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5 Motivi Per Cui Le Tue Produzioni Non Sono Competitive

Cosa ti impedisce di creare musica dal suono incredibile, in grado di rivaleggiare con le hit di successo? Esaminiamo, grazie al nostro amico Giona Guidi, dj producer internazionale, i 5 principali motivi per cui le tue produzioni non sono competitive.

Mixi con gli occhi, non con le orecchie

Tutti noi soffriamo di un leggero disturbo ossessivo compulsivo che ci porta ad usare gli occhi per prendere decisioni sulla produzione.

Sai di cosa parliamo, vero? Tipo, provare ad allineare perfettamente l’audio ad occhio, prendere decisioni sul volume basate su oscuri livelli di picco dei transienti o, peggio, usare i plugin semplicemente perché sono esteticamente accattivanti.

Non vogliamo dire di mixare alla cieca, ma devi imparare a dare priorità alle tue orecchie rispetto a qualsiasi cosa potresti vedere davanti ai tuoi occhi.

Gli ascoltatori non vedranno mai il tuo progetto codificato a colori sulla DAW e non vedranno mai come il tuo mix abbia così tanto senso all’interno di essa. Loro giudicheranno la tua musica esclusivamente in base a ciò che sentono, il che significa che usare le tue orecchie dovrebbe diventare la tua priorità numero uno.

5 Motivi Per Cui Le Tue Produzioni Non Sono Competitive

Pensi che al tuo mix manchi qualcosa

Quando confronti la tua musica con i produttori a cui ti ispiri, non ti senti mai alla loro altezza. Inizi a pensare “se il mio mix avesse solo quel dettaglio in più, suonerebbe benissimo”.

La verità, spesse volte, è che al tuo mix non manca quel singolo dettaglio, mancano molte cose. Questo è l’effetto del nostro cervello che cerca di risolvere e semplificare un problema molto complesso che coinvolge molte parti in movimento.

Cose come EQ, saturazione, compressione, sidechain, riverbero, guadagno, automazione, sound design, layering, scrittura di testi, ecc., non possono essere risolte da un singolo suggerimento, tecnica, strategia o concetto.

5 Motivi Per Cui Le Tue Produzioni Non Sono Competitive

Assumi ingegneri per mixare e masterizzare la tua musica

Il problema dell’esternalizzazione totale del mixaggio e del mastering non è solo il costo. È il fatto che si possa credere che qualcuno trasformerà un terribile mixdown in un disco d’oro.

Nella vita reale, non funziona così. Come artista, sei responsabile di portare a termine la produzione per il 90% del percorso. Solo allora dovresti prendere in considerazione l’assunzione di un ingegnere per aiutarti a “rifinire” il progetto.

Inoltre, lavorare con gli ingegneri significa che stai teoricamente mixando alla cieca, perché non sai come suonerà la tua traccia una volta che raggiunge la catena di mastering del tuo tecnico. Credimi, c’è un modo molto migliore per risolvere questo problema.

Suddividi in compartimenti ogni parte del processo

Hai mai notato che se hai un cattivo master, molto probabilmente è a causa di un pessimo mixdown? Ma spesso, un cattivo mixdown è dovuto a una pessima scrittura della traccia. E la pessima scrittura del brano di solito è causata da un pessimo arrangiamento.

In poche parole, il problema che stai affrontando è sempre causato da qualcosa che si è verificato prima. Allora qual è la soluzione?

Smetti di trattare le tue produzioni come se ogni parte del processo non influisse in modo drammatico sul resto della tua produzione. Non è necessario che sia così complicato. Esiste un modo molto più sostenibile di guardare la tua musica.

5 Motivi Per Cui Le Tue Produzioni Non Sono Competitive

Non utilizzi adeguatamente le reference tracks

Le nostre orecchie hanno bisogno di essere ricalibrate di tanto in tanto. Mixare senza una traccia di riferimento è un modo infallibile per perdersi davvero nel proprio progetto. Dall’affaticamento dell’orecchio alle terribili decisioni di mixaggio, fare a meno di una traccia di riferimento significa andare incontro ad inevitabili problemi.

