La Promozione Artistica del Disc Jockey: Linea di Confine

Oggi come oggi la promozione dell’ artista è diventata condizione essenziale per garantirsi la necessaria visibilità sul mercato e quel genere di hype capace di tradursi, se opportunamente gestito e veicolato, in una incremento degli ingaggi e dei contatti professionali. Non è però oggettivamente facile stabilire la linea di confine tra promozione equilibrata e quella delle mega offerte da supermercato. Molti disc jockeys della nuova generazione sono nati e cresciuti in questo contesto e non sono obiettivamente in grado di valutare modalità alternative, essendo questa l’unica realtà con cui si siano mai misurati. La vecchia generazione, per contro, annovera moltissimi rappresentanti che non sono in grado, o non vogliono adeguarsi ai tempi che corrono. Due schieramenti opposti, geneticamente incapaci di dialogare perché fondati su filosofie apparentemente inconciliabili. Ci sembra di poter stabilire un parallelismo con la diatriba tra puristi del vinile e gli estremisti del digital djing. Chi come noi ha iniziato a mixare sui tradizionali Technics Sl-1200, digerisce con fatica la metamorfosi del mestiere del disc jockey e tende a difendere a spada tratta l’aspetto romantico della manipolazione del disco in vinile, di una puntina che si appoggia sui solchi dell’incisione, del dito che frena ed accelera la rotazione del piatto. Le nuove leve guardano invece un giradischi come si guarda un cimelio da museo, magari con rispetto, ma sempre con l’occhio di chi lo ritiene tecnologia superata. In verità ciascuna delle parti dovrebbe rendersi conto che passato, presente e futuro sono legati indissolubilmente. Il digital dj non sarebbe nulla senza la consapevolezza del proprio passato ed il tradizionalista del vinile non dovrebbe arroccarsi su posizioni conservatrici solo perché incapace di imparare le nuove tecnologie ed ammettere le molteplici potenzialità di esprimere e reinterpretare la professione. Così come il lettore di compact disc rappresenta un simbolico compromesso tra le due posizioni, così si potrebbe dire che una giusta ed equilibrata promozione possa mettere tutti d’accordo.

Non ci sono dubbi, possiamo fare la più bella delle serate ed infiammare il pubblico in pista come mai accaduto in precedenza, ma se non resta nulla a documentare tutto questo non potremo mai trarne alcun vantaggio. Pubblicare un video o un reportage fotografico su Facebook o MySpace è senz’altro una pratica accettabile e addirittura consigliata. Diverso è riempire il proprio wall o, peggio ancora quello di altri, con veri e propri reality fatti in casa. Altro errore da evitare è quello di mistificare la realtà lasciando intendere ad amici, colleghi e operatori del settore che siamo le guest star di una serata quando magari siamo stati semplici clienti, oppure siamo andati soltanto a salutare un amico in consolle. Nell’era di internet e dei social networks le bugie hanno le gambe ancora più corte! Ci sentiamo di raccomandare infine l’astensione da un uso eccessivo degli Inviti ad Eventi. Oltre ad essere molto fastidioso per chi si vede ricevere molteplici notifiche per qualcosa a cui non è minimamente interessato, si corre il rischio di vedersi bannati da Facebook, con la conseguente inappellabile perdita di tutti i propri contatti, fotografie e video. Investire piuttosto sulla valorizzazione della propria pagina, sia essa MySpace o Facebook, può fungere da richiamo passivo non invasivo, e conferire un aspetto professionale, capace di invogliare il visitatore ad approfondire  e interessarlo a visionare i nostri documenti audio/video/foto che metteranno in evidenza le nostre capacità ed i locali in cui abbiamo suonato.

Nei prossimi giorni pubblicheremo un articolo specifico sugli strumenti ed i servizi disponibili sul mercato in grado di valorizzare le nostre pagine Facebook e MySpace, distinguendoci così dalla massa e facendo risaltare in modo sobrio ed efficace referenze e fiori all’occhiello. Stay tuned and don’t spam!

[Tutorial] Mappare Midi controllers su Ableton

Grazie al distributore Italiano Backline, il quale ci ha gentilmente fornito la versione completa di Ableton -ovvero Ableton Suite-, oggi Webdeejay e dj-mag.it vi faranno scoprire il mondo del Midi-Mapping all’interno di Ableton portando alla luce un fatto che probabilmente non tutti sanno: mappare il proprio controller non è difficile!!!…Almeno…non con Ableton.

