funzionare su uno di quei 256 canali, insieme ad altri dispositivi 1.0 e 2.0, con un singolo collegamento fisico.

Universal MIDI Packet è un’altra novità in arrivo col nuovo standard. Un messaggio MIDI 1.0 lungo da due a tre byte, a seconda del contesto, instradato attraverso Universal MIDI Packet che prevede sempre multipli di 32 bit, sarà sempre lungo 32 bit e tutti i nuovi messaggi del canale sono tutti 64 bit, due parole a 32 bit. E poi ci sono anche messaggi a 96 e 128 bit. Ad esempio, i dati SysEx verranno inviati a 128 bit alla volta.

Uno dei nuovi tipi di messaggi MIDI 2.0 sono i timestamp JR, ​​che sta per Jitter Reduction. Ci sarà un’opzione per anteporre uno di questi messaggi di data e ora a ogni messaggio MIDI 2.0 in uscita che un dispositivo invia. Ciò consente al tempo del mittente di essere codificato in ogni messaggio. Se qualcosa viene confuso e ritardato nella trasmissione, il ricevitore sa comunque a che ora sarebbe dovuto arrivare piuttosto che sapere l’ora in cui è effettivamente arrivato.

Di recente, la MIDI Manufacturers Association ha adottato ufficialmente MPE (MIDI Polyphonic Expression) nelle specifiche, il che significa che controller come Linnstrument, Haaken Continuum e Expressive E’s Osmose possono comunicare facilmente con strumenti progettati per essere suonati con pitchbend polifonico. Il MIDI 2.0 offre anche supporto per MPE, ma potrebbe andare ben oltre. Non solo è possibile inviare messaggi per eseguire pitchbending polifonici, variando separatamente più note singole in pitch, ma è anche possibile inviare dati CC polifonici per nota.

Gli eventi Note On e Note Off ora hanno un nuovo campo dati chiamato attributo e uno degli attributi predefiniti è il tono. Un produttore può decidere di creare il proprio linguaggio di attributi, quindi, ad esempio, le librerie di campioni sinfoniche utilizzano l’ottava inferiore della tastiera per i keyswitches che controllano l’articolazione, ma se si utilizza l’articolazione come attributo, si potrebbe avere un controller ad alta risoluzione in cui la parte anteriore del tasto riproduce un pizzicato e mentre ti sposti verso la parte posteriore del tasto cambi l’articolazione o qualsiasi altro attributo del suono.

Non ci resta che attendere gli sviluppi di quella che si preannuncia come una vera rivoluzione da 35 anni a questa parte nel mondo della produzione musicale.

[News] Mixed in Key rilascia due nuovi Pattern Pack per Captain Beat



Mixed In Key annuncia l’uscita di due nuovi Pattern Pack realizzati da L.Dre e Polaris per Captain Beat. Questi pacchetti di pattern sono inclusi in un aggiornamento gratuito per gli utenti di Captain Beat. Ogni pacchetto di pattern contiene 20 loop MIDI originali creati dagli artisti. L.Dre ha creato un pacchetto di modelli hip-hop grezzi, mentre Polaris ha creato un pacchetto stimolante di modelli di batteria e basso.

Captain Beat, lo ricordiamo, fa parte della suite dei plug-ins Captain ed e consente di mescolare e abbinare oltre 500 pattern per creare ritmi unici. Si possono combinare ritmi diversi su canali diversi, selezionando istantaneamente modelli che definiscono il genere dalle tracce di riferimento. Comunque si scelga di usarli, i Pattern di Captain Beat consentono di esplorare e sperimentare nella fase creativa delle parti ritmiche e/o di basso.

Se sei un percussionista, o preferisci semplicemente costruire i pattern ritmici in modo tattile, puoi i tasti di scelta rapida per attivare i suoni con la tastiera del computer o collegare qualsiasi dispositivo MIDI. Il tutto con l’ausilio della quantizzazione.

Si può inoltre contare sulla sostituzione del campione in tempo reale, sul Campionamento del ritmo ela possibilità di sostituzione del kit in uso al volo, grazie ad una interfaccia grafica altamente responsiva.
Una volta completata la fase creativa, sarà possibile effettuare il bounce del master o delle singole tracce audio. Anche per quanto riguarda le parti MIDI si avrà la scelta di esportare verso la própria DAW l’intero progetto, oppure i MIDI delle singole parti che lo compongono.

