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Steinberg Wavelab Cast 2: Recensione

Steinberg Wavelab Cast 2: Recensione Copertin Articolo

Cos’è Steinberg Wavelab Cast 2?

Steinberg Wavelab Cast 2 è un software di editing audio professionale, pensato per chi vuole creare contenuti multimediali di qualità e, oggi, andiamo a a farne la nostra recensione. WaveLab Cast 2 ti permette di registrare, montare, mixare e masterizzare il tuo audio, aggiungendo effetti, filtri, transizioni e molto altro. Puoi anche importare e esportare file audio da qualsiasi scheda SD o registrare direttamente in WaveLab Cast 2 usando il tuo hardware preferito1.

WaveLab Cast 2 è compatibile con i principali formati audio, come MP3, WAV, AIFF, OGG e FLAC, e supporta una qualità fino a 96 kHz, 16 bit2Inoltre, WaveLab Cast 2 ti offre la possibilità di pubblicare i tuoi contenuti su diverse piattaforme, come YouTube, Spotify, SoundCloud e Podigee, con un solo clic1.

Le Novità

WaveLab Cast 2 è un aggiornamento gratuito per gli utenti di WaveLab Cast 1, che introduce diverse migliorie e funzionalità inedite. Ecco le più importanti:

Steinberg Wavelab Cast 2: Recensione – Start Up Assistant

Startup Assistant: si tratta di una nuova funzione che ti aiuta a iniziare i tuoi progetti in modo rapido e semplice, guidandoti nella scelta delle impostazioni e dei template più adatti.

Chapter Generator: questa funzione ti permette di creare automaticamente dei capitoli per i tuoi podcast e i tuoi video, basandoti sui marcatori che hai inserito nel tuo audio. Questo rende i tuoi contenuti più facili da navigare e da ascoltare per il tuo pubblico.

Steinberg Wavelab Cast 2: Recensione Chapter Generator
Steinberg Wavelab Cast 2: Recensione – Chapter Generator

Displaying Keyboard and Mouse Input: questa funzione ti permette di visualizzare in tempo reale la tua attività di mouse e tastiera, utile per creare tutorial o dimostrazioni del tuo lavoro.

Miglioramenti del Workflow : WaveLab Cast 2 presenta anche diversi miglioramenti nel flusso di lavoro, come la possibilità di modificare i metadati dei file, di usare il drag and drop per spostare i file tra le finestre, di personalizzare le scorciatoie da tastiera e di accedere facilmente alle funzioni più usate.

Le Differenze Rispetto a Wavelab Cast 1?

WaveLab Cast 2 è una versione più avanzata e completa di WaveLab Cast 1, che offre maggiori possibilità di editing e di pubblicazione dei tuoi contenuti. Le principali differenze sono:

  • WaveLab Cast 2 ha una nuova interfaccia grafica, più intuitiva e moderna, che ti permette di accedere a tutte le funzioni in modo più veloce e semplice.
  • WaveLab Cast 2 ha una maggiore compatibilità con i formati audio e video, come MP4, MOV, M4A e AAC, che ti permettono di lavorare con una maggiore qualità e flessibilità.
  • WaveLab Cast 2 ha una maggiore integrazione con le piattaforme di distribuzione, come YouTube e Spotify, che ti permettono di creare e pubblicare i tuoi contenuti con un solo clic, senza dover usare altri software o servizi.
  • WaveLab Cast 2 ha una maggiore varietà di effetti, filtri e plugin, che ti permettono di migliorare e personalizzare il tuo audio, aggiungendo riverbero, compressione, equalizzazione, distorsione e molto altro.
Steinberg Wavelab Cast 2: Recensione GUI
Steinberg Wavelab Cast 2: Recensione – GUI

Un parere su Steinberg Wavelab Cast 2

A nostro avviso, Steinberg Wavelab Cast 2 è un software eccellente per chi vuole creare e modificare podcast, video e audio per i social media. WaveLab Cast 2 offre una qualità professionale, una facilità d’uso e una versatilità che lo rendono adatto a qualsiasi tipo di progetto e di esigenza. WaveLab Cast 2 è anche un software molto conveniente, visto che costa solo 99,99 euro e include un aggiornamento gratuito da WaveLab Cast 1