E mi raccomando, assicurati di non fare mai una pausa (sì, è sarcasmo): questo sottopone le tue orecchie a una forma clinica di tortura ed è spesso il motivo principale per cui i mix mancano di gain e generalmente mancano di un senso di professionalità e fattibilità commerciale .

Se non utilizzi tracce di riferimento per la composizione, il mixaggio, l’arrangiamento ed il mastering, ti aspetta un brusco risveglio.

Usare le tracce di riferimento è più facile a dirsi che a farsi, ma una volta che sai come farlo correttamente, cambierà la tua musica per sempre.

Suggerimenti per il Flusso di Lavoro in Studio

SUGGERIMENTI PER IL FLUSSO DI LAVORO IN STUDIO

Nel nuovo episodio di HeyGiona, in esclusiva per noi di DJ-Mag.it, Giona Guidi ci propone alcuni suggerimenti per ottimizzare il flusso di lavoro in studio.

Il flusso di lavoro è un elemento chiave per chiunque crei, che si tratti di produzione musicale, scrittura di un libro, riprese o montaggio di video, etc. Un flusso di lavoro solido non solo velocizza il lavoro, ma consente anche di essere più creativi. Quando un’idea ti viene in mente, devi essere in grado di conoscere il modo più rapido ed efficiente per inserirla nel tuo progetto.

Per questa ragione ho deciso di investire una piccola quantità di tempo per ottimizzare le mie sessioni. Quindi la prossima volta che ti siedi per fare un pò di musica, dedica i primi 30 minuti a seguire i seguenti suggerimenti. Per me sono stati efficaci, potresti trovarli utili anche tu.

Modelli di progetto

Quando apri il tuo sequencer preferito, è bene avere tutto già impostato, in modo da essere pronto per buttare giù idee il più rapidamente possibile. Alcune modelli di base potrebbero includere mandate di riverbero e delay, oppure alcuni bus di compressione parallela già impostati per tutta la sezione ritmica. Se utilizzi un ghost kick per eseguire la compressione sidechain, ti suggerisco di tenere la relativa traccia già impostata nella parte superiore del modello, pronta per l’uso.

SUGGERIMENTI PER IL FLUSSO DI LAVORO IN STUDIOTemplate di Ableton Live di partenza personalizzato

Uno degli accorgimenti che mi porta più beneficio è avere i miei Drum Rack di Ableton già caricati su ogni canale. Ho le mie tracce di cassa, rullante e hat già impostate quindi, non appena apro un progetto, mi basta premere una nota sulla mia tastiera e creare un groove. Questo è un grande risparmio di tempo e ti permetterà di iniziare a fare musica più velocemente.

La tua libreria di Campioni

Molti di noi hanno librerie di campioni sterminate, frutto di anni di raccolta, e ci ritroviamo a scorrerle all’infinito alla ricerca di quello perfetto per il progetto o che, quantomeno, possa essere di ispirazione per l’arrangiamento. Sebbene lo abbia rimandato per anni, alla fine mi sono deciso a raccogliere una mia libreria personale di campioni. Non è necessario (e forse non è nemmeno consigliabile) farlo in un unica sessioni in studio, puoi completare il processo un pò alla volta, ma ti suggerisco di salvare i campioni che usi spesso in una tua cartella personalizzata e poi creare al suo interno delle sottocartelle per ciascun strumento come il basso, i synth o la batteria,

SUGGERIMENTI PER IL FLUSSO DI LAVORO IN STUDIODrum Rack Ableton Live 11

Con riferimento specifico ai campioni di batteria e ai modelli di progetto di cui parlavo all’inizio dell’articolo, ti raccomando di creare un banco con la selezione delle tue casse, percussioni, rullanti, etc. preferiti. Questo ti aiuterà anche a creare la tua identità musicale, garantendo la continuità da un progetto all’altro e la percezione di una sorta di “firma” dell’artista. Dedicando un pò di tempo alla creazione di questi banchi, risparmierai perdite di tempo.