Captain Beat può essere acquistato a 50$, mentre il resto della suite Captain Plugins è attualmente in offerta a 79$

[News] Beatport lancia lo streaming per dj… e la licenza online SIAE?

Beatport Logo

I DJ sono abituati a portare in giro la loro musica su vinile e su dispositivi digitali esterni che magari spaccano un pó meno la schiena , ma presto potrebbero non averne più bisogno. Beatport ha recentemente introdotto il suo servizio Link da $ 15 al mese che trasmette le tracce direttamente all’hardware e al software DJ, inclusa l’app WeDJ entry-level di Pioneer e ora anche i deck Prime Series di Denon. Finché c’è una connessione a Internet,si potranno suonare le ultime uscite di Beatport senza collegare il laptop o un qualche dispositivo di archiviazione. E se non c’è una banda larga affidabile, non si cade nel panico perché é possibile archiviare 50-100 tracce offline (con le versioni Pro e Pro +), anche direttamente sui dispositivi Denon.

Il servizio è attualmente disponibile in versione beta con supporto per WeDJ, anche se l’integrazione con Denon e Rekordbox di Pioneer dovrà attendere fino alla fine del 2019. C’è anche un servizio beta di Beatport Cloud da $ 5 che è una versione meno costosa e non streaming di Link, inclusa la possibilità di riscaricare gli acquisti e ascoltare anteprime di due minuti in qualsiasi punto della forma d’onda. si può avere un’idea di come una melodia si fonderà con il proprio set senza doverla acquistare o semplicemente abbonarsi all’opzione più costosa di Beatport per l’accesso completo.

Questo non sarà una soluzione perfetta se non sei interessato a suonare musica elettronica. Tuttavia. Beatport ha recentemente reintrodotto Beatsource in collaborazione con DJcity come download store “open format” per una più ampia fonte di musica, inclusi hip-hop e mash-up. Quando arriverà l’integrazione con Denon, Beatport rilascerà un abbonamento Beatsource Link.

La domanda nasce spontanea: come la mettiamo in Italia con Licenza DJ Online di SIAE?

Bene facciamo subito chiarezza. Se stavate cercando una soluzione per togliervi di torno questo ridicolo balzello all’italiana allora potrebbe essere la scelta giusta per voi. Ricordiamo infatti che il principio alla base della Licenza é la “copia ad uso lavoro”. In altre parole la licenza entra in gioco solo se una traccia viene riversata, spostata, copiata da un supporto ad un altro. Se si compra da Beatport e si scarica sul disco del pc e poi si esporta su una pen drive usb scatta la licenza. Se invece si riproduce la traccia in pubblico utilizzando lo stesso hard disk su cui é stata originariamente scaricata la licenza non serve. Con lo streaming, di fatto, si accantona completamente la questione perché la riproduzione avviene in streaming o (In futuro) direttamente dal dispositivo Denon (e altre marche) che archivia le tracce offline per ovviare all’assenza di una connessione internet.

Recensione: NI Kontrol X1

Oggi vi proponiamo la recensione del Traktor Kontrol X1, il controller midi di Native Instruments appositamente creato per la gestione di  Traktor. Precisiamo subito, tuttavia, che il Kontrol X1 è rimappabile e compatibile con qualsiasi software e che nella confezione viene fornita di serie una mascherina con i comandi fondamentali di Serato.

Il Kontrol X1 viene presentato in una confezione di notevole impatto, in tipico stile Native Instruments. Il frontale della confezione ha un pieghevole che, una volta aperto, rivela uno schema del controller con la relativa suddivisione in zone.  All’interno possiamo trovare il controller, il cavo usb per il collegamento con computers, il manuale tradotto in varie lingue (manca l’italiano), il Cd contenente i drivers, Traktor LE (ossia la versione dimostrativa di Traktor Pro) Kore Selection e per finire Kore Player.

X1 si dimostra solidissimo con una case  simil-alluminio che offre leggerezza ma al tempo stesso conferisce il giusto bilanciamento. Alla base troviamo  4 piedini in gomma che assicurano il controller al piano di appoggio, anche durante le sessioni più estreme, e scongiurano il rischio cdi vederlo ballare durante una performance. I pulsanti sono di ottima plastica indurita ed hanno un’escursione abbastanza corta. Ogni volta che vengono premuti producono il tipico click che permette di non avere dubbi circa l’effettiva pressione del tasto. Contestualmente ogni singolo pulsante si illumina di un colore blu, rosso o bianco (a seconda della funzione), in modo che l’utente abbia sempre sotto controllo quello che stà succedendo all’interno del software e quali funzioni sono state attivate.  I comandi rotativi ed i potenziometri sono costruiti di una plastica nera dura, piacevolissima al tatto, con un ottimo grip. Ogni comando rotativo presenta un meccanismo di “resistenza” alla rotazione dall’ottimo feedback tattile. Ogni knob ha  una tacca centrale che ci permette sempre di sapere quando abbiamo riportato la rotellina in posizione centrale.