Tuttavia, WaveLab Cast 2 ha anche alcuni limiti e svantaggi, che vale la pena di considerare. WaveLab Cast 2 è un software pensato principalmente per i contenuti multimediali, e non per la produzione musicale in senso stretto. Se vuoi creare e registrare musica, forse ti conviene usare altri software più specifici, come Cubase o Ableton Live. WaveLab Cast 2 è anche un software che richiede una certa esperienza e conoscenza dell’editing audio, e non è adatto ai principianti o ai neofiti. Se vuoi imparare a usare WaveLab Cast 2, dovrai dedicare del tempo e delle risorse a studiare il manuale, a guardare i tutorial e a sperimentare le varie funzioni.

In conclusione, Wavelab Cast 2 è un software che ti consigliamo di provare se vuoi creare e modificare podcast, video e audio per i social media. WaveLab Cast 2 ti offre una qualità professionale, una facilità d’uso e una versatilità che lo rendono uno dei migliori software del settore. WaveLab Cast 2 ha anche alcuni limiti e svantaggi, che dovrai valutare in base alle tue esigenze e alle tue competenze. Speriamo che questo articolo ti sia stato utile e ti invitiamo a lasciare un commento con la tua opinione su WaveLab Cast 2 sulla nostra pagina Facebook

[Review] Ferrite: Podcast ed Editing Audio Mobile di Livello Professionale

Oggi parliamo di Ferrite uno delle migliori App iOS per la registrazione della voce.
Preciso subito che non si tratta di una DAW per musicisti, tipo Cubasis, nTrack o Garageband. Mi sembra tuttavia chiaro che, oggi come oggi, che piaccia o meno, tutti i dj, produttori o musicisti siano costretti a fare i conti con nuovi mezzi per diffondere i propri contenuti e consolidare il proprio brand. Mi riferisco ovviamente ai social media, ma anche a forme di comunicazione capaci di creare una connessione con il proprio pubblico, specie quello più giovane.

Radio show e Podcast stanno rapidamente prendendo piede, le statistiche e le previsioni dei guru del marketing parlano chiaro in tal senso. Sembra anche evidente che ci si stia muovendo sempre più verso soluzioni mobili, che consentano di avere pressoché i medesimi tools e il livello professionale garantiti dalle soluzioni desktop. Attendere di tornare in studio o a casa per realizzare quel podcast, quel radio show o semplicemente quella storia su Instagram è una cosa che , ahimè, non ci si può più permettere. Ecco perché oggi recensisco Ferrite Studio di Wooji.

Una delle cose che saltano immediatamente di ferrite è che ti consente di iniziare rapidamente una nuova registrazione non appena apri l’app. Dispone anche di un pratico misuratore dei livelli audio e questo consente di regolare il guadagno del microfono direttamente dall’interfaccia di registrazione. Naturalmente Ferrite funziona anche con microfoni iOS compatibili Lightning, oltre che con quelli tradizionali USB-A o USB-C attraverso eventuale dongle.

Ferrite è particolarmente indicato per voci fuori campo e podcast, anche se nulla vieta si utilizzarlo per editing audio di tracce che richiedano di essere tagliate, accorciate, allungate o per applicare dissolvenze in ingresso o uscita. Mi viene subito in mente il caso in cui, nel montaggio di una storia Instagram, limitata a 15 secondi, l’audio venga troncato in modo poco gradevole. Come molti di voi sapranno, i software per il montaggio video non consentono di andare troppo nel dettaglio della forma d’onda della colonna sonora, e questo può rendere difficile, se non impossibile, tagliare e incollare nel punto giusto senza creare sgradevoli effetti audio. Ferrite può tornare utile per sistemare la soundtrack del video in modo preciso e professionale.