Organizza i tuoi Plug-In

L’organizzazione è fondamentale nella produzione musicale. Assicurati di sapere esattamente dove cercare i plug-in specifici che potresti voler utilizzare nei tuoi progetti. Ad esempio, in Ableton (ma anche in StudioOne, Logic o Cubase) puoi organizzare la tua libreria di plug-in e creare le tue cartelle. Nella versione 11 di Ableton che sto testando in beta e, al momento in cui scrivo questo articolo, è in fase di rilascio, sono stati finalmente pre-organizzati gli strumenti in macro categorie, Tuttavia, nulla vieta di scendere in modo più granulare nella personalizzazione, aggiungendo i plug-in di compressione preferiti nella cartella Compressori, oppure tutta la suite di CableGuys in una cartella denominata CableGuys. Ciò mi evita di scorrere all’infinito tutti i miei diversi strumenti o effetti, alla ricerca di quello che mi serve.

SUGGERIMENTI PER IL FLUSSO DI LAVORO IN STUDIOFinestra delle cartelle di Ableton Live 11

Spegnere il Telefono

Quando lasci che lo smartphone entri con te in studio, puoi stare certo che ti ritroverai a interrompere il flusso di lavoro e la magia del momento ispirato per colpa di una chiamata o di un messaggio di Whatsapp. La distrazione che questa circostanza provoca, può deviare in maniera consistente il fiume di idee che stava scorrendo dalla tua mente alle dita sulla tastiera MIDI. Quindi suddividi la tua sessione in studio in sezioni della durata di rica 1 ora e poi prenditi una pausa di 5 minuti per controllare i messaggi. Sebbene qualcuno sia più predisposto di altri a gestire più cose contemporaneamente, la verità è che il cervello può concentrarsi, in modo efficiente, su un’unica cosa alla volta.

Non riesci ad andare avanti

Se stai lottando per far venire fuori qualcosa di buono in studio, non sei solo. La creatività arriva a ondate e quando c’è devi cavalcarla. Non voglio dire che puoi allontanarti dal computer se non ti senti ispirato, devi superare il blocco in cui sei incappato. Prova con qualche espediente come quello di impostare un timer di 2 minuti, entro i quali stendere un loop di batteria. Poi ripeti la cosa per altri 2 minuti per la linea di basso, per una top-line e via discorrendo. Il risultato potrebbe non piacerti, ma sicuramente ti verranno in mente alcune nuove idee che ti avranno aiutato ad uscire dell’impasse in cui ti trovavi.

SUGGERIMENTI PER IL FLUSSO DI LAVORO IN STUDIO: QUALI SONO I VOSTRI?

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[Tutorial] Come Evitare Il Blocco e Terminare La Produzione di una Traccia

Ammettiamolo, molti di noi trascorrono troppo tempo su un brano. La triste verità è che, spesso e volentieri certe tracce non vedono mai la luce e restano sul disco rigido. Quella traccia è passata dall’essere la nostra più grande idea, al peggior incubo e frustrazione. Quindi la domanda è: cosa facciamo?

Fermarsi e smettere di girarci intorno in modo inconcludente. Se abbiamo sbattuto contro il muro, chiaramente non si sta andando da nessuna parte, quindi riconosciamo che è il momento di un’azione drastica.

Liberiamocene

Occorrono due secondi per trascinare un file nel cestino. Problema risolto. Ma questa è davvero una sconfitta? Abbiamo scelto una soluzione pigra e abbiamo sprecato tutto il tempo speso per modificare e trasformare quelle idee fantastiche in qualcosa di incompiuto. Ma è davvero così? Guardiamo la cosa da una prospettiva differente: è una vittoria, qualcosa che avremmo dovuto fare mesi o anni fa. Abbiamo risparmiato ilnostro futuro tempo personale, che potrebbe essere speso per andare avanti con il prossimo capolavoro.