Sarebbe inutile affermare il contrario; oggigiorno, diventare un producer e veder prender forma le proprie creazioni  risulta essere  un processo considerevolmente più semplice ed intuitivo che nel passato -anche recente-. L’avanzare della tecnologia ha infatto reso accessibili strade che prima erano precluse a pochi eletti, donando dunque la possibilità a chiunque di potersi cimentare nei panni di un novello producer, soprattutto grazie alla miriade di Daw, Vst e altre forme di softwares  disponibili a prezzi abbordabili che strizzano l’occhio alle masse ed ai semplici  “curiosi”. Lo stesso discorso si può ovviamente applicare per la professione del Dj; l’abbondanza, e soprattutto la “presenza” di software di mixaggio disponibili sul mercato è ormai cosa nota a tutti. Tuttavia, tutta questa massiccia presenza di softwares orientati verso il mondo Dj\Producers non è ancora riuscita a cambiare un dato di fatto; lavorare solo ed esclusivamente con la tastiera del Pc risulta spesso essere scomodo. Che sia  il non voler essere incollati allo schermo durante live o Dj sets, oppure semplicemente un fattore di comodità e di “feeling”, la maggior parte degli utilizzatori di softwares in questa industria, finisce spesso per rivolgersi al buon vecchio protocollo Midi. Come recita il detto presente direttamente all’interno del sito Ableton, “Suonare Live senza un controllo fisico, è come avere una Porsche che non porti mai oltre la seconda marcia”; sfortunatamente, per quanto possa essere comodo controllare softwares, Daws etc tramite controller,  il tutto viene spesso bilanciato dalla necessità di passare attraverso processi di “mappatura” Midi ed inoltrarsi nei meandri di complesse elaborazioni piene di “Note” e numeri. Per questo motivo, WebDeejay ha deciso di venire incontro a tutti coloro che reputano il processo di “mapping” una zona tabù e di spiegarvi passo per passo, come mappare il vostro controller midi all’interno di uno dei software più utilizzati per Live\Dj Sets\Production; ovvero Ableton…e sarete contenti di scoprire che il tutto si rivela essere semplicissimo grazie a questo incredibile software.

“Pappa pronta”

Come sappiamo benissimo, “Il tempo è denaro”, e sarebbe sempre meglio potersi concentrare maggiormente sul lato musicale della nostra professione piuttosto che dedicarsi ad ottimizzare il proprio Pc, setup, controller, mappings etc. Essendo questo software stato creato da Dj\Producers per Dj\Producers, viene dunque ovvio capire che anche i ragazzi alla Ableton la pensino alla stessa maniera, ed hanno dunque profuso un notevole impegno per far sì che quasi ogni controller presente sul mercato sia già stato mappato e ottimizzato per lavorare con Ableton. Oltre agli ovvi “Novation Launchpad” e alla famiglia Akai “Apc 40- Apc 20″ -progettati a stretto contatto con il team Ableton e riconosciuti “nativamente” dal software-, la schiera di controllers già mappati e pronti per essere utilizzati direttamente istanti dopo l’apertura della scatola, risulta essere molto ben nutrita, comprendendo la maggior parte delle keyboards, mixer midi etc, presenti sul mercato.

Detto questo, prima di avventurarsi in sessioni di mappatura è dunque bene controllare prima se il proprio controller non sia già stato mappato, ed in caso accertarsi che il tipo di mappatura fornita ci sia congeniale, oltre che consona alle nostre esigenze. Questo ovviamente per in caso risparmiarci tempo ed eventuale “fatica”. è possibile controllare la lista dei controllers già mappati per Ableton al seguente link: http://www.ableton.com/controllers

Un altro metodo per poter effettivamente controllare la lista di controllers già mappati, e come le presenti mappature funzionino, è quella di visualizzare le lezioni di Live, specificatamente quella “Control Surface Reference”

Una volta aperta tale lezione, ci verrà presentata la lista dei controllers disponibili. Cliccando su uno di questi, si verrà portati ad ulteriori schede dove ci verrà brevemente descritta la mappatura disponibile.

