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[Tutorial] Come Evitare Il Blocco e Terminare La Produzione di una Traccia

Ammettiamolo, molti di noi trascorrono troppo tempo su un brano. La triste verità è che, spesso e volentieri certe tracce non vedono mai la luce e restano sul disco rigido. Quella traccia è passata dall’essere la nostra più grande idea, al peggior incubo e frustrazione. Quindi la domanda è: cosa facciamo?

Fermarsi e smettere di girarci intorno in modo inconcludente. Se abbiamo sbattuto contro il muro, chiaramente non si sta andando da nessuna parte, quindi riconosciamo che è il momento di un’azione drastica.

Liberiamocene

Occorrono due secondi per trascinare un file nel cestino. Problema risolto. Ma questa è davvero una sconfitta? Abbiamo scelto una soluzione pigra e abbiamo sprecato tutto il tempo speso per modificare e trasformare quelle idee fantastiche in qualcosa di incompiuto. Ma è davvero così? Guardiamo la cosa da una prospettiva differente: è una vittoria, qualcosa che avremmo dovuto fare mesi o anni fa. Abbiamo risparmiato ilnostro futuro tempo personale, che potrebbe essere speso per andare avanti con il prossimo capolavoro.

Poteremmo rimarrai molto stupiti di quanto sia soddisfacente eliminare una traccia, specialmente se ha una “data dell’ultima modifica” dell’inizio di questo secolo. Libera la mente e il disco rigido.


Terminiamolo

Il fatto che siamo a corto di idee per eventuali aggiunte suggerisce davvero che non si va oltre, quindi contrassegnare la canzone come un momento nel tempo, masterizziamola su un CD, magari intitolato “Da Ricordare”, oppure caricchiamola su Soundcloud. Una volta che è su un supporto che non è il nostro disco rigido locale. Il ripping di una canzone o anche di una serie di idee su un file stereo può portare alla conclusione , se non altro, spronarci a oltrepassare il traguardo.


Focus

Cosa succede se la nostra idea non è chiaramente completa, solo una cozzaglia di loop? Per uscire dal circolo vizioso, potreebbe essere di aiuto focalizzarsi sulla traccia stessa. Sbarazziamoci di tutto ciò che la circonda, della lista infinita di motivi per cui non dovremmo finirla, come altri brani e remix, videogiochi, tutto quel lavoro che dobbiamo completare. Potremmo fingere di completare questa traccia come parte di una commissione. Niente crea adrenalina che cercare di fare qualcosa entro un certo lasso di tempo. Non si completata per tempo? Siamo licenziati.

Remix

Se ci rimane ancora una traccia che rischia di andare in putrefazione possiamo provare a toglierla dal proprio contesto originario e portare l’idea di partenza in una direzione completamente nuova. Remixiamola, facendo in modo che il groove e le note portino a suoni diversi. Aumentiamo o diminuiamo il tempo, cambiamo il genere. Bisogna essere audaci e drastici. Software come Loopcloud di Loopmasters possono farci cambiare direzione velocemente permettendo di ascoltare nuovi campioni adatti a ogni genere musicale in un istante.

Possiamo provare anche a eliminare tutti gli elementi tranne uno o due nella melodia; riportandola all’idea centrale. Abbattendo la casa fino alle fondamenta, si può ricostruire qualcosa di completamente nuovo.


Collaborazione


Se dopo aver provato ogni strada siamo ancora combattuti, c’è una soluzione estrema ma efficace: dare la traccia a qualcun altro e chiedere la sua collaborazione. Un altro paio o occhi ed orecchie potrebbero fare miracoli. Se il pensiero di condividere questa idea con qualcun altro ci spaventa, allora forse è il momento di lasciar perdere.


Forse si tratta di accettare semplicemente che la nostra traccia non sarà mai finita e che la vera perfezione non potrà mai essere raggiunta. Prendere coscienza cheil brano avrà sempre delle imperfezioni potrebbe dare la chiusura di cui abbiamo bisogno. Accettiamo il fatto che potremmo sprecare mesi o anni a lottare per qualcosa di semplicemente impossibile da ottenere.

Quindi cancelliamolo, finiamolo, trasferiamolo sul cloud o su un CD. Facciamolo diventare qualcos’altro, remixiamolo o mettiamolo nelle mani di qualcun altro e lasciamo che la sua differente prospettiva ci apra la mente. Ma non lasciamolo decantare troppo a lungo.