Poteremmo rimarrai molto stupiti di quanto sia soddisfacente eliminare una traccia, specialmente se ha una “data dell’ultima modifica” dell’inizio di questo secolo. Libera la mente e il disco rigido.


Terminiamolo

Il fatto che siamo a corto di idee per eventuali aggiunte suggerisce davvero che non si va oltre, quindi contrassegnare la canzone come un momento nel tempo, masterizziamola su un CD, magari intitolato “Da Ricordare”, oppure caricchiamola su Soundcloud. Una volta che è su un supporto che non è il nostro disco rigido locale. Il ripping di una canzone o anche di una serie di idee su un file stereo può portare alla conclusione , se non altro, spronarci a oltrepassare il traguardo.


Focus

Cosa succede se la nostra idea non è chiaramente completa, solo una cozzaglia di loop? Per uscire dal circolo vizioso, potreebbe essere di aiuto focalizzarsi sulla traccia stessa. Sbarazziamoci di tutto ciò che la circonda, della lista infinita di motivi per cui non dovremmo finirla, come altri brani e remix, videogiochi, tutto quel lavoro che dobbiamo completare. Potremmo fingere di completare questa traccia come parte di una commissione. Niente crea adrenalina che cercare di fare qualcosa entro un certo lasso di tempo. Non si completata per tempo? Siamo licenziati.

Remix

Se ci rimane ancora una traccia che rischia di andare in putrefazione possiamo provare a toglierla dal proprio contesto originario e portare l’idea di partenza in una direzione completamente nuova. Remixiamola, facendo in modo che il groove e le note portino a suoni diversi. Aumentiamo o diminuiamo il tempo, cambiamo il genere. Bisogna essere audaci e drastici. Software come Loopcloud di Loopmasters possono farci cambiare direzione velocemente permettendo di ascoltare nuovi campioni adatti a ogni genere musicale in un istante.

Possiamo provare anche a eliminare tutti gli elementi tranne uno o due nella melodia; riportandola all’idea centrale. Abbattendo la casa fino alle fondamenta, si può ricostruire qualcosa di completamente nuovo.


Collaborazione


Se dopo aver provato ogni strada siamo ancora combattuti, c’è una soluzione estrema ma efficace: dare la traccia a qualcun altro e chiedere la sua collaborazione. Un altro paio o occhi ed orecchie potrebbero fare miracoli. Se il pensiero di condividere questa idea con qualcun altro ci spaventa, allora forse è il momento di lasciar perdere.


Forse si tratta di accettare semplicemente che la nostra traccia non sarà mai finita e che la vera perfezione non potrà mai essere raggiunta. Prendere coscienza cheil brano avrà sempre delle imperfezioni potrebbe dare la chiusura di cui abbiamo bisogno. Accettiamo il fatto che potremmo sprecare mesi o anni a lottare per qualcosa di semplicemente impossibile da ottenere.

Quindi cancelliamolo, finiamolo, trasferiamolo sul cloud o su un CD. Facciamolo diventare qualcos’altro, remixiamolo o mettiamolo nelle mani di qualcun altro e lasciamo che la sua differente prospettiva ci apra la mente. Ma non lasciamolo decantare troppo a lungo.

[Tutorial] 10 consigli per collaborare online SU UN PROGETTO MUSICALE

Essere confinati a casa, rispettando il distanziamento sociale, non è un buon motivo per smettere di sviluppare i nostri progetti musicali in collaborazione con altre persone.

Per collaborare con successo online, ci sono una serie di aspetti da considerare. Ecco 1o suggerimenti per aiutarti a gestire il processo creativo:

Utilizzare l’archiviazione remota

I file audio stereo di alta qualità possono essere una seccatura da inviare sulla rete, a causa delle loro grandi dimensioni. Se si cambia una parte, si può semplicemente rinviare quella, ma molto presto il destinatario/collaboratore può perdere traccia di ciò che sta succedendo al progetto.

