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5 Motivi Per Cui Le Tue Produzioni Non Sono Competitive

Cosa ti impedisce di creare musica dal suono incredibile, in grado di rivaleggiare con le hit di successo? Esaminiamo, grazie al nostro amico Giona Guidi, dj producer internazionale, i 5 principali motivi per cui le tue produzioni non sono competitive.

Mixi con gli occhi, non con le orecchie

Tutti noi soffriamo di un leggero disturbo ossessivo compulsivo che ci porta ad usare gli occhi per prendere decisioni sulla produzione.

Sai di cosa parliamo, vero? Tipo, provare ad allineare perfettamente l’audio ad occhio, prendere decisioni sul volume basate su oscuri livelli di picco dei transienti o, peggio, usare i plugin semplicemente perché sono esteticamente accattivanti.

Non vogliamo dire di mixare alla cieca, ma devi imparare a dare priorità alle tue orecchie rispetto a qualsiasi cosa potresti vedere davanti ai tuoi occhi.

Gli ascoltatori non vedranno mai il tuo progetto codificato a colori sulla DAW e non vedranno mai come il tuo mix abbia così tanto senso all’interno di essa. Loro giudicheranno la tua musica esclusivamente in base a ciò che sentono, il che significa che usare le tue orecchie dovrebbe diventare la tua priorità numero uno.

5 Motivi Per Cui Le Tue Produzioni Non Sono Competitive

Pensi che al tuo mix manchi qualcosa

Quando confronti la tua musica con i produttori a cui ti ispiri, non ti senti mai alla loro altezza. Inizi a pensare “se il mio mix avesse solo quel dettaglio in più, suonerebbe benissimo”.

La verità, spesse volte, è che al tuo mix non manca quel singolo dettaglio, mancano molte cose. Questo è l’effetto del nostro cervello che cerca di risolvere e semplificare un problema molto complesso che coinvolge molte parti in movimento.

Cose come EQ, saturazione, compressione, sidechain, riverbero, guadagno, automazione, sound design, layering, scrittura di testi, ecc., non possono essere risolte da un singolo suggerimento, tecnica, strategia o concetto.

5 Motivi Per Cui Le Tue Produzioni Non Sono Competitive

Assumi ingegneri per mixare e masterizzare la tua musica

Il problema dell’esternalizzazione totale del mixaggio e del mastering non è solo il costo. È il fatto che si possa credere che qualcuno trasformerà un terribile mixdown in un disco d’oro.

Nella vita reale, non funziona così. Come artista, sei responsabile di portare a termine la produzione per il 90% del percorso. Solo allora dovresti prendere in considerazione l’assunzione di un ingegnere per aiutarti a “rifinire” il progetto.

Inoltre, lavorare con gli ingegneri significa che stai teoricamente mixando alla cieca, perché non sai come suonerà la tua traccia una volta che raggiunge la catena di mastering del tuo tecnico. Credimi, c’è un modo molto migliore per risolvere questo problema.

Suddividi in compartimenti ogni parte del processo

Hai mai notato che se hai un cattivo master, molto probabilmente è a causa di un pessimo mixdown? Ma spesso, un cattivo mixdown è dovuto a una pessima scrittura della traccia. E la pessima scrittura del brano di solito è causata da un pessimo arrangiamento.

In poche parole, il problema che stai affrontando è sempre causato da qualcosa che si è verificato prima. Allora qual è la soluzione?

Smetti di trattare le tue produzioni come se ogni parte del processo non influisse in modo drammatico sul resto della tua produzione. Non è necessario che sia così complicato. Esiste un modo molto più sostenibile di guardare la tua musica.

5 Motivi Per Cui Le Tue Produzioni Non Sono Competitive

Non utilizzi adeguatamente le reference tracks

Le nostre orecchie hanno bisogno di essere ricalibrate di tanto in tanto. Mixare senza una traccia di riferimento è un modo infallibile per perdersi davvero nel proprio progetto. Dall’affaticamento dell’orecchio alle terribili decisioni di mixaggio, fare a meno di una traccia di riferimento significa andare incontro ad inevitabili problemi.

E mi raccomando, assicurati di non fare mai una pausa (sì, è sarcasmo): questo sottopone le tue orecchie a una forma clinica di tortura ed è spesso il motivo principale per cui i mix mancano di gain e generalmente mancano di un senso di professionalità e fattibilità commerciale .

Se non utilizzi tracce di riferimento per la composizione, il mixaggio, l’arrangiamento ed il mastering, ti aspetta un brusco risveglio.

Usare le tracce di riferimento è più facile a dirsi che a farsi, ma una volta che sai come farlo correttamente, cambierà la tua musica per sempre.

