Archivi tag: Tutorials

[Tutorial] Equalizzare i layers della cassa (Kick Drum)

Come naturale estensione del nostro precedente tutorial relativo alla stratificazione dei campioni di kick drum al fine di ottenere un nuovo suono che esprima il meglio di tutti i samples utilizzati, oggi andiamo a valutare con maggiore dettaglio come si deve intervenire a livello di equalizzazione per fare in modo che la stratificazione risulti efficace.

Ad ogni strato (layer)/campione deve essere dato il proprio spazio nello spettro di frequenza senza che tra essi vi siano interferenze. Se le frequenze di un certo layer si sovrappongono a quelle di un altro campione, il suono diventerà impastato e incontrollabile dinamicamente. Per raggiungere un risultato ottimale dovremo tagliare le frequenze nei punti in cui si sovrappongono i vari layers attraverso l’utilizzo di  un equalizzatore.

overlapping-frequenciesGli strati / campioni che scegliamo dovranno corrispondere alle seguenti parti della grancassa

  • Il click si colloca sopra di 1 kHz e corrisponde alla fascia alta dello spettro
  • La spinta (il corpo per intenderci)  si trova tra 100 Hz e 1 kHz e corrisponde alla regione dei medi
  • La coda siede sotto 100Hz (regione sub) e corrisponde alla fascia bassa

Dovremo applicare un equalizzatore su ciascuno degli strati e tagliare le frequenze delle regioni in cui il layer su cui stiamo operando non vogliamo risulti presente. Ciò significa che per la parte responsabile del click  si dovrebbe tagliare il volume (in termini di decibel) all’ intera regione sotto 1 kHz.  Per il corpo taglieremo tutto quello che sta sopra 1 kHz e sotto i 100 Hz mentre per la coda, tutto taglieremo sopra  i 100 Hz.
QuestI valori sono ovviamente approssimativi e variano a seconda del tipo di kick drum che desideriamo creare, ma anche in base al genere musicale e al gusto personale. L’obiettivo è quello di fare in modo che le frequenze delle varie parti non si sovrappongono tra loro.

Lo strato relativo alla fascia più bassa delle frequenze (Low End)  è ciò che conferisce il corpo fondamentale della nostra cassa. Esso si colloca sotto i 100 Hz nello spettro di frequenze, conosciuta anche come la regione sub. La regione sub è anche dove trova spazio la linea di basso. Dal momento che diversi suoni che abitano la stessa gamma di frequenze danno inesorabilmente luogo a problemi  nel mondo della produzione musicale, diventa fondamentale creare spazio anche per il basso nella regione sub. Questo di solito si traduce in una lotta tra la cassa e il basso su chi dei due si accaparra uno specifico spazio in ogni singolo istante della nostra traccia. Prima di procedere ad interventi più complessi e mirati la prima cosa da fare sarà tagliare nel layer di kick relativo alla fascia bassa tutto ciò che siede sotto i 30 Hz. Questo ci consente di pulire la fascia bassa e riservare spazio per il basso.

Nel prossimo tutorial andremo ad approfondire proprio le tecniche da adottare per far convivere la linea di basso con il nostro kick drum.

[Tutorial] Layered Kick Drum: il metodo della stratificazione

Oggi il nostro Giona Guidi ci spiega come ottenere dei suoni di Kick più corposi ed accattivanti attraverso la tecnica di layering, ossia la cosiddetta stratificazione.

La cassa è una delle componenti più importanti del vostro brano. Per questa ragione, nel mio precedente tutorial incentrato sull’organizzazione e razionalizzazione dello spazio di lavoro del proprio sequencer,  ho sottolineato che la categoria del groove ritmico (che personalmente codifico con il colore bianco) è quella che posiziono nella parte superiore della finestra di arrangiamento, proprio perché è il primo passo che compio nell’affrontare un nuovo progetto. Specialmente quando si parla di musica elettronica è molto importante che il kick drum risulti sempre presente e ben definito all’interno del nostro arrangiamento.  Una delle tecniche funzionali a tale scopo è quella di costruire il suono di kick attraverso la sovrapposizione di 2 o più suoni di cassa differenti, il layering.