Si possono evitare queste seccature utilizzando un servizio in “Cloud” per mantenere sincronizzati i progetti su più macchine e utenti. Lo spazio disponibile gratuitamente è normalmente sufficiente per gestire un intero progetto. Dropbox offre 5Gb, Google Drive 15Gb, Box 10Gb, OneDrive 7Gb, Mega ben 50Gb. Se tutto questo non dovesse soddisfare le vostre esigenze ricordiamo che pCloud offre anche l’opportunità di acquistare a vita (senza abbonamenti mensili) fino a 4 Terabyte per una cifra competitiva.

Specificare un formato univoco per il progetto

Definire sempre in quale formato si vuole gestire i file prima di iniziare la collaborazione. Alcune DAW offrono l’esportazione a 32 bit, ma ne esistono altre che non sono in grado di gestirne l’importazione. Prima di far deragliare completamente una sessione di studio online, meglio esser chiari e convenire le regole del gioco,

Specificare la versione dalla DAW

Quando si collabora con qualcuno che utilizza lo stesso DAW, assicurarsi di lavorare con la stessa versione. Alcuni DAW non sono compatibili con le versioni precedenti, quindi ciò potrebbe significare che la persona che esegue la versione precedente non sarà in grado di aprire i file salvati in quello più recente. È facile sottovalutare questo problema, quindi assicuriamoci di chiedere in anticipo con quale release si lavora.

Essere flessibili

Lavorare con diverse DAW non deve rappresentare un limite, basta scambiarsi semplicemente i Bounce audio. Alcune persone lavorano meglio utilizzando più piattaforme, passando magari da Ableton Live a Logic, quindi lasciamo che ogni produttore possa sfruttare i propri punti di forza utilizzando la DAW che meglio li valorizza.. Se sentiamo qualcosa che desideri modificare, ne prendiamo nota e lo rendiamo noto al collaboratore.

Verificare le licenze dei banchi di suoni

Oggigiorno molti soundbank sono protetti da copia, incluse alcune librerie demo. Assicuriamoci di verificare che i collaboratori dispongano delle licenze richieste. Se non ne dispongono meglio, ancora una volta, procedere con un bounce della traccia audio in questione.

Salvare i campioni

Prestiamo attenzione ai plug-in che fanno uso di banchi di campioni, come ad esempio ReFx Nexus. Anche se impostiamo la DAW affinché salvi il progetto con tutte le sue risorse, i campioni del plug-in potrebbero non essere inclusi. Per ovviare a ciò, salviamo la patch campionata e condividiamola anche con il collaboratore.

Eseguire il bounce wet/dry

Quando eseguiamo il bounce di un canale con enormi quantità di riverbero o delay, meglio crearne una versione dry, senza il carico degli effetti della versione dry. Quando si entra nel merito degli effetti le cose possono essere molto soggettive, ed è facile che qualcuno del gruppo di lavoro possa lamentare il fatto di non essere in grado di poter lavorare su una versione asciutta della traccia.

Eliminare i silenzi audio

Se stiamo lavorando con molte tracce audio, il disco rigido potrebbe andare in affaticamento, specie se non si dispone di una unità di ultima generazione con tecnologia SSD. Se ciò accadesse proviamo a eliminare eventuali parti silenziose da ciascun file audio. In questo modo il disco rigido non sarà costretto ad accedere ad ogni singolo bounce contemporaneamente, per l’intera riproduzione della traccia.

Aprire la mente

Se qualcuno suggerisce una modifica a qualcosa che siamo abituati a sentire in un certo modo, può essere estremamente difficile giudicare con obiettività la nuova versione.

Per ovviare a questo problema, proviamo a convivere con la versione modificata della traccia per almeno un giorno. Non è detto che la modifica proposta sarà sempre accettabile e migliorativa, ma a volte bisognai lasciare che le cose decantare prima di poter essere obiettivi.