SERUM: 5 Consigli Essenziali

Interfaccia Grafica di Xfer Serum: 5 consigli essenziali per usarlo al meglio

SERUM 5 CONSIGLI ESSENZIALI

Serum di Xfer Records è senza dubbio uno dei sintetizzatori digitali più popolari e potenti attualmente sul mercato. Sebbene sia uno dei soft synth più versatili in circolazione, è anche uno dei più complessi. Con così tante possibilità è facile perdersi. A meno che non trascorriate mesi ad esplorare tutte le funzionalità, probabilmente non scoprirete mai tutto ciò che Serum ha da offrire. Abbiamo chiesto al nostro amico dj producer Giona Guidi di descriverci 5 consigli essenziali e molto utili, che probabilmente potreste non conoscere.

1. PUNTI DI INIZIO E DI LOOP ALL’INTERNO DEGLI LFO

Una delle grandi cose di Serum è la sezione dettagliata dell’LFO, che consente di creare qualsiasi forma di LFO a cui si possa pensare. Serum permette di selezionare liberamente il punto di inizio specifico da qualche parte all’interno del ciclo LFO. Per fare ciò dovremo fare clic con il pulsante destro del mouse su uno dei nodi e selezionare “Set Start Point Here“. Ora, l’LFO partirà dal punto selezionato ogni volta che suoniamo una nuova nota. Se la modalità LFO è impostata su Envelope è anche possibile impostare punti di loop all’interno del ciclo LFO. Con l’impostazione Envelope attivata, Serum eseguirà il ciclo dell’LFO solo una volta, ogni volta che suoniamo una nota, poiché ora funge da inviluppo. È tuttavia possibile impostare un punto di loop ovunque all’interno del ciclo LFO. Per farlo, facciamo clic con il pulsante destro del mouse su uno dei nodi e selezioniamo “Set Loopback Point Here“. Ogni volta che si suona una nota, l’LFO eseguirà un ciclo completo e quindi, una volta giunto alla fine del ciclo, eseguirà continuamente il loop pack fino al punto selezionato.

Interfaccia Grafica di Xfer Serum: 5 consigli essenziali per usarlo al meglio Impostazione del punto di partenza del lo

2. COPIARE GLI LFO SU OSC

Supponiamo che si voglia impostare un secondo LFO con una forma simile a quella principale. Se la forma dell’LFO è semplice, è facile, ma se la forma dell’LFO è più complessa potrebbe essere difficile. Non esiste una funzione che ci consenta di copiare e incollare le forme LFO, tuttavia esiste una soluzione. Per copiare e incollare un LFO, posizioniamo il cursore sull’LFO che desideriamo copiare. Quindi teniamo premuto il tasto alt (tasto opzione su Mac), facciamo clic e trasciniamo l’LFO sull’ altro. Con questo trucco non solo è possibile copiare un LFO su un altro LFO, ma è anche possibile copiare l’LFO su una delle finestre OSC. La forma dell’LFO che abbiamo creato ora diventa la forma d’onda, il che significa che possiamo progettare qualsiasi forma utilizzando la finestra LFO e trasformarla in una forma d’onda.

Copia della curva LFO su quella OSC attraverso la pressione di Option e Click e il trascinamento col mouse

3. SALVATAGGIO E BLOCCO DELLA CATENA DI FX

Per salvare una catena di effetti in Serum dobbiamo fare clic su “Menu” e dal menu a discesa selezionare “Save Effect Chain “. Ciò ci consente di caricare catene FX su diversi preset in futuro. Possiamo anche “bloccare” la catena FX. Ciò consente di navigare tra i preset senza che la catena FX cambi. Questo torna utile quando si desidera vedere come suonano diversi preset con la stessa catena FX, senza dover caricare la catena FX ogni volta. Per farlo, facciamo clic su “Menu” e nel menu a discesa selezioniamo “Lock Effect Chain“.

Selezione della Catena Effetti e Salvataggio per utilizzo successivo

4. RICAMPIONARE PER CREARE STEREOFONIA

Questo è un trucco leggermente più avanzato ma è abbastanza utile per creare suoni che riempiano il campo stereo. Il modo più semplice per riprodurre i suoni in stereo in Serum è incrementare l’Unison, ossia il numero di voci, e assicurarci che la “Fase casuale” sia attivata. Tuttavia, a volte questo può portare a un suono instabile e ad un auto panning indesiderato. C’è un altro modo che dà un maggiore controllo sul suono e sull’immagine stereo: creare la stessa forma d’onda sia nell’OSC A che nell’OSC B. Prima andiamo su “Menu” e selezioniamo “Resample to OSC A + B (Stereo)“. Dovremo poi eseguire il Pan di ciascun OSC, ma una delle forme d’onda è già leggermente modificata inautomatico, quindi suonerà immediatamente in stereo senza che si debba modificare nulla.