Samples Master-Slave

La prima cosa da cui partire è quella che può sembrare più banale ma, credetemi, è tutt’altro che scontata: scegliere campioni di kick di ottima qualità. Come in cucina anche nella produzione di musica vale la regola ” per preparare un buon piatto bisogna usare gli ingredienti giusti”.  Se si scelgono campioni mediocri il risultato non potrà essere sicuramente ciò a cui aspiriamo anzi, c’è una seria possibilità che la stratificazione possa portare a risultati anche peggiori del singolo campione di partenza.

Kick Master

Kick Slave

Nelle librerie di suoni che troviamo in commercio possiamo trovare spesso gruppi di suoni ottenuti con il layering.  Questi campioni sono realizzati stratificando i suoni provenienti da differenti  batterie oppure registrazioni di uno stessa batteria attraverso però microfoni di varie marche e/o posizionati in modo diverso durante la ripresa (take). Sfruttando il medesimo principio possiamo sfruttare queste stesse tecniche per ottenere una cassa con maggiore corpo e timbro, magari sommando un campione di kick dotato di una punta maggiore nell’attacco ad un’altro con più corpo nelle basse frequenze.  A scanso di equivoci, tuttavia, mi preme sottolineare che il concetto di somma dei suoni è subordinato alle medesime regole del mixaggio di un dj. Quando un dj (e molti di voi lo saranno) miscela due brani agisce sull’equalizzazione dei singoli canali per ottenere un passaggio pulito in cui la sovrapposizione delle frequenze non generi distorsioni o l’impasto del suono in pista. Allo stesso modo il layering va di pari passo con opportune tecniche di compressione ed  equalizzazione che hanno lo scopo di non impastare il suono ed ottenere un risultato pulito ed efficace.

Kick Master + Slave (No Sidechain)


 

Compressione Sidechain

Partiremo quindi dal campione “master”, ossia quello che abbiamo scelto per il suo corpo nelle basse frequenze ed inseriremo un compressore con effetto sidechain posto sul campione che invece spicca per la maggiore punta nell’ attacco. La sorgente del sidechain sarà ovviamente il campione master, sul quale andremo ad aggiungere la punta. Grazie ad una adeguata regolazione dei parametri di attacco e rilascio (attack e release) del compressore potremo isolare la parte che ci interessa utilizzare e valorizzare nel secondo campione (punta) eliminando o  anche solo attenuando (in base alle regolazioni effettuate su attacco e rilascio) tutto il resto.

Sidechain Master-Slave

Esistono molteplici plugins in grado di assisterci nella realizzazione di un layered kick, alcuni di essi semplificano moltissimo questa procedura essendo stati creati appositamente per tale scopo. Tuttavia, sono qui per condividere con voi la tecnica di base che ci permette di ottenere l’obiettivo, anche in assenza di specifici plugins.

Kick Master+Slave (Sidechain)


 

Equalizzazione

Quando si interviene sulle equalizzazioni è sempre buona norma non esagerare con il boost, ossia nel pompare le basse frequenze. Tenendo presente che non esistono indicazioni valide universalmente e che tutto può avere una moderata variabilità in funzione del campione utilizzato, un lieve incremento (2/5 db) con una campanatura abbastanza larga (Q) nella zona tra gli 80 e i 120 Hz, dovrebbe valorizzare il campione master. Nel mio caso ho voluto  dare ulteriore incremento tra i 2 e i 5 KHz, per enfatizzare la punta del campione master, sebbene in questa gamma di frequenze sarà protagonista il campione slave. Un ultimo ritocco sempre piuttosto utile è quello di eliminare con un filtro passa basso tutta quella parte di spettro nella quale non c’è contenuto musicale o dove andrà a sedersi il suono del basso, contribuendo così a ripulire il mix finale. Per quanto riguarda il campione slave andremo invece a tagliare col filtro passa basso tutta la gamma sotto i 100 Hz andando così a supportare il compressore sidechain nell’eliminazione di tutto ciò che non ci interessa valorizzare di questo sample. Una curva EQ di tipo  high shelf con guadagno di circa 3/4db, preceduta da una riduzione a campana di circa 2/3 db sui 4Khz mi è servita a valorizzare le alte frequenze della punta che ci interessavano particolarmente in questo strato (layer) del kick slave.

EQ Master-Slave

Per rifinire il tutto sono andato a ridurre di 2 db il volume del campione slave per avere un bilanciamento ottimale sella somma dei miei due layers.