Spesso il punto debole dei  MIDI controllers risiede difficoltà di integrare alla perfezione il dispositivo col software e nella conseguente necessità di creare mappature specifiche che richiedono un minimo di destrezza in ambito di programmazione MIDI. La Native Instruments viene incontro a tutti coloro che vogliono semplicemente essere Dj senza preoccuparsi di mappare il tutto e ha reso il Kontrol X1 hot-pluggable e completamente funzionante e mappato fin dalla prima connessione. Per integrare il Kontrol con qualsiasi versione del proprio Traktor basta infatti collegarlo alla presa usb del vostro Pc o Mac, installare i drivers e far partire il software (Salvo il fatto che le nuove versioni di Traktor Duo/Pro installano direttamente i drivers). Dopodichè Traktor completerà Il Plug & Play automaticamente ed in men che non si dica saremo pronti ad utilizzare il Kontrol X1. Ricordiamo inoltre che il controller è totalmente ri-mappabile per qualsiasi software e viene fornito già pre-mappato anche per Serato Scratch Live 1.9-maggiori dettagli per il controllo di Serato possono essere trovati seguendo questo link: http://www.native-instruments.com/#/en/products/dj/traktor-kontrol-x1/?page=1222– rendendolo un controller universale.

Il controller, se utilizzato con la sua mappatura standard, permette di controllare tutte le funzioni trasporto quali: Play, Pause, Cue, Cup, Load Track, Searching Track, Sync, tutte le funzioni dei loops (durata, inizio e fine), e mette a disposizione un intero banco di 8 hot-cues assegnabili per deck. In più consente di avere controllo totale sulla sezione effetti e su vari altri parametri come il tempo, il pitch bend  e così via. Naturalmente essendo un controller midi totalmente ri-mappabile l’usabilità finale sarà sempre soggettiva. Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo trovato lacunoso il fatto di non avere nella mappatura standard il controllo dello navigazione tra le varie playlist, ma solo delle tracce contenute in ciascuna di esse, il che costringe l’utente a selezionare la playlist desiderata attraverso il pad del computer o la relativa tastiera. Il controller viene venduto ad un prezzo di 199 euro. Il prezzo é, a nostro avviso, più che giustificato data l’alta qualità della componentistica, l’immediata integrazione ed un work-flow davvero intuitivo e ben pianificato. Il controller è appunto semplice da usare ed aggiunge quel controllo totale che ogni utente di traktor ha sempre ricercato in qualsiasi controller. E’ una soluzione perfetta per chi utilizza un sistema DVS con time-code dato che permette di attivare tutte quelle funzioni che prima rimanevano prerogativa della tastiera. Ci sentiamo di consigliarlo anche a tutti coloro che operano con mixer esterno, un pò meno a coloro che fanno uso del software con mixer interno.

Vestax TR-1: la recensione

Grazie ai nostri amici di WebDeejay, ringraziamo in particolar modo Electroclash, oggi abbiamo la possibilità di mostrarvi la recensione del Vestax TR-1, controller midi sviluppato da vestax, per lavorare in sinergia perfetta con Traktor…

Prezzo: lo street price oscilla tra i 495 e i 550 Euro. Stiamo parlando di un controller usb privo di interfaccia audio, quindi, a differenza della macchine finora da me recensite, possiamo parlare di rapporto qualità/prezzo e non di prestazioni/prezzo, essendo esso incapace di emettere suoni o applicare effetti propri. In base a quanto esporrò di seguito credo si possa meritare un 8- : perché il meno? leggete la recensione e capirete.. Come mai un controller senza scheda interna in vendita a 500 euro si merita un voto alto? Perché se contiamo i parametri direttamente controllabili, senza l’incrocio di dita tipo “Shanghai”, se immaginiamo i componenti che Vestax ha utilizzato all’interno e valutiamo quelli che vediamo e se, non per ultimo, guardiamo gli altri controller con tali caratteristiche, ci si può facilmente rendere conto che il costo è in linea con la concorrenza.
Vorto 8-