Resampling OSC A to OSC B (Stereo) In Serum
Interfaccia Grafica di Xfer Serum: 5 consigli essenziali per usarlo al meglio Panning OSC A e OSC B

5. ACCORGIMENTI DEL COMPRESSORE MULTIBANDA

Il compressore integrato di Serum presente nella sezione FX è un ottimo strumento per far suonare corposi i tuoi preset. Selezionando “Multiband” sul compressore si passa al compressore OTT che ha un suono molto caratteristico e anche eccessivamente compresso. La modalità OTT a volte può creare artefatti indesiderati nel suono o code di riverbero eccessivamente alte. Per evitarlo, abbassiamo completamente l’attacco e impostiamo il rilascio completamente al massimo. Ciò si traduce in una compressione meno estrema e di solito elimina artefatti, pop e clic indesiderati, rendendo il suono più fluido.

Interfaccia Grafica di Xfer Serum: 5 consigli essenziali per usarlo al meglio Compressore di Serum OTT con rilascio al massimo e attacco al minimo

SERUM: 5 CONSIGLI ESSENZIALI

Se preferiamo una compressione dal suono super schiacciato, possiamo abbassare completamente il rilascio, Dipendetutto da cosa stiamo cercando in termini di sonorità.

[News] Roger Sanchez inaugura la nuova serie online “Artist Masterclass” di Pioneer DJ

Pioneer DJ, annuncia una serie di eventi online dedicati alla community della musica elettronica e alla new generation DJ.
“Artist Masterclass” prevede diverse lezioni, webinar ed eventi sui social media, completamente gratuiti, con alcuni dei migliori DJ e produttori di musica elettronica del mondo.

La prima sessione della serie Pioneer DJ Artist Masterclass avrà come protagonista la leggenda della house music Roger Sanchez. Martedì 7 luglio alle ore 19.00 sulla piattaforma online Livestorme, ci rivelerà come organizza la libreria musicale in rekordbox, così da adattarla a ogni situazione e per suonare con quattro deck.

Ci saranno anche domande & risposte dal vivo: gli utenti avranno così la possibilità di rivolgere a Roger le domande più scottanti e ricevere consigli dal valore inestimabile su come preparare al meglio playlist e tracce, per esibirsi le nelle performance live.

L’accesso alla Artist Masterclass dal vivo è limitata ai primi 1.000 iscritti, in base all’ordine di prenotazione. Chiunque si registri all’evento potrà accedere a una registrazione della sessione on-demand dopo la sua conclusione. Basta cliccare sul link Livestorm nella email che riceverete dopo la registrazione.

Registratevi qui per seguire l’evento online. Su social media di Pioneer Dj potrete tenervi aggiornati su nuove sessioni, quindi vi suggeriamo di seguire i profili se già non lo fate.

· www.facebook.com/pioneerdjglobal
· www.twitter.com/pioneerdjglobal
· www.youtube.com/pioneerdjglobal
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Roger Sanchez ci mostra come organizza la sua library di rekordbox
Martedì, 7 luglio
10AM PT / 1PM ET / 6PM BST / 7PM CET

[Tutorial] Mixare in studio evitando di affaticare le orecchie

Le orecchie sono i nostri strumenti più preziosi quando si tratta della fase di mixing in studio. Sembrerà di dire ovvietà quando si parla del problema dell’ affaticamento , ma la verità è che, pur sapendolo, tutti noi ci ostiniamo ad affrontare delle vere e proprie maratone. Le lunghe ore sono una realtà assodata ed imprescindibile nell’audio, ma le trappole che causano l’affaticamento dell’ascolto possono essere evitate sviluppando un flusso di lavoro sano. Ecco alcuni suggerimenti per mantenere le orecchie e la mente fresche prima, durante e dopo le sessioni di studio.

1. Gestire i livelli di monitoraggio

Ascoltare i mix ad alto volume è un grosso errore. Oltre a causare affaticamento dell’orecchio, la profondità dei bassi e la chiarezza delle frequenze medio-alte ascolatate a volumi consistenti raramente si ritrova su altri sistemi di riproduzione che non sono i nostri e, soprattutto, a livelli volume inferiori.

Definire un livello ottimale del volume per eseguire il mixaggio non è tuttavia cosa semplice perchè un SPL (Livello di Pressione Sonora) di 85 dB in un grande studio trattato si sentirà molto più forte in un piccolo home studio con finestre.