Kick Master + Slave (Sidechain & EQ)


 

Compressione

Quando si parla di kick drum e del relativo layering, la compressione ha un significato più artistico che tecnico visto che,  in linea generale, i campioni di kick drum non necessitano di una riduzione della gamma dinamica, scopo per i quali i compressori sono stati costruiti.  Il compressore servirà, piuttosto, ad alterare il tono, estrarre dettagli del campione o, addirittura, allungarne la coda. Assumono grande importanza quindi i parametri di attacco e di rilascio del compressore. Il controllo di attacco aiuterà a plasmare il tono del suono della cassa; se é troppo lento perderemo il transient del suono, se è troppo veloce non permetteremo al compressore di svolgere la propria funzione. Il controllo di rilascio dovrebbe essere impostato in modo tale che la riduzione del gain possa tornare a zero prima che venga suonato nuovamente.

Potete fare riferimento allo schema che allego per avere un riferimento visivo e pratico di quali frequenze maneggiare per ottenere il risultato voluto.

Bass Freq
Bass Freq

Un ringraziamento a Giona Guidi per il tutorial, a iZotope e Ableton per averci messo a disposizione il software ed i plugins utilizzati in questo tutorial.

[Tutorial]…Speriamo che me la CAVO!

Senza vene ed arterie, il nostro cuore non potrebbe pompare il sangue ai nostri organi permettendoci di vivere! Senza cavi audio il dj non potrebbe dirigere il flusso elettrico della sua musica dal disco alla folla! Forse la poetica non è il mio forte, ma almeno in ambito tecnico… me la cavo!

Con questo articolo cercheremo di spiegarvi tutto ciò che è necessario conoscere sulle vene ed arterie del nostro dj setup!

Cominciamo col comprendere che tipo di segnali elettrici possono attraversare i nostri cavi. Ci sono principalmente 3 tipi di segnale:  

-Microfonico (0 v ÷ 0,075 v)  

– Linea (0,075 v ÷ 24,5 v)

-Potenza (24,5 v ÷ 100 v e più)

Questi voltaggi sono solo indicativi, ma sono sufficientemente precisi per farci capire le proporzioni tra di essi. Il segnale microfonico è quello generato da componenti “passivi”, come appunto i microfoni, che non hanno bisogno di alimentazione elettrica per la trasduzione* del segnale (* trasformare una grandezza meccanica come le vibrazioni dell’aria in una grandezza elettrica). I segnali di linea invece vengono prodotti da dispositivi attivi che necessitano di energia elettrica per lavorare (lettori CD, sintetizzatori, effettistica e processori). Infine i segnali di potenza sono quelli inviati dagli amplificatori di potenza ai diffusori. Sembrerà strano ma anche il segnale che pilota le nostre cuffie è un segnale di potenza! Un’altro tipo di segnale anomalo è quello dato dai giradischi in cui l’energia elettrica viene adoperata non per la trasduzione del suono ma solo per la rotazione del piatto! Infatti se non colleghiamo l’alimentazione ma facciamo girare il piatto con le mani ascolteremo lo stesso il suono trasdotto passivamente dalla puntina! Il segnale phono quindi è un segnale microfonico.

Come già sappiamo (se eravamo presenti alla lezione di elettronica a scuola….) per trasmettere elettricità c’è bisogno di creare un circuito, per questo nei cavi troviamo sempre almeno 2 conduttori elettrici, uno si collegherà al contatto positivo mentre l’altro, la “massa”, a quello negativo. Di solito la massa viene collegata alla maglia metallica che ricopre l’interno del cavo. Questo tipo di collegamento viene detto sbilanciato e nonostante sia adatto praticamente a tutti i segnali audio, è particolarmente soggetto alle interferenze esterne sopratutto se usato con segnali di basso livello come i segnali microfonici e se usato per collegare dispositivi molto distanti tra di loro.

Per ovviare a questi problemi si ricorre ad un tipo di collegamento chiamato bilanciato che sfrutta cavi a 3 poli. Sulla garza metallica viene sempre collegata la massa mentre sugli altri due poli, detti rispettivamente caldo e freddo, viene ripartito il segnale positivo ma invertito di fase sul polo freddo. In questo modo entrambi i poli vengono influenzati allo stesso modo da interferenze esterne ma quando verranno poi reinvertiti di fase nel dispositivo ricevente e sommati insieme per riottenere il livello originale, il rumore aggiunto si troverà a sommarsi col suo inverso eliminadosi. Il bilanciamento è capace di eliminare però interferenze di lunghezza d’onda non inferiore alla distanza tra i due poli quindi risulta efficace solo con rumori a bassa frequenza come quello generato dalla rete elettrica.