TR-1 Box 2

Confezione e dotazione: sarà la crisi di mercato, sarà che sono abituato a Apple, ma ultimamente mi pare che il packaging nel campo dell’elettronica sia solo un contenitore per l’oggetto e null’altro.. sarò un nostalgico, ma quando apro una scatola mi sento sempre come un bimbo che apre un regalo, e tale scarsità mi lascia un po’ perplesso. All’interno troviamo il controller avvolto in una busta di plastica trasparente, infilato in due sostegni gommati che lo tengono sospeso durante il trasporto. Poi ecco una busta azzurra: cosa conterrà mai? Degli esami clinici? .. ma no, è solamente il contenitore di carta per la dotazione: cavo USB, cd con la versione LE di Traktor, un set di adesivi (sempre molto apprezzato) e il manuale solo in inglese. Nulla di eccezionale insomma, manca l’alimentatore opzionale trattandosi di un’unità bus powered, ma almeno hanno messo il cavo USB
Voto 7

Qualità costruttiva: credo che questo sia il punto più interessante da analizzare. Parliamo di Vestax, sinonimo da anni di elevata qualità costruttiva, durata degli assemblaggi e, nel caso di mixer, elevata resa sonora. Sono consapevole che la casa ha già prodotto altri controller, ma questo è il primo che mi capita di utilizzare e posso solo confrontarlo con altri oggetti simili di altre case (Akai, Novation e Pioneer stessa). Il TR-1 colpisce subito in modo positivo: decisamente pesante e solido nel complesso pesa 2,6 Kg. La larghezza è praticamene quella di un Mac Book Pro Unibody da 15″: largh: 359 x profondità 198 x altezza 35 mm

La superficie superiore è in alluminio con la tipica colorazione light gold di Vestax, la scocca invece credo sia in ferro: non conosco la componentistica interna ma l’assemblaggio è ineccepibile. Nessun scricchiolio, nessun comando poco fissato. I faders e il pitch control sono identici, abbastanza leggeri ma comunque con un leggero attrito: ricordiamo che i faders sono ad alta precisione, ciò è facilmente testabile con la regolazione della curva di taglio modificabile con la rotellina posta sul davanti della scocca insieme al regolatore di intensità di illuminazione. I tasti sono di plastica dura e liscia, apparentemente poco precisi, ma tutto sommato abbastanza reattivi. I rotativi (knob) sono finalmente gli stessi dei mixer Vestax: plastica colorata come il controller e presa con le dita collaudata. Ho avuto però un problema che vi descriverò a fine recensione. Non mi hanno per niente convinto invece i bottoncini piccoli che servono per cambiare il deck del quale controlliamo i loop o gli effetti: non essendo funzioni così “secondarie” non vi è alcun motivo di utilizzare tasti così piccoli e delicati. Nulla da ridire sulle levette per il deck selection, ma per il browser è assolutamente inutilizzabile la funzione di “push”, ovvero il clic sulla stessa che dovrebbe servire per una preview della canzone.

Connettività: il TR-1 è stato studiato per l’utilizzo con Traktor, quindi forse i progettisti hanno dato per scontato che esso debba sempre essere affiancato ad un computer. Forse per questo si spiega l’assenza di connessioni midi standard: tutto passa per la USB. Se da un lato l’USB ci permette un editing avanzato e veloce delle interfacce midi vorrei ricordare ai produttori (in generale) che i notebook, ma anche i computer desktop, non hanno poi così tante USB… e ovviamente capita spesso che le interfacce facciano bizze se connesse via HUB, costrette a convivere con schede audio, altri controller e, venendo al dunque, altre interfacce midi. Vabeh, questo è un oggetto da Dj e non tutti i dj si portano dietro una tastiera o strumenti che necessitano midi, ma basta pensare che la Native Instruments pubblicizza tanto Traktor in accoppiata con Audio 8 e Maschine.. ed ecco che le USB sono già finite.. un Midi In/Out/Th sarebbe stato gradito dal sottoscritto visto il prezzo dell’attrezzo. Cambiando discorso, sul retro troviamo l’interruttore per accendere il TR-1 e scegliere se vogliamo usare un alimentatore opzionale o la corrente che passa per l’USB.
Voto 7