Non aver paura di parlare

Lavorare con molte persone ad un progetto può essere davvero interessante, in quanto consente una gamma potenzialmente più ampia di influenze e idee. Per contro, esiste il pericolo, tutt’altro che remoto, che il progetto possa perdere la bussola. Se ritieniamo che il progetto abbia perso la direzione, parliamone apertamente col gruppo di lavoro.

Assicuriamoci di farlo in modo amichevole e conserviamo un riferimento su qualche piattaforma online, in modo da avere sempre la possibilità di sentire come il progetto suonasse in una sua versione precedente.

[Tutorial] Alcune Regole Da Seguire Per Costruire Una Traccia Di Successo

Lo streaming ha introdotto molti cambiamenti nel modo in cui produciamo e consumiamo la musica. Tuttavia,  la base di una buona canzone non è molto diversa da dieci, venti o trenta anni fa: gli ascoltatori cercano ancora la musicalità creativa.

Una delle principali differenze è il grado di concorrenza nell’ambiente di streaming. I provider come Apple Music hanno decine di milioni di canzoni ed in uno scenario del genere la prima regola è mostrare alle persone perché dovrebbero ascoltarci e dobbiamo farlo il ​​più rapidamente e sensibilmente possibile. In una frase… 30 secondi o meno devono catturare l’attenzione del pubblico.

In una conferenza tecnologica del 2015, l’app di identificazione delle canzoni Shazam ha rivelato i dati che vengono utilizzati per prevedere con precisione entro un mese se una canzone diventerà una numero uno di Billboard negli Stati Uniti. Quasi tutte le canzoni di successo seguono lo stesso schema: convincono le persone ad estrarre i loro telefoni e identificarle entro i primi 10-20 secondi dal loro ascolto.

Essere in grado di connettersi rapidamente con gli ascoltatori è la base del modello di business di Spotify per gli artisti che condividono le loro canzoni sulla piattaforma. Una canzone deve essere riprodotta per 30 secondi per contare come un singolo stream e per remunerare l’artista. Il modo in cui una canzone inizia è sempre stato importante nel pop, ma ora sembra più cruciale che mai nella produzione musicale.

In questo articolo proveremo a delineare alcune strategie creative per iniziare una traccia in modo da attirare l’attenzione degli ascoltatori.

Creare una scena sonora

Iniziare una canzone con una registrazione sul campo o un paesaggio sonoro può trasportare gli ascoltatori in uno spazio reale o immaginario prima che la prima nota venga suonata. Pensate ad esempio a Club Tropicana degli Wham o più in generale al tono della stanza, il feedback dei microfoni e i conteggi dei batteristi. Sono alcuni esempi comuni usati nella musica rock e indie. La musica elettronica spesso impiega droni spaziali e bip per evocare immagini del futuro. Le registrazioni della natura, come l’acqua e gli uccelli, funzionano bene per calmare gli ascoltatori prima di una canzone downtempo. Si tratta di creare in termini musicali quello che nella tv e nel cinema si definisce “spoiler”, ossia anticipare ciò che il testo andrà a delineare nei primi 30 secondi. Questa strategia attira gli ascoltatori nella canzone ma i tempi della musica pop con potenziale commerciale impongono di tenere la scena sonora impostata su un massimo di 10 secondi.

Ri-campionare

Creare nuovo materiale per l’introduzione di una canzone può richiedere molto tempo. Se ci si sente bloccati in questa fase si possono utilizzare contenuti già presenti nella nostra traccia e tagliarle. Pharrell ricorre molto spesso a questo approccio. Quasi tutti i suoi più grandi successi iniziano con un ciclo di quattro count del primo beat. Ascoltate qui sotto l’esempio che è stato messo insieme per dimostrare questo concetto. Di fatto può risultare anche più eccitante di un inizio pulito ed è anche radio-friendly.