I cavi che trasportano segnali di potenza solitamente non hanno nessuna schermatura dato che trasportano un segnale ad un livello molto più alto rispetto alle interferenze. E’ possibile usare i normali cavi coassiali sbilanciati per i segnali di potenza ma questi avranno una sezione dei conduttori troppo piccola per supportare grandi correnti quindi si riscalderanno più facilmente disperdendo energia. I cavi di potenza posso avere conduttori con sezioni anche di 4 mm2!

Connettori


Il primo connettore di cui vogliamo parlare è quello più usato da noi DJ ovvero il Pin Jack o RCA.

Esso viene adoperato per cavi sbilanciati ed esclusivamente per segnali di linea (eccetto per i segnali phono). Solitamente lo si vede come in foto ovvero composto da due cavi uniti tra di loro essendo usato principalmente per dispositivi hi-fi, e consumer in generale, con segnali stereo!

L’alternativa sbilanciata più usata è il connettore Jack TS. Esso viene adoperato su linee sbilanciate ma viene utilizzato anche per segnali microfonici. Non è raro vederlo anche abbinato a cavi di potenza in sistemi non molto potenti.
Esiste anche la versione per connessioni bilanciate chiamata Jack TRS (Tip Ring Sleeve) che, come si vede in foto, si distingue dal tipo TS per la presenza di 3 punti di contatto anzichè 2. Spesso lo si sente chiamare Jack stereo perchè è possibile usarlo per trasportare segnali stereo (sbilanciati) come succede ad esempio per le cuffie. Oltre al formato tradizionale da 1/4 di pollice (in foto) esiste anche di dimensioni minori ovvero 1/8 di pollice ed è usato su dispositivi dove non c’è spazio per montare connettori jack tradizionali come lettori mp3, pc o cuffiette.

Il connettore bilanciato per eccellenza è il Cannon o XLR. Può essere utilizzato sia per segnali microfonici che per segnali di linea ed è il connettore con la miglior robustezza ed affidabilità della connessione! Inoltre con questo tipo di connettori è possibile individuare un senso di percorrenza. Quando il cannon è maschio vuol dire che proviene da una sorgente e che deve trasmettere il segnale in un dispositivo ricevente che avrà quindi il connettore femmina. Essendo di dimensioni generose spesso non li si trova su dispositivi piccoli come schede audio o mixer da pochi canali in cui si preferisce usare connessioni TRS.

Per quanto riguarda i cavi di potenza spesso, sopratutto in sistemi casalinghi o di basso wattaggio, essi si presentano senza connettori. Su amplificatori e diffusori sono di solito montati dei morsetti in cui avvitare o bloccare i cavi con i conduttori scoperti! Per sistemi più complessi e potenti invece si utilizzano i connettori Speakon che offrono una connessione sicura e salda mediante delle guide che permettono di “avvitare” e bloccare il connettore maschio all’interno della femmina. Esistono anche cavi di potenza e connettori speakon a 4 o a 8 poli per sistemi bi, tri o quadriamplificati, ma sono usati sopratutto nell’ambito di installazioni molto grandi e complesse!

Tutti questi cavi e connettori appartengono al mondo analogico ma noi DJ possiamo incontrare anche un altro tipo di connessione che è digitale: la S/PDIF (Sony Philips Digital Interface Format). Essa viene impiegata per collegare dispositivi digitali come i lettori cd a mixer digitali. A vederlo sembra un normale cavo coassiale con un connettore RCA arancione. In realtà si differenzia da questo per l’impedenza caratteristiche dal cavo che è di 75Ω.

Esistono molti altri tipi di cavi e connettori, ma per noi DJ è sufficiente conoscere almeno questi pochi.
Se volete approfondire il discorso su cavi e connettori, noi del forum ne stiamo parlando in questo thread.

Prima di salutarvi vi segnalo questo video (in inglese) in cui vi spiegano come arrotolare per bene i cavi garantendogli una lunga vita ma sopratutto…… niente nodi quando andrete a svolgerli!

AUTHOR: BICH