Funzioni e usabilità: parlando di controller midi si pensa sempre a superfici completamente mappabili a nostro piacimento. In questo caso non è del tutto vero, complice l’assenza di un editor che ci permetta di cambiare le informazioni inviate dai bottoni e knobs o semplicemente che ci permetta di cambiare il canale midi. Diciamo che il TR-1 è nato per essere utilizzato con Traktor e solo in tale occasione risulta quasi perfetto, in tutte le altre situazioni potrebbe non reggere il confronto con altri prodotti pur avendo a disposizione una elevata quantità di controlli. Nella versione PRO di Traktor si trova già il file TSI identico a quello scaricabile dal sito Vestax: la mappatura è ben fatta, ma ho sentito l’esigenza di apportarvi qualche modifica. In questo caso il gioco lo farà il software Native Instruments che ci permette di creare in modo semplice la nostra configurazione ideale utilizzando anche la funzione Modifier (in pratica uno shift evoluto). Ho notato infatti l’impossibilità di scegliere gli effetti se siamo in modalità chained, l’impossibilità di muoverci all’interno del browser cambiando cartelle, una funzione cue identica ai cdj e, per essere pignoli, anche la possibilità di spostarsi all’interno del brano per affinare la posizione di lancio della canzone. Reputo inutili invece le funzioni implementate “di serie” del Grid e di Cue Back/Fwd, ma forse è una questione di abitudini di utilizzo. Segnalo che il tasto “shift” non è un modifier e non è mappabile! Se lo spingete insomma Traktor non riceverà niente: si tratta probabilmente di un tasto legato elettronicamente a quelli che vedete “sottolineati” in blu, quindi solo su questi potrete avere doppia funzione. In alternativa dovrete usare un’altro tasto sacrificato per essere mappato come modifier.

Risulta invece completissima e comodissima la sezione di controllo degli effetti e dei loop. Con i due tasti neri “CH” nella sezione “Move Control” possiamo selezionare il canale del quale stiamo modificando il loop, quindi con value andremo a sceglierne la durata, per poi lanciarlo/uscirne con il tasto Loop. Per quanto riguarda gli effetti invece abbiamo sotto le mani ciò che solitamente vediamo sullo schermo di Traktor: il Dry/Wet per ciascun effetto e i 3 parametri che cambiano a seconda che utilizziamo la modalità advanced o chained. Non sto a soffermarmi sulle funzioni basilari e ben eseguite dal controller, come il pitch bend, il pitch control e, perché no, il sync: dopo qualche serata posso solo confermare che è un prodotto rivolto a chi utilizza molto la funzione sync. Come notate manca una jog e le correzioni possono essere fatte solo con i tasti di pitch bend. A causa della difficoltà nel cercare il primo punto di cue qualora quello rilevato in automatico non vi vada a genio vi consiglio vivamente di dare una controllata alla playlist a casa prima di uscire… Nella parte centrale troviamo la sezione mixer: eq., filter e nuovamente tutto ciò che vedete a video. La novità sta nei due selettori per i decks: la Vestax propone il TR-1 come controller adatto per chi utilizza 4 decks. In effetti, pur avendo dimensioni ridotte, basta switchare la levetta posta sull’alto (A/C, B/D) e controlleremo i rispettivi decks. Ovviamente sarebbe bello avere tutto a portata di mano, ma ciò significherebbe duplicare i faders, gli knobs, ecc.. con il risultato di avere un prodotto grande almeno il doppio. Durante l’utilizzo i tasti si illuminano di bianco e blu in alcuni casi, o di rosso in altri e l’aspetto è gradevole e oltre che rendere facile l’utilizzo: qualora l’illuminazione vi risulti troppo intensa essa si può regolare con la rotellina posta sul davanti della macchina: nei tasti con doppia illuminazione ammetto che il risultato non è dei migliori, sempre per essere pignoli il blu è facilmente confondibile con il bianco.

Concludo con un voto molto buono, direi tra il 7 e l’8, per un prodotto che è consigliato a chi deve controllare Traktor, usa molto l’autosync e si prepara i set prima di uscire.

PRO:
– Quantità di controlli
– Mappatura ottima per effetti e loop
– Interfaccia intuitiva e facile da installare

CONTRO
– Assenza di Jog e controller per il Browser
– Mappatura migliorabile per alcune funzioni
– Non così facile da gestire se si utlizzano 4 Decks

Vi ricordiamo inoltre che la recensione è anche leggibile in originale al seguente link