Per poter usufruire delle mappature già eleborate presenti all’intero del software, ci basterà andare nelle “preferenze” e cliccare sul Tab “Midi Sync” e dopodichè, nella parte superiore della finestra, scegliere il nostro controller dalla lista a tendina -se presente ovviamente- ed infine collegare il tutto tramite le varie porte “Midi In” -ovvero INPUT- e “Midi Out” -OUTPUT- presenti sul controller.

In alcuni casi, a seconda del controller, potrebbe essere necessario effettuare un “Preset Dump”, ovvero caricare il preset presente per Ableton all’interno del controller stesso. Per fare questo ci basterà premere il pulsante “Dump” -in caso si sia illuminato- ed accertarsi che il controller sia pronto ed abilitato per ricevere il tutto. Prima di fare questo è tuttavia consigliato di controllare ed informarsi bene su come poter appunto abilitare il controller per il processo, tramite la documentazione ed i manuali accompagnanti i controllers stessi.

Ottima cosa da sottolineare…Ableton potrà essere utilizzato con fino 6 controllers allo stesso momento.

Chi fa da se…

Viene semplice intuire che nessun altro meglio di noi stessi, sà quale siano le nostre necessità ed esigenze. Per questo motivo, in caso il vostro controller non sia presente nella lista dei “premappati” o in caso la mappature nativa non vi soddisfi, è sempre un ottima  soluzione sviluppare una propria mappatura che possa “assecondare” ed integrarsi al meglio con il proprio stile lavorativo. Fortunatamente Ableton mette fine al “regno del terrore” delle sessioni di mapping, anche coloro non “ferratissimi” im ambito Midi si troveranno immediatamente a casa con il magnifico sistema di mappatura sviluppato dalla casa tedesca. Ableton si rivela essere una rarissima gemma in questo campo dunque, creare mappature manualmente risulta infatti essere estremamente semplice e veloce come mai.

La prima cosa da fare è quella di tornare nella solita schermata del tab “Midi Sync”. Una volta fatto questo ci basterà selezionare il nostro controller, è attivare tutte le necessarie porte Midi. Per poter ad esempio avere un controllo remoto di Ableton tramite il nostro controller ci basterà attivare su “On” la colonna “Remote”.

Un altra cosa nella quale il sistema di mapping di Ableton eccelle, è quello della gestione dell’ “Output port”. Molto spesso far funzionare  Leds o faders motorizzati in congiunta con softwares si rivela essere un processo tedioso a cause dei complessi e lunghi processi di mappatura richiesti. Ableton si distingue invece per il fatto di gestire il tutto in automatico, ci basterà infatti attivare il pulsante “Remote” per la “Output port” ed il software sarà subito pronto per “comunicare” con il vostro controller, dandovi così la possibilità di usufruire e beneficiare di tutti quei vantaggi che un feedback visivo comporta.

Una volta settato il vostro controller e tutte le varie “Porte” Midi, è finalmente tempo di cominciare a lavorare sulla propia mappatura personalizzata. Per entrare in modalità “Midi mapping” ci basterà premere il pulsante “Midi”.

Una volta attivata tale funzione possiamo vedere come il software colori di colore blue tutti i parametri, knobs, faders etc che potranno essere mappati e “collegati” ad un controllo fisico sul controller esterno.

Una volta arrivati a questo punto, legare al controller uno dei vari parametri disponibili è semplicissimo. Ci basterà cliccare – e dunque evidenziare- il fader, knob, pulsante etc “virtuale” presente all’interno del software, e dopodichè muovere o premere il pulsante, knob, fader etc “reale”, presente sul vostro controller. Fatto questo, ci basterà ripremere il pulsante “Midi” ed uscire dalla modalità di mapping e vedere come ora, al movimento o alla pressione di uno dei comandi fisici presenti sul controller, si attivino o si muovano i corrispettivi parametri all’interno del software. Tutto qui? Esatto…tutto qui; come già accennato in precedenza, mappare controllers su Ableton è un esperienza indolore che non richiede nessuna conoscenza approfondita del protocollo Midi -almeno per mappature “normali” o comunque più semplici-. L’intero processo di mappatura trova dunque nella quasi totale “automazione” effettuata da parte del software, il suo principale punto di forza.