Mastering di una traccia in pochi minuti

 

 

 

Masterizzare le nostre tracce può trasformarsi in un campo minato ed è un processo che viene spesso visto come prerogativa del professionista del suono. Tuttavia, se il nostro proposito è quello di finalizzare le tracce per un demo, un DJ Set o l’utilizzo sul web potremmo voler gestire il lavoro da soli. In questo tutorial, impareremo a masterizzare velocemente e facilmente una traccia.

Software e Apparecchiature Utilizzati

Questo tutorial è stato realizzato in ambiente LOGIC Pro 8, utilizzando un misto di Plug-ins nativi di Logic e Processori di terze parti prodotti da Universal Audio. Sebbene questo specifico mix di prodotti sia stato utilizzato per le finalità del tutorial, tutte le tecniche sono da considerarsi generiche e potranno essere estese a qualsiasi genere di musica utilizzando plug-ins simili e qualsiasi altro software DAW (Digital Audio Workstation), sia esso Fruity Studio, Cubase, Sonar etc.

Primo Passo

Iniziamo aggiungendo una traccia stereo per fare posto alla nostra traccia da masterizzare. Quest’ultima dovrebbe essere una versione esportata o registrata del nostro pezzo completo. Per un miglior risultato dovrebbe avere il più alto bit-rate possibile. Per esempio, se il nostro progetto originale è stato registrato a 24 bit, allora questa dovrebbe anch’essa essere impostata a 24 bit.

Per consentire la massima flessibilità alla masterizzazione sarebbe il caso di limitare al minimo gli Effetti sulla traccia pre-master. Questo significa niente compressori, limitatori o equalizzatori sul master output mentre riversiamo il nostro mix finale su disco. Ricordiamo sempre che, a lavoro ultimato, è possibile aggiungere effetti, ma non eliminarli.

 

 

Secondo Passo

Verifichiamo di avere sufficiente “headroom” (ossia Il livello massimo di sicurezza consentito senza produrre distorsioni per sovraccarico) per far operare i nostri effetti di masterizzazione. Facciamo questo riproducendo la traccia nel suo punto più alto e verificando il picco massimo indicato dal master output. Certamente il clipping (ossia il livello massimo di potenza sopportato da generico sistema audio di input prima che incominci la distorsione analogica o il rumore digitale) non è così critico come lo era nei sistemi analogici, ma in ogni caso resta buona prassi evitare enormi sovraccarichi ove possibile.

Terzo Passo

Ci sono ovviamente alcuni modi diversi per costruire una catena di masterizzazione ma la collezione di effetti seguente ci consentirà di svolgere il lavoro con il minimo sforzo.

Il Primo Plug-in nella nostra catena è il compressore. Assegnare un compressore all’intera linea di missaggio (Mix Bus) è conosciuto come “Compressione del Bus” ed il suo obiettivo principale è quello di assicurare che le dinamiche dell’intero progetto siano il più uniformi possibile. Questo tipo di compressione fungerà anche come un collante per il nostro missaggio, congiungendo elementi diversi.

In questa sede parlare di Attacco Lungo (Attacco = Ampiezza del suono che cresce), Tempi di Rilascio (Rilascio = Ampiezza del suono che diminuisce fino ad esaurirsi) e Rapporti Bassi (Ratio), equivale a dire: “maggior trasparenza possibile”. Indipendentemente dal tipo di compressore utilizzato, ogni filtro di questo tipo, purché di buona qualità, sarà in grado di svolgere decorosamente il lavoro ma, se desideriamo la qualità assoluta, sarà opportuno pensare di investire in un plug-in di compressione dedicato. Con il compressore giusto potremo evitare di ricorrere a consistenti riduzioni del guadagno (Gain) conservando il “feel” originale della nostra traccia.

Quarto Passo

Il prossimo scenario è quello in cui ci dovremo chiedere se la nostra traccia necessiti o meno di una equalizzazione. Ovviamente questo è uno degli aspetti più soggettivi ma dovremo comunque tenere prensenti alcune linee guida.