Diciamo che una buona regola di partenza sarebbe quella di monitorare a un livello in cui si possa avere una conversazione senza bisogno di alzare la voce.

Far riposare le orecchie interrompendo l’ascolto della cuffia ci aiuterà a rimanere freschi non solo nella sessione di mixing ma anche negli anni a venire. Chi effettua un mixaggio può sovraccaricare le orecchie fino al punto di esaurirsi e non essere in grado di ascoltare correttamente.

Se al di fuori dello studio sei sottoposto a stress sonori, fare una pausa per ricalibrare le orecchie prima di ascoltare la musica è una buona idea.

2. Progettare un flusso di lavoro sano

Come detto poco sopra è essenziale progettare un flusso di lavoro sando ed efficiente. Esistono molti modi differenti per affrontare un mix, ma indipendentemente dall’approccio, gli ingegneri più esperti tendono ad adottare un metodo che applicheranno passo dopo passo, dall’inizio alla fine.

Mentre la produzione in genere ha un approccio più rilassato, i migliori mix provengono da strategie e metodologie applicate con un certo rigore. Ecco un possibile approccio al flusso di lavoro:

Primo ascolto: ascolta la canzone per avere un’idea di ciò che deve essere fatto mentre prendiamo nota delle aree e delle problematiche.

Pulizia del mix: attribuire un codice colore alle singole tracce, aggiungere canali aux per riverbero e delay e correggere gli errori come rumori e tempo.

Creare un equilibrio approssimativo: organizzare gli strumenti in gruppi e bilanciare le tracce a livello di gruppo e di strumento.

EQ correttivo: taglia le parti del segnale in presenza di rumori, fangosità, frequenze.

EQ additivo: far emergere le parti migliori del segnale aumentando leggermente le frequenze.

Migliorare il campo e la profondità stereo: eseguire il panning delle tracce e migliorare la profondità (dalla parte anteriore a quella posteriore) con riverberi e ritardi.

Automazione: aggiungere movimento al mix attraverso cambiamenti di effetti, panning e livelli.

Fare una pausa e tornare a modificare: prendere almeno un paio d’ore di pausa dal mix e tornaci con le orecchie fresche per fare le regolazioni.

Ascoltare la traccia per intero alcune volte utilizzando brani di riferimento (con lo switch A / B) verificando di essere sulla strada giusta.

Ognuno di questi passi offre l’opportunità di fare una pausa, riposare le mie orecchie e rifocalizzarsi prima di passare al prossimo compito con una visione chiara. Poiché i cambiamenti che facciamo nel mix influenzano quasi sempre qualcos’altro, questo approccio consente di individuare rapidamente i problemi e riconoscere dove mettere le mani al momento del ritorno.

Diciamo che 10 minuti di pausa ogni 60, oppure 20 ogni 90 possono essere uno standard condivisibile dalla maggior parte di noi. Sono abbastanza per riposare le orecchie e non sono troppi da rischiare di dimenticare i problemi da risolvere nel nostro mix.

3. Ascolto prolungato

Quando ascoltiamo la stessa parte della traccia più e più volte, ci abituiamo al modo in cui suona: le cose che ci sembravano problematiche al primo ascolto non risultano più così spiacevoli

La tendenza potrebbe essere quella di spingere le frequenze alte per compensare la desensibilizzazione con il risultato di fare precipitare rapidamente la qualità del mix.

Dopo circa un’ora di miscelazione senza interruzioni, spesso si tende ad incrementare i livelli di riproduzione dei monitor per avere un maggiore senso di chiarezza. Se non si presta attenzione, si rischia facilmente di aumentare il livello ogni ora fino a quando le cose sfuggono di mano. Per combattere un inizio precoce di affaticamento, potrebbe essere utile adeguare il volume verso il basso invece che verso l’alto , in modo che le orecchie possano adattarsi a livelli più moderati. È sorprendente quanto si riesca a distinguere certi dettagli con un ascolto silenzioso.

Se si riesce a rispettare questi precetti generali quando si fa il mixaggio le orecchie ne trarranno grande beneficio a lungo termine.

[Tutorial] Cosa Rende Perfetta Una Traccia Vocale?

Che si tratti di una canzone soulful degli anni ’70, di una classica canzone rock degli anni ’80 o di una popolare canzone dance elettronica di oggi, le canzoni con testi hanno una cosa in comune, indipendentemente dal genere: una traccia vocale potente ed emotiva.