Level Up…

La guida da noi qui proposta ovviamente non si pone come obbiettivo, ne si illude, di potervi rendere maghi del Midi in poche pagine. Tuttavia, anche il processo di Midi mapping può essere considerato come un “arte”, e spesso delle mappature più complesse e più elaborate possono di gran lunga migliorare il proprio work-flow generale. A fine di poter ottenere dei mappings di livello superiore, è bene dunque cominciare a dare un occhiata a tutte le varie opzioni avanzate di customizzazione disponibili.

La prima cosa che salta subito all’occhio durante il processo di mapping è il “Mapping Browser”. All’interno di questa finestra potrete trovare tutte le varie informazioni sulla mappature che avete realizzato o che state ancora creando. Troviamo dunque le opzioni per “invertire” un determinato mapping -ES: Muovendo un potenziometro verso destra nel vostro controller esterno, il potenziometro all’interno del software si muoverà verso sinistra- e per “calibrare” e regolare a piacimento i valori minimi e massimi del range di ogni controllo -Es: Il “Track Volume” ha un valore minimo di -infinito decibel ed un valore massimo di 6 decibel; questo vuol dire che quando il fader del volume è più in alto, alla fine della sua corsa, è settato ad un valore di appunto 6 decibel. Modificando il valore massimo del range, ed impostandolo da 6 a 4, vuol dire che quando il fader del volume arriverà in cima…avrà appunto raggiunto il valore di  4 decibel-.

Ovviamente il software di Ableton presenta anche delle opzioni per rendere la vostra mappature “Bug-Free” e sempre pronta ad affrontare qualsiasi serata. Tra queste opzioni troviamo varie ottimizazioni come la modalità “Takeover” o le varie opzioni disponibili per i controllers che non inviano messaggi Midi con valori assoluti. Essendo dei concetti non proprio specifici per Ableton, ma piuttosto legati universalmente a qualsiasi struttura e forma di sistema di mapping, vi rimandiamo al manuale del software  -Il quale ricordiamo, risulta essere completissimo e totalmente tradotto in Italiano-per poter avere delle spiegazioni concrete….o semplicemente aspettare la nostra guida generale per il Midi.

Ai posteri..

Creare la proprio mappatura personalizzata spesso può richiedere un notevole sforzo in termini di materia grigia, e sarebbe dunque un peccato dover perdere il “prodotto” finale e dover ricominciare da zero ogni volta.  Pur non avendo la possibilità di salvare od esportare le proprie mappature MIDI -Traktor Docet-, ogni configurazioni MIDI potrà essere salvata , ma solamente all’interno dell’intera sessione -Set-.

Per fare questo ci basterà andare nella finestre delle preferenze, premere sul tab “File folder” e dopodichè cliccare su “Save current set as default”; questo farà si che tutte le varie informazioni presenti nella sessione attuale -setup audio, effects, midi mappings etc- verranno salvati come “template” da poter eventualmente richiamare a nostro piacimento.

Conclusioni

Ableton abbraccia una filosofia di mapping estremamente semplicistica; al contrario della maggior parte degli altri software simili disponibili sul mercato, mappare il proprio controller non verrà considerato un eventuale ostacolo alla vostra scalata al successo. Tuttavia,Non può essere sempre tutto oro ciò che luccica; se da un lato il sistema di mappature è stato volutamente progettato a prova di “Noob”  riuscendo finalmente a proporre un sistema alla portata di davvero tutti, dall’altro lato questa scelta viene controbilanciata dall’impossibilità di creare mappature più complesse, complete o “fantasiose”. La mancata possibilità di poter salvare e condividere le proprie mappature riduce inoltre di molto il fattore “Open Source” e rende dunque più difficile scovare mappature geniali che avrebbero potuto popolare la rete.

[Recensione]: Apogee Duet

Grazie alla disponibilità di Soundwave, distributore italiano di Apogee, possiamo oggi recensire una scheda audio estremamente apprezzata dagli utenti Logic e Garageband, ossia la DUET. Se a qualcuno dei nostri lettori fosse saltato all’occhio il fatto di aver circoscritto l’apprezzamento al mondo Logic/Garageband e quindi alla piattaforma Mac OSX, specifichiamo immediatamente che la Apogee DUET, sebbene funzionante con altri software audio è una scheda audio dedicata prevalentemente a questi DAW, come dimostra l’integrazione avanzata dei relativi driver/software a corredo.