Ricordiamoci di tenere i punti Q bassi e ridurre al minimo le aggiunte e/o diminuzioni di frequenza. In questo modo eviteremo di colorare eccessivamente un determinato gruppo di strumenti. Se ci ritroviamo ad aggiungere molta equalizzazione ad una determinata area, potrebbe essere il caso di fare un passo indietro nel processo di missaggio. Se lo abbiamo a disposizione, proviamo ad utilizzare un equalizzatore di fase lineare o un plug-in di masterizzazione dedicato, in modo da impartire minor “carattere” al missaggio finale.

Quinto Passo

Per consentire al resto degli effetti della catena di masterizzazione di svolgere correttamente il proprio lavoro e non essere sovraccaricati dalle frequenze sub-soniche, è una buona idea rimuovere in questa fase tutto ciò che sta al disotto dei 30 Hz. Questo ci dovrebbe permettere di rimuovere tutto il rumore di sottofondo indesiderato.

Certamente si può raggiungere il medesimo obiettivo nella fase di equalizzazione (Punto precedente) ma è senz’altro preferibile designare allo scopo uno specifico plug-in

Sesto Passo

Se avvertiamo che il nostro missaggio è ancora afflitto da aree in cui le frequenze sono troppo forti o, al contrario, troppo deboli, un eccellente soluzione potrebbe essere quella di ricorrere ad un compressore multi-banda. La maggior parte dei software audio DAW sono corredati di un proprio compressore di questo tipo, ma ne esistono moltissimi che possono essere acquistati da produttori di terze parti.

Di base, utilizzare questa tipologia di compressore permette limitare certe frequenze, amplificarle o tagliarle dinamicamente. Questo modo di operare è decisamente più trasparente rispetto ad un massiccio ricorso all’ equalizzazione ed è una buona cosa prestare particolare attenzione a tale approccio.

Settimo Passo

Talvolta un leggero rafforzamento dell’immagine stereo può dare un tocco “magico” al processo di masterizzazione. Questo intervento non va certo considerato una regola dal momento che i requisiti di ogni traccia possono essere sostanzialmente diversi. Tuttavia va detto che a tale scopo si rendono disponibili numerosi effetti e ciascuno dovrebbe eseguire una scelta personale, giudicando quello che sposa meglio le proprie esigenze.

All’interno di Logic 8, ad esempio, troviamo Stereo Spread. Qualunque sia quello che decideremo di utilizzare teniamo a mente di operare unicamente sulle frequenze più alte, lasciando intatta la parte bassa dello spettro. In caso contrario, finiremo col ritrovarci un missaggio di basso profilo ed il master non verrà riprodotto decentemente in altri sistemi.

Ottavo Passo

Il passaggio finale nella nostra catena è il processo di limitazione “brick-wall” (Muro di mattoni) che ha lo scopo di incrementare il volume percepito nel missaggio finale. Un limitatore di masterizzazione si comporta più o meno come tutti gli altri limitatori, l’unica differenza sta nel fatto che il tipo di settaggio specifico “brick-wall” impedisce all’audio di superare il livello impostato dall’utente. Aggiungiamo guadagno all’ input ed il risultato sarà un suono denso e amplificato (Maximised), rendendo così il nostro master decisamente più potente.

Un limitatore di masterizzazione dovrà essere considerato obbligatorio in questa sede. Altra regola da non omettere sarà quella di non introdurre troppo guadagno nel processo di missaggio e preservare parte della dinamica originaria.

Nono Passo

La vera finalizzazione la opereremo ritagliando (Trimming) il nostro master, non prima però di averlo esportato ed effettuato il dithering del missaggio. Se il nostro missaggio è stato registrato ed esportato a 16 bit, non dovremo fare altro, a parte ritagliare l’inizio e la fine del nostro file audio. Se, invece, il missaggio è stato registrato a 24 bit, sarà il momento di operare il dithering.

Il dithering è un processo di compressione che consente di ridurre i files a 24 bit in file a 16 bit, senza penalizzare eccessivamente la qualità. Questa operazione viene eseguita una sola volta durante il processo di masterizzazione ed è sempre buona regola quella di utilizzare il miglior algoritmo messo a disposizione dal nostro software DAW. Se ci affidiamo all’ algoritmo “POW-r” o al “Apogee” non possiamo sbagliare. Solitamente questi ultimi sono inclusi nella maggior parte dei DAW di ultima generazione.