Un utilissima funzione presente nella home dell’interfaccia di registrazione è il pulsante Segnalibri (Bookmark). Mentre sei nel mezzo di una registrazione, se devi registrare più take, i segnalibri possono farti risparmiare decisamente un sacco di tempo, permettendoti di contrassegnare dove ha inizio ogni nuovo take. Una volta completata la registrazione puoi accedere nell’inspector e visualizzare e rinominare i singoli segnalibri. Puoi anche accedere ai segnalibri all’interno dell’ editor multitraccia e questo ti consente di risparmiare tempo in post-produzione , visto che puoi navigare rapidamente tra quei segnalibri e creare un esportazione multitraccia per ciascuna registrazione autonoma che Ferrite salverà come separata.

La Apple Pencil è pienamente supportata e Ferrite ti consente di impostare diverse modalità in modo da editare senza ricorrere troppo alla tastiera, sebbene ci siano molte persone che sono talmente abituate a usare le scorciatoia da tastiera, da preferirla a penna e mouse.

Puoi facilmente costruire un progetto di editing multitraccia da un singola registrazione semplicemente premendo il pulsante di modifica, ma puoi anche inserire tracce aggiuntive importando l’audio esterno da altre fonti che potrai modificare aggiungendo effetti audio e automazioni.

Ferrite è una suite di post-produzione adatta a doppiaggi, monologhi e podcast con tracce sovrapposte che si adattano rapidamente usando i comandi per dividere e trascinare. Ferrite gestisce ovviamente la regolazione del volume e della panoramica ed offre strumenti ancora più avanzati come il ducking che consente di abbassare automaticamente il volume di un audio tutte le volte che entra in gioco una traccia master.

Oltre a questo trovo molto utile la funzione che consente di riconoscere ed eliminare il silenzio nei dialoghi, estremamente utile per l’editing di podcast per accelerare il flusso di lavoro

C’è una barra degli strumenti personalizzabile nella parte inferiore dell’interfaccia per eseguire rapidamente effetti e automazioni. La libreria degli effetti contiene un compressore, filtri passa alto e passa basso, noise gate e altri effetti utili che possono essere personalizzati a proprio piacimento. L’automazione e questo può essere applicata ai singoli componenti di uno specifico effetto, insieme a volume e panoramica. Se avete installati dei plugin esterni, potrete quasi sicuramente utilizzarli all’interno di Ferrite.

L’esportazione di Ferrite avviene senza perdita di qualità (lossless) o in formato compresso. Gli utentidi Ferrite hanno anche la possibilità di esportare una registrazione stereofonica o fare il mixdown mono.

Per chi fa molti Podcast tornerà utile la funzione che consente di impostare un modello (template) per ciascuna serie di episodi con musica, grafica, tracce audio vuote, numeri di episodi e tutto ciò che caratterizza ciclicamente il programma e riutilizzarlo per ogni nuovo episodio. Può essere un lavoro noioso, che in questo modo viene gestito automaticamente.

Il livellamento automatico e la riduzione del rumore consentono di pre-elaborare i file audio per ottimizzarli, prima di iniziare la modifica e posso dire che, tutto sommato, danno risultati piuttosto buoni.

Se effettuate regolarmente editing di voci o podcast dovreste sicuramente dare un’occhiata alla suite registrazione di Ferrite Studio. Potete scaricarlo gratuitamente da App Store nonostante alcune delle funzionalità, come effetti e automazione, richiedano l’acquisto in-app a 32,99 €, Ciò nonostante, è senza dubbio una
delle migliori app di registrazione audio che io abbia provato su iOS e lo uso praticamente sempre sul mio iPad Pro, che si tratti di un voiceover, un podcast o anche solo per sistemare una traccia musicale che devo “adattare” ad una storia di Instagram.

[Tutorial] Utilizzi gli hashtag giusti per la tua musica sui social media?