Anticipare la melodia del ritornello

Un ritornello che esploda in modo relativamente anticipato nello sviluppo della traccia è un modo infallibile per connettersi con gli ascoltatori. È possibile ascoltare questo approccio in Thunder degli Imagine Dragons. La canzone inizia dal primo secondo con la voce solista, un ritmo di batteria e una linea di basso ridotta al minimo, non c’è molto altro. Questo fa si che il ritornello esploda con il basso e la batteria, la voce chunk accattivante e più livelli vocali introdotti per fornire un tocco di anthem. Tutto questo accade nei primi 35 secondi e appena prima che la canzone raggiunga il ritornello c’è una breve pausa. E’ qui che viene riempito lo spettro delle frequenze cambiando l’energia in una costante progressione verso il picco emotivo

Meno è meglio

Non tutte le canzoni pop hanno bisogno di un alto livello di segnale per conquistare rapidamente gli ascoltatori. My Feelings di Drake dimostra come un senso di spazio e di dinamica possano risultare altrettanto accattivanti. L’introduzione presenta solo tre elementi: batteria, synth pad/bells lasciati molto indietro rispetto a ritmo e voce e, soprattutto, molto spazio negativo. Il silenzio viene utilizzato come dispositivo musicale per muoversi di pari passo con le aspettative dell’ascoltatore e intensificare l’impatto emotivo della voce che segue un ritmo stop-and-start, tenendo l’ascoltatore agganciato ad ogni nuova linea. Ogni elemento musicale ha il suo posto nello spettro delle frequenze, creando un mix che è ben bilanciato e facile da ascoltare. Non suona come la musica per le folle eppure è un successo indiscutibile

Hook strumentale prima del resto

Nelle produzioni degli ultimi anni viene data molta importanza al hook vocale. Come abbiamo potuto ascoltare nelgi esempi precedenti, gli artisti trattano l’hook  vocale come l’elemento chiave per vendere la canzone. Ma gli ascoltatori possono essere conquistati anche con strumenti memorabili che li ispirano a canticchiare o battere il loro piedino a tempo.

Un ottimo riff, synth o beat è sufficiente per guidare una canzone dall’inizio alla fine, quindi dovrebbe essere introdotta dal momento in cui gli ascoltatori premono play.

Daft Punk ha sempre fatto affidamento su hook strumentali per guidare le proprie canzoni come Get Lucky. La traccia inizia e viene definita dalla chitarra con una atmosfera disco che si ripete per tutta la canzone, senza per questo annoiare l’ascoltatore.

Se, diversamente da questo approccio, si desidera conservare un hook strumentale accattivante per rivelarlo più avanti nella canzone allora si può iniziare a introdurne una versione modificata, come  una versione acustica, per poi inserire la versione sintetica o elettrica nella strofa o nel ritornello.

Il nostro hook non dovrebbe in ogni caso spodestare e prendere il sopravvento sulla voce. Se c’è un passaggio strumentale con una rapida successione di note o un pitch bend selvaggio, meglio non inserire la voce in quel momento oppure chiedere al cantante di cantare una nota sospesa per evitare un mix disordinato.

Creare una falsa partenza

Molte canzoni catturano l’attenzione degli ascoltatori fin dall’inizio con un suono sorprendente o strano. Questo approccio richiede una scelta molto attenta dei nostri suoni. La falsa partenza dovrebbe sembrare una parte della canzone anche se è diversa per tono o stile. Bastano pochi secondi per far sì che gli ascoltatori si chiedano di cosa si tratti prima di svanire e lasciare che la musica prenda il sopravvento. Prendete come esempio Bob Seger e la sua Old Time Rock N’ Roll

Perchè sia efficace la musica che segue la falsa partenza deve essere ben fatta, Aggiungere semplicemente un suono strano a una canzone che ha ancora bisogno di lavoro non la renderà migliore. Si può poi riproporre il suono o il frammento si accordi  una o due volte durante la canzone per darle un nuovo significato e mantenere la coerenza.