Ma procediamo con ordine. Duet viene proposta a chi, non avendo bisogno di input/output multipli, word clock, digital I/O, desidera spendere una cifra ragionevole garantendosi 2 buoni canali AD/DA e relativi preamplificatori.

Le dimensioni sono molto contenute il che rende questa scheda audio la compagna ideale degli home studio con poco spazio a disposizione nella postazione di lavoro. Il materiale del case è alluminio e richiama inequivocabilmente il design delle macchine Apple a testimonianza ulteriore dello stretto binomio su cui è stata fondata, sin dalla progettazione, la realizzazione della DUET.

Sulla parte superiore domina la manopola di controllo e due file di led meters, mentre nel lato frontale, al disotto della manopola, troviamo il connettore cuffia (1/4 di pollice) e gli indicatori dell’alimentazione 48V. Sul lato opposto vi sono il connettore firewire e quello Dsub cui si collega il multicavo con 2 IN linea sbilanciati, 2 OUT sbilanciati e 2 IN microfonici XLR bilanciati

La Duet si alimenta esclusivamente attraverso la presa firewire ed i convertitori a 24bit sono dello stesso tipo di quelli usati per la sorella maggiore Ensemble, ma limitati a 96khz. La scheda supporta audio a 24bit/96khz ed è interamente gestibile, oltre che per mezzo di MAESTRO, applicazione totalmente “Mac like”, anche e soprattutto tramite Logic Studio, Garageband o Soundtrack PRO. Da MAESTRO o dal pannello richiamabile in Logic è possibile intervenire sul gain di ognuno dei due preamplificatori, attivare la phantom 48V, agire sui parametri di cuffie e monitoring, o addirittura fare il MIDI mapping della manopola, sebbene limitato a 4 soli comandi. Sempre tramite MAESTRO l’utente può determinare il comportamento dei LED meters in modo da ottenere un monitoring in cui il segnale di ingresso e quello del mixaggio non vengano condizionati da fenomeni di latenza.

Segnaliamo che non è possibile assegnare volumi differenti all’ uscita cuffia e quella audio. La manopola permette di attivare il mute della cuffia (attraverso una pressione prolungata) e lasciar suonare l’uscita monitor (e viceversa), ma non sono disponibili due volumi indipendenti. Ogni pressione della manopola agisce sul livello di uscita dei 2 preampli, mentre la pressione prolungata attiva il mute.

Per quanto concerne la prova pratica riteniamo opportuno evidenziare immediatamente il contesto hardware e software in cui ci siamo mossi. La Duet è stata testata attraverso un iMac 27″ Core i7 con 8 GB Ram ed il suono è stato riprodotto attraverso due monitor ADAM A5. Non essendo autentici musicisti, non abbiamo potuto testare le capacità della Apogee nell’ambito di registrazioni di strumenti dal vivo, ma ci siamo limitati a saggiarne le potenzialità in ambiente a noi più familiare, ossia la produzione di musica house e la registrazione di un sessione vocale. Abbiamo utilizzato come termine di paragone una M-Box 2 USB ed abbiamo dapprima composto e poi riprodotto un mini progetto Logic completo di parte ritmica, synth bass, pad e voce. Non amiamo essere sensazionalisti, ma è un dato di fatto che il suono riprodotto live ed  il bounce del progetto suonino nettamente meglio attraverso la Apogee. Il dettaglio degli strumenti, le code dei riverberi e dei delay, il calore della voce, ma soprattutto la dinamica e le sfumature sono perfettamente percepibili, molto meno impastate di quanto non accada con la M-Box2.

In definitiva con circa 500 euro è possibile portare a casa una scheda audio con 2 canali di estrema qualità. Riteniamo che per la maggior parte di noi house producers dotati di home studios, la DUET si rivelerà gratificante e pratica. Con l’avvento del digitale la necessità di avere schede multi ingresso/uscite è decisamente limitata, specialmente nell’ambito di produzioni da discoteca. Va peraltro seganalata l’assenza di I/O midi e digitale, presenti in schede concorrenti come la Motu o la stessa M-Box 2. Il software MAESTRO permetterà di accedere a tutti i parametri senza mettere mano all’interfaccia hardware e l’integrazione con la piattaforma Apple è pressochè totale. Per contro la Apogee DUET non è utilizzabile su PC e quindi in ambiente Windows.