In questo post esaminiamo cinque semplici modi per aiutare la tua voce a farsi notare nel modo in cui desideri.
1. Bere acqua

Potrebbe sembrare un gioco da ragazzi, ma molti cantanti spesso dimenticano di idratarsi prima di entrare in una sessione di registrazione. Rimanere idratati è di fondamentale importanza quando si tratta di esibire le proprie doti canore, sia sul palco che in una sessione di registrazione.

Bere acqua almeno venti minuti prima di prepararsi a cantare dietro un microfono. Non solo mantiene il tuo corpo sano e funzionante correttamente, ma dà al corpo il tempo per mantenere le corde vocali lubrificate e agili in modo che la tua “casella vocale” possa fare il lavoro.

2. Sorridi

Quando sorridi, i tuoi zigomi si alzano e creano uno spazio più risonante nella tua bocca. Ciò migliora la qualità tonale del tuo canto creando un tono più luminoso e più caldo, e aiuta la tua voce a risuonare, il che è spesso il motivo per cui i cantanti sorridono quando passano a un tono più alto. Ciò aiuta a individuare le note più difficili da raggiungere, determinando un tono più desiderato e rendendo più facile per l’ascoltatore ascoltare la pronuncia dei testi.

A volte, anche solo cambiando la forma della tua bocca quando canti, puoi creare alcuni strani nuovi toni nella tua voce, quindi sii creativo e provi alcune facce diverse… sorridi quando canti!


3. Mantieni il ritmo
Ci sono molte tecniche in post-produzione per aiutare un vocalist a stare in sintonia e in movimento, ma queste tecnologie non sempre valorizzano  il talento e l’energia originali di un cantante.

Il ritmo è uno degli aspetti più importanti della musica; che tu stia cantando una melodia di danza allegra o una ballata stravagante, il ritmo è l’elemento chiave. Il fan della musica media può notare quando un cantante è fuori tempo, quindi è molto importante fare del tuo meglio per rimanere in tempo con il metronomo (o in tempo con la band con cui ti esibisci) quando stai registrando la tua parte vocale per una canzone.

Una tecnica comune è quella di suonare silenziosamente il ritmo nella tua coscia o mano mentre canti per sentire fisicamente il ritmo, specialmente per i brani con ritmi complessi o sincopi.

Quando una sezione di una canzone è difficile da inchiodare, a volte aiuta rallentare il tempo e/o aumentarlo gradualmente; vai sempre dal lento al veloce quando sperimenti la tua performance su un brano.

La funzione metronomo dell’app Spire è un ottimo modo per stare in  sincronia ovunque tu sia, sia che si trovi in ​​studio a casa o lontano dalla civiltà.

Ecco un video che mostra quanto è facile impostare il tempo nell’app Spire. Impostare un metronomo nell’app Spire può avvantaggiare seriamente qualsiasi esecuzione o registrazione, ed è sempre una buona pratica anche per suonare dal vivo.

https://youtu.be/4zATyMFLcwI

4. Canta con emozione

Niente può rendere una traccia vocale degna di essere ascoltata senza una vera passione ed emozione dietro di essa. Il cantato cadrà nel posto giusto finché c’è uno scopo e un’intenzione che sostiene il  tutto.

Ci vuole forza e partecipazione in una performance vocale. È molto facile stancarsi dopo aver cantato la stessa linea vocale più e più volte – solo i migliori cantanti sono in grado di stare nello studio per ore e ore dando ripetutamente la stessa quantità di sforzo ed emozione in ogni take.

Se hai cantato il take un paio di volte e non suona bene, fai una breve pausa per rinfrescare la tua mente. Non vale la pena registrarlo se non ha ogni centimetro di emozione per cui è stato originariamente scritto! Il che ci porta all’ultima e più importante dritta…

5. Fallo ancora e ancora

Questo è semplice matematica; più si registra, più opzioni si hanno quando si sceglie quella giusta. Certo, ci sono delle volte in cui l’atmosfera è giusta e le stelle si allineano, e sei in grado di registrare una traccia che sembra giusta al primo take (come “Billie Jean” di Michael Jackson, per esempio), ma raramente una canzone nell’industria musicale viene registrata senza prendere frammenti da più takes (o “comping” come viene chiamato).

Prova una combinazione di tecniche diverse per risultati diversi: emozioni diverse, forme della bocca, posizioni in piedi, stanze, persino l’ora del giorno possono influenzare il modo in cui suona una traccia vocale.

A volte, le anomalie vocali più strane e fantastiche trovano la loro strada nella produzione finale, quindi continua a sperimentare con la tua voce e il tuo ambiente per tirare fuori il meglio in ogni traccia vocale che registri.