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Fasi della Produzione Musicale

Fasi della Produzione Musicale

Per i nuovi arrivati della produzione musicale, conoscere le fasi del processo è essenziale. Approfondiamolo.

La creazione di una canzone o di un brano strumentale solitamente inizia con un’ ispirazione. La produzione musicale può essere definita come il processo di conversione di tale scintilla in un brano musicale a tutti gli effetti e pronto per il mercato discografico. Ogni produttore e creativo avrà la propria visione unica di questo processo, ma esiste un quadro di base che generalmente tutti seguono.

Composizione

Fasi della produzione musicale piano roll
Fasi della Produzione Musicale – Composizione

La fase di composizione è quella in cui il creativo dà vita alle idee musicali. Questo è il momento in cui interviene chi scrive il testo delle canzoni, le melodie, le armonie e le idee ritmiche. Alcuni potrebbero preferire software che consentono di scrivere gli le partiture musicali al computer spartiti, come MuseScore, o addirittura la tradizionale carta., ma, la composizione può avvenire comodamente nella tua DAW.

Puoi sfruttare al massimo gli strumenti MIDI e i controller MIDI/tastiere per mappare i tuoi accordi una volta scelta una tonalità. Puoi anche utilizzare il MIDI per creare rapidamente una traccia strumentale in Ableton Live, Logic Pro, Cubase, o qualsiasi altra DAW, senza alcuna conoscenza o formazione preliminare sulla teoria musicale.

Il processo di composizione può essere descritto come il gettare le basi per la struttura e il contenuto melodico della tua canzone o traccia. Ciò include la scrittura delle progressioni di accordi che desideri in ciascuna sezione, ad es. intro, strofa, pre-ritornello, ritornello, bridge e outro nelle tracce liriche. Alla fine di questa fase, dovresti avere un’idea chiara degli elementi principali della tua traccia.

Questo passaggio non dovrebbe coinvolgere l’aspetto tecnico, consentendo solo modifiche minime. La creazione e la sperimentazione a flusso libero dovrebbero essere l’obiettivo delle prime fasi.

Arrangiamento

Fasi della Produzione Musicale – Arrangiamento

L’arrangiamento, come la composizione, mantiene l’attenzione sulle idee creative piuttosto che sulle pratiche tecniche. Questa fase sviluppa e arricchisce le basi compositive. In genere, l’arrangiamento implica la selezione degli strumenti per una determinata traccia.

Ai produttori potrebbe essere chiesto di realizzare un arrangiamento acustico o orchestrale. In tali casi, vengono selezionati strumenti acustici o orchestrali per completare il contenuto melodico, armonico e ritmico di tali opere.

Una pratica efficace in questa fase è iniziare a costruire strati, come percussioni, armonie e contromelodie utilizzando strumenti segnaposto. Ciò ti impedirà di perdere il flusso sfogliando librerie di suoni e preimpostazioni. Successivamente potrai perfezionare la scelta del suono.

L’arrangiamento implica anche lo sviluppo della struttura centrale della traccia e il tentativo di evitare disordine e più strumenti in competizione per lo stesso spazio. Nella tua DAW, questo potrebbe portarti a includere variazioni ogni 4, 8 o 16 battute e ad evolvere determinati motivi musicali.

Alla fine di questa fase, la maggior parte se non tutte le tue idee melodiche, armoniche e ritmiche dovrebbero essere a posto, pronte per la registrazione e la progettazione del suono.

Registrazione e progettazione del suono

Fasi della Produzione Musicale – Sound Design

Se hai strumenti dal vivo a tua disposizione, ora è il momento di iniziare a registrare. Ciò può includere anche il perfezionamento delle tue performance/registrazioni di strumenti digitali, come percussioni elettroniche e sintetizzatori.