Ormai, i social media sono diventati importanti e abbastanza diffusi da far capire a tutti che cosa sono gli hashtag, ma ci sono ancora molte persone che non capiscono cosa dovrebbero o non dovrebbero fare quando si tratta di dare la giusta impostazione nel loro utilizzo su Instagram o Facebook.
Ecco una rapida occhiata a cinque cose che potreste non fare con gli hashtag, come potreste migliorare e perché tutto ciò sia importante.

  1. Seguire strategicamente alcuni hashtag

Anche se non se ne parla abbastanza e molte persone nemmeno ne sono a conoscenza, gli hashtag possono essere seguiti su Instagram più o meno allo stesso modo degli account. Chiunque può scegliere di seguire un hashtag e visualizzare molte delle immagini associate al tag (a volte tutte, a seconda di quante volte viene utilizzato l’hashtag) nel proprio feed, proprio come se un account che seguiamo avesse condiviso una nuovo post.
Seguire un hashtag come #summer o #music probabilmente non vi servirà a nulla, dal momento che sono usati ed abusati, ma ci sono alcuni che potrebbero avvantaggiarvi. Ad esempio, se si segue il nome della tua band o dj preferiti come hashtag (ad esempio #coldplay o #davidguetta), sarà possibile visualizzare alcuni dei post che hanno attinenza con la propria musica ed artisti preferiti. A volte le persone non ci taggano correttamente utilizzando un hashtag anziché il tag al nostro account. In questo modo potremo intercettare le immagini in questione. Si potrebbe ad esempio decidere di seguire i nomi dei propri brani, album e tour sotto forma di hashtag perché, anche vengono usati solo una o due volte, conviene interagire con quelle immagini (e con gli account dietro di loro), dal momento che saranno probabilmente condivise dai chi ci segue con maggiore assiduità e partecipazione.

2. Separare gli hashtag dalla didascalia

Ci sono diverse correnti di pensiero quando si tratta di posizionare gli hashtag da allegare ai propri post e, alla fine, si riduce tutto a ciò che riteniamo migliore e di ciò che funziona per noi.
Suggeriamo di aggiungere i propri hashtag come commento subito dopo aver postato la propria immagine o il proprio video lasciando che la didascalia abbia la propria rilevanza, invece di affollarla con hashtag. Quando vengono inseriti in un commento, funzionano ancora allo stesso modo e tutte le funzionalità dovrebbero essere uguali, ma vengono suddivisi in compartimenti e, in un certo senso, vengono tenuti separati.

In alternativa si può optare per aggiungere almeno 5 punti in successione (o altro simbolo) per distanziare la lista degli hashtag dalla caption, ossia la didascalia descrittiva del post.

3. Non usarne troppi

Le persone aggiungono hashtag ai post su Instagram perché rendono i propri contenuti parte di una conversazione più ampia e consentono loro di intercettare persone nuove che diversamente potrebbero non incappare mai nel loro profilo . Con ogni hashtag aggiunto, c’è l’opportunità di raccogliere nuovi Mi piace, commenti e follower, e mentre ciò può sembrare superficiale, tutta quell’attenzione si aggiunge e può tradursi in nuovi fan e vendite dei propri brani.
Si potrebbe essere tentati a questo punto di massimizzare il numero di hashtag aggiunti a ogni post (Instagram ne consente 30 per ogni articolo), ma in realtà non si tratta di una buona pratica.

Trovare un equilibrio tra l’utilizzo di hashtag appropriati e l’accattonaggio di attenzione e visibilità è difficile. A volte solo cinque hashtag sono la cosa migliore, mentre altre volte, circa 10 potrebbero funzionare meglio. Quando si superano i 10 le cose diventano complicate e Instagram potrebbe anche pensare che stiamo provando a giocare con l’algoritmo e quindi bisogna fare attenzione a non tramutare il nostro post in qualcosa che il social network tratta come vero e proprio Spam.

4. Non utilizzare sempre gli stessi

Via via che aumentiamo le nostre pubblicazioni su Instagram, diventa facile stagnare nell’utilizzo dei soliti hashtag. Probabilmente ci sono molte opzioni che si applicano a tutto ciò che condividiamo, come #music, #concert, #newmusic o il nostro nome . Potrebbe sembrare che abbia senso utilizzarli più e più volte, ma Instagram disapprova anche il copia e incolla degli hashtag nello stesso ordine.