Ringraziamo Denis di Soundwave per la grande disponibilità.

Native Instruments svela il nuovo Traktor Kontrol S4

Lo avevate predetto, ci avevate speculato sopra, vi eravate “elettrizzati” guardando il filmato “teaser” su youtube, avevate affollato il nostro thread sul forum ed ora…avete mandato in crash il sito della Native Instruments!! Esatto, neanche il sito della casa Tedesca è riuscito a contenervi tutti, il post rilasciato su facebook e twitter dalla pagina Traktor è infatti stato interpretato quasi come un “Scatenate l’inferno”, scatenando un vero e proprio terremoto mediatico. Ebbene si, ormai è ufficiale ed innegabile, il TRAKTOR KONTROL S4 è stato finalmente annunciato in tutto il suo atteso splendore. Siamo riusciti a “farci largo” tra la marea di internauti accorsi sulla pagina del prodotto per voi; oggi, WebDeejay, vi guiderà passo per passo alla scoperta della nuova straordinaria “creatura” partorita dalle menti NI.

Prima cosa da fare sulla nostra lista, guardare ed osservare ogni particolare mostrato nei video presenti sul canale della Native Instruments. Traktor Kontrol S4 principalmente racchiude dentro di se un Mixer a 4 canali, un interfaccia audio di qualità 24 bit/96 kH, l’intero hardware come controller Midi ed infine il nuovo software di mixaggio digitale Traktor Pro S4.

L’integrazione tra il lato hardware-controller e quello software ovviamente è stata curata nei minimi dettagli; l’intero layout è stato concepito per poter “rappresentare” al meglio tutti i comandi ed i controlli presenti all’interno del software, rendendo questo “pacchetto” di semplice utilizzo e molto intuitivo. Il Traktor Kontrol S4 gode del dono del “Plug and Play”, quindi non vi sarà bisogno di spendere tempo in lunghi settaggi, basterà collegare il controller al computer tramite usb. Le informazioni ed i dati provenienti dal software o dal controller viaggeranno ad una risoluzione molto più elevata del normale, ed il Traktor Kontrol S4 vanta un Midi data Throughput 30 volte più elevato rispetto ad altri controllers Midi normali.

Se volete scoprire come la mappatura creata appositamente e l’integrazione tra software e controller sarà, vi consiglio di seguire questo link che vi porterà ad una finestra di dimostrazione e spiegazione dell’interfaccia sviluppata dalla Ni: http://www.native-instruments.com/#/en/products/dj/traktor-kontrol-s4/?page=1746&content=1336

L’interfaccia audio presente all’interno del Traktor Kontrol S4 sarà della stessa elevata qualità audio e componentistica gia apprezzata nelle precedenti schede audio prodotte dalla Native Instruments. La scheda audio integrata si avvale di convertitori AD/DA di fascia alta, una risposta in frequenza ampissima e hi-gain output levels

Per maggiori informazioni visita: http://www.native-instruments.com/#/en/products/dj/traktor-kontrol-s4/?page=1748

Prossimamente sarà data l’opzione di effettuare un update al software S4; in questa maniera sarà possibile connettere i propri giradischi o Cdj all’unità ed utilizzarli per controllare varie funzioni presenti all’interno del software come il Pitch, effettuare scratching, comandi di trasporto etc. In questa maniera, tramite questo approccio in stile Timecode -usando dunque i Cd ed i Vinili Timecode- verrà data l’opzione all’eventuale acquirente di continuare a svolgere il proprio mestiere con uno stile ed un feeling più analogico

Il flight case venduto a parte, oltre ad essere una comodissima soluzione per tutti i Dj mobili o comunque sempre in movimento, potrà anche essere utilizzato a mò di “laptop stand”, in maniera di non doversi preoccupare su dove posizionare il proprio pc. Il flight case avrà un prezzo suggerito di $189 / 169 EUR.

Il software Traktor Pro S4 è ovviamente un discendente diretto di Traktor Pro ed p stato progettato come una versione customizzata di quest’ultimo; per questo motivo, le verie e proprie innovazioni, -oltre ad un restyling grafico generale- possono essere velocemente individuate.