Quando pubblichiamo è bene mescolare gli hashtag ed evitare di utilizzare #music tutte le volte, specialmente se ci sono altri tag più trendy e pertinenti applicabili al nostro post. Anche se ci sono alcuni elementi che vogliamo includere ogni volta che condividiamo (come il proprio nome o il nome che i nostri fan ci hanno attribuito), facciamo del nostro meglio per scriverlo in un ordine differente. Se era il primo hashtag elencato nel nostro ultimo post, assicuriamoci che sia da qualche parte nel mezzo nel post successivo e magari l’ultimo in quello che verrà pubblicato ancora dopo

5. Creare hashtag inediti ed originali

La maggior parte degli hashtag che pubblichiamo sono utilizzati anche da milioni di altre persone, e questo può anche rendere difficile distinguersi. È divertente lanciare il proprio contenuto nella giungla social insieme a tutti gli altri che utilizzano tag come #instamusic o #edm, ma possiamo anche proporne altri che si applicano solo a noi e alla nostra musica.

Includendo gli hashtag chiave per noi nei propri post di Instagram possiamo iniziare a “educare” chi ci segue ad utilizzarli quando postano cose attineneti al nostro universo, alla nostra musica, alle nostre serate etc. Questi hashtag hanno un senso circoscritto a quelli che ci conoscono e vogliono anche pubblicare qualcosa che ci riguarda, e quindi sono forse anche più importanti degli altri hashtag casuali che le masse hanno adottato.

Guardiamo questi hashtag con attenzione e assicuriamoci di seguirli, perché tutto ciò che è condiviso con uno di questi elementi è fondamentale per noi.

Ringraziamo Giona Guidi per averci dato consulenza sull’intricato mondo di Instagram, dei “trucchi” ed errori da evitare, mettendo a disposizione la sua consolidata esperienza di dj, produttore e social media expert.

[Tutorial] Come Preparare Il Rilascio della Produzione

L’intero processo di mettere insieme un comunicato è allo stesso tempo emozionante e scoraggiante. Dopo che hai passato così tanto tempo a creare  la tua produzione a mixarla e masterizzarla arriva il momento di lanciarla e farla conoscere al resto del mondo.

La chiave per una buona release è la tempistica, tutto dipende da quanto prepari in anticipo l’uscita della tua creatura. Pensa alla tua release come alla preparazione di un viaggio. Non penseresti certo di metterti in autostrada senza aver fatto preventivamente il pieno alla tua automobile.

Che sia tu personalmente a curare il lancio o lo faccia qualcun altro per te, tutto si riduce alla capacità di creare attesa intorno alla release. Vediamo insieme alcuni passi che reputiamo fondamentali per ottenere il risultato.

Un buon Comunicato Stampa

Un buon comunicato stampa conterrà tutto ciò che c’è da sapere sull’uscita stessa e sull’artista, nel modo più chiaro e conciso possibile. La stampa, sia essa quella tradizionale o digitale,  può ricevere centinaia di richieste di press release al giorno.  Bisogna essere interessanti ed accattivanti per emergere dal mucchio.

Dobbiamo inviare il comunicato stampa ad una utenza mirata e ben circoscritta. Se hai prodotto una traccia elettronica è del tutto inutile contattare pubblicazioni che si interessano solo di musica rock. Meglio fare una ricerca sulle pubblicazioni che stai considerando di contattare per sapere se sono rilevanti per te. È importante tenere un elenco dei contatti, con tutti i dettagli importanti per ciascuno di essi e, soprattutto, se il feedback che abbiamo ottenuto  sia stato più o meno positivo. Creare connessioni nei media sarà uno strumento molto utile per il nostro futuro artistico.

E’ possibile che la maggior parte di questi media non ci risponda, visto che ricevono centinaia di queste richieste ogni giorno ma dovremo concentraci su coloro che ci danno feedback e dimostrano di apprezzare ciò che facciamo.