La prima gradita novità è quella che riguarda l’aggiunta di una tanto richiesta sezione dedicata al sampler.  I decks A e B avranno infatti a disposizione un sampler contenente 4 banchine ciascuno. Ognuna di queste singole banchine è stata equipaggiata di un potenziometro per il volume, un filter, ed ovviamente il sync. I samples potranno essere caricati direttamente dal proprio hard-drive, dai loops prefabbricati disponibili di default all’interno del software -curati direttamente da loopmasters-, oppure estrapolati direttamente da un deck.Tuttavia, se si vorranno usare questi 2 samplers, bisognerà rinunciare agli altri 2 decks e viceversa.

La seconda novità principale è quella riguardante l’introduzione del “Loop Recorder” . Tramite questa feature sarà possibile registrare loops provenienti da ogni canale, oppure registrare l’input proveniente dal canale microfonico o dal master output, il tutto live. Si potrà inoltre assegnare il loop registrato ad una delle 8 banchine dei samples, in maniera da poter liberare il Loop Recorder per un utilizzo futuro.

Ultima nota da sottolineare riguarda gli effetti, sembra infatti che il numero degli effect banks disponibili sia stato ridotto da 4 a 2. Per maggiori informazioni riguardanti il software Traktor Pro S4, visita il seguente link: http://www.native-instruments.com/#/en/products/dj/traktor-kontrol-s4/?page=1745

Inutile dire che il lato controller del Traktor Kontrol S4 è totalmente customizzabile tramite una varia serie di presets disponibili. Le Jog-Wheels in particolare svolgono la parte da leone, essendo state sviluppate e progettate su un particolare brevetto ” magnetic braking system” il quale gli garantirà durabilità ed una precisione mai vista prima su un controller. Il design perfettamente curato ed il tipico feeling qualitativo dei componenti targati Native Instruments – già apprezzati nell’ottimo Traktor Kontrol X1- applicato ai vari pulsanti, faders e knobs, di sicuro metteranno a loro agio e accontenteranno chiunque.

La parte centrale del Traktor Kontrol S4 è dedicata alla sezione mixer il quale contiene 4 canali stereo con level faders dedicati- 45mm di corsa-, EQ a 3 bande per ogni canale, i knobs dei filters, il gain e varie altre opzioni dedicate agli effetti. Al centro troviamo la sezione fisica dedicata al nuovo Loop Recorder. Il Xfader potrà essere sostituito e la sua curva di taglio potrà essere aggiustata all’interno del software.

Gli ingressi disponibili sono 2, entrambi dotati di phono e preamplificatroi microfonici. Questi due ingressi vi permetteranno di collegare i vostri giradischi o i vostri Cdj all’unità. Maggiori informazioni al seguente link: http://www.native-instruments.com/#/en/products/dj/traktor-kontrol-s4/?page=1747

Traktor Kontrol S4 verrà venduto ad un prezzo suggerito di 899 Euro in Europa e 999 Dollari in America. Reputiamo che  il prezzo sia effettivamente in linea con il mercato -forse anche lievemente minore- e non bisogna scordarsi che non si porta a casa solo un semplice Midi controller, ma anche un software di mixaggio professionale derivato direttamente dall”‘industry standard” Traktor Pro.

Il Traktor Kontrol S4 Dj System verrà lanciato sul mercato in Inverno.

La confezione conterrà i seguenti elementi:

  • -Hardware controller S4  con interfaccia audio integrata
  • -Il software TRAKTOR PRO S4
  • -Cavo USB
  • -Alimentatore
  • -Manuale
  • -Mapping per Keyboard function-Hardware controller S4  con interfaccia audio integrata
  • -Il software TRAKTOR PRO S4
  • -Cavo USB
  • -Alimentatore
  • -Manuale
  • -Mapping per Keyboard function

Ringraziamo Nicholas Francavilla di WEBDEEJAY.IT per la consueta collaborazione e la stesura del presente articolo

Recensione: NI Kontrol X1

Oggi vi proponiamo la recensione del Traktor Kontrol X1, il controller midi di Native Instruments appositamente creato per la gestione di  Traktor. Precisiamo subito, tuttavia, che il Kontrol X1 è rimappabile e compatibile con qualsiasi software e che nella confezione viene fornita di serie una mascherina con i comandi fondamentali di Serato.