Un buon Press Kit

Il Press Kit dovrebbe deve essere allegato al comunicato stampa, tuttavia sono cose decisamente differenti.

La cartella stampa è la raccolta di tutto ciò che c’è da sapere su di noi come artisti ed include biografie, immagini in alta risoluzione e collegamenti al nostro sito web, oltre  che ai nostri contenuti. Il tutto deve essere  conciso e ben articolato. Concentriamoci sulla formattazione del Press Kit ed assicuriamoci che tutti i contenuti dello stesso tipo siano raccolti in un unico posto. L’ultima cosa che vogliamo è costringere chi lo utilizzerà ad andare a caccia delle informazioni che servono  per avere una chiara immagine di chi siamo come artisti.

Investire su un Video

Avere almeno un video musicale per accompagnare la nostra traccia  nella sua fase di rilascio è qualcosa di estremamente efficace e ben visto. Catturerà più facilmente l’attenzione della  stampa e sarà molto più probabile che ci diano copertura. In primo luogo sembreremo molto più affermati come artisti e poi le immagini sono decisamente più coinvolgenti fungendo da conduttore per consentire alle persone di connettersi più profondamente alla nostra musica. Sono un’interpretazione visuale degli elementi che costituiscono la  traccia.

Da un punto di vista meno filosofico offrono un canale in più per esporre la nostra creazione al mondo. Pensate che YouTube è il secondo motore di ricerca più grande del mondo e la maggior parte dei suoi utenti utilizza la piattaforma per ascoltare musica, specie nella fascia di età più giovane.

I Social Media

Dove si colloca prevalentemente il nostro pubblico? Che ci piaccia o meno la risposta è: sui social media. I social media sono uno strumento potente che ha dato grande potenziale ed opportunità agli artisti.

Costruiamo attesa intorno al rilascio postando frammenti di materiale illustrativo, rilasciando lentamente dettagli intorno al brano  e sforziamoci di essere creativi nel modo in cui generiamo entusiasmo nel destinatario della nostra comunicazione. E’ importante coinvolgere il pubblico ma lo è ancor di più  coinvolgerlo in quello che stiamo facendo. Questo può creare un passaparola virale. Rivolgiamo domande creative al pubblico circa l’uscita nel nostro brano, ad esempio se preferiscano un remix rispetto da un’altra versione del nostro package. Coinvolgiamo le persone nella conversazione. Agendo in questo modo, quando finalmente avverrà il rilascio, anche persone non particolarmente interessate al nostro genere musicale potrebbero essere in preda alla curiosità e aumenteremo la base potenziale dei nostri seguaci.

La dura Verità

Non importa quanto sia sorprendente la nostra musica. Se realizziamo un brano e lo mettiamo sul mercato senza una adeguata preparazione è quasi certo che fallirà perché nessuno lo sa. Se spendiamo tempo per assicurarci che la nostra musica abbia il maggior numero possibile di canali e strumenti per accedervi, daremo al nostro brano le migliori possibilità di essere visibile.

Suggerimenti per la formattazione del Comunicato Stampa 

La formattazione e la struttura del comunicato stampa sono fondamentali perché rende semplice per i rappresentanti dei media scegliere il nostro articolo per la pubblicazione perché è pronto per essere pubblicato. Ecco i migliori strumenti di formattazione

  • Manteniamo la lunghezza complessiva sotto le due pagine ma 1 pagina sarebbe l’ideale, circa 500 parole
  • In cima al comunicato stampa, includiamo l’espressione convenzionale  FOR IMMEDIATE RELEASE
  • Includiamo all’inizio dell’articolo la nostra posizione (città, stato) e la data, proprio come se fosse un notiziario
  • Utilizziamo la maiuscola per la prima lettera di tutte le parole del titolo ed evitiamo di usare tutte lettere maiuscole rimanendo sotto i 130 caratteri e non più di una frase
  • Forniamo una breve biografia e le informazioni di contatto in sezioni separate dopo l’articolo