Il Kontrol X1 viene presentato in una confezione di notevole impatto, in tipico stile Native Instruments. Il frontale della confezione ha un pieghevole che, una volta aperto, rivela uno schema del controller con la relativa suddivisione in zone.  All’interno possiamo trovare il controller, il cavo usb per il collegamento con computers, il manuale tradotto in varie lingue (manca l’italiano), il Cd contenente i drivers, Traktor LE (ossia la versione dimostrativa di Traktor Pro) Kore Selection e per finire Kore Player.

X1 si dimostra solidissimo con una case  simil-alluminio che offre leggerezza ma al tempo stesso conferisce il giusto bilanciamento. Alla base troviamo  4 piedini in gomma che assicurano il controller al piano di appoggio, anche durante le sessioni più estreme, e scongiurano il rischio cdi vederlo ballare durante una performance. I pulsanti sono di ottima plastica indurita ed hanno un’escursione abbastanza corta. Ogni volta che vengono premuti producono il tipico click che permette di non avere dubbi circa l’effettiva pressione del tasto. Contestualmente ogni singolo pulsante si illumina di un colore blu, rosso o bianco (a seconda della funzione), in modo che l’utente abbia sempre sotto controllo quello che stà succedendo all’interno del software e quali funzioni sono state attivate.  I comandi rotativi ed i potenziometri sono costruiti di una plastica nera dura, piacevolissima al tatto, con un ottimo grip. Ogni comando rotativo presenta un meccanismo di “resistenza” alla rotazione dall’ottimo feedback tattile. Ogni knob ha  una tacca centrale che ci permette sempre di sapere quando abbiamo riportato la rotellina in posizione centrale.

Spesso il punto debole dei  MIDI controllers risiede difficoltà di integrare alla perfezione il dispositivo col software e nella conseguente necessità di creare mappature specifiche che richiedono un minimo di destrezza in ambito di programmazione MIDI. La Native Instruments viene incontro a tutti coloro che vogliono semplicemente essere Dj senza preoccuparsi di mappare il tutto e ha reso il Kontrol X1 hot-pluggable e completamente funzionante e mappato fin dalla prima connessione. Per integrare il Kontrol con qualsiasi versione del proprio Traktor basta infatti collegarlo alla presa usb del vostro Pc o Mac, installare i drivers e far partire il software (Salvo il fatto che le nuove versioni di Traktor Duo/Pro installano direttamente i drivers). Dopodichè Traktor completerà Il Plug & Play automaticamente ed in men che non si dica saremo pronti ad utilizzare il Kontrol X1. Ricordiamo inoltre che il controller è totalmente ri-mappabile per qualsiasi software e viene fornito già pre-mappato anche per Serato Scratch Live 1.9-maggiori dettagli per il controllo di Serato possono essere trovati seguendo questo link: http://www.native-instruments.com/#/en/products/dj/traktor-kontrol-x1/?page=1222– rendendolo un controller universale.

Il controller, se utilizzato con la sua mappatura standard, permette di controllare tutte le funzioni trasporto quali: Play, Pause, Cue, Cup, Load Track, Searching Track, Sync, tutte le funzioni dei loops (durata, inizio e fine), e mette a disposizione un intero banco di 8 hot-cues assegnabili per deck. In più consente di avere controllo totale sulla sezione effetti e su vari altri parametri come il tempo, il pitch bend  e così via. Naturalmente essendo un controller midi totalmente ri-mappabile l’usabilità finale sarà sempre soggettiva. Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo trovato lacunoso il fatto di non avere nella mappatura standard il controllo dello navigazione tra le varie playlist, ma solo delle tracce contenute in ciascuna di esse, il che costringe l’utente a selezionare la playlist desiderata attraverso il pad del computer o la relativa tastiera. Il controller viene venduto ad un prezzo di 199 euro. Il prezzo é, a nostro avviso, più che giustificato data l’alta qualità della componentistica, l’immediata integrazione ed un work-flow davvero intuitivo e ben pianificato. Il controller è appunto semplice da usare ed aggiunge quel controllo totale che ogni utente di traktor ha sempre ricercato in qualsiasi controller. E’ una soluzione perfetta per chi utilizza un sistema DVS con time-code dato che permette di attivare tutte quelle funzioni che prima rimanevano prerogativa della tastiera. Ci sentiamo di consigliarlo anche a tutti coloro che operano con mixer esterno, un pò meno a coloro che fanno uso del software con mixer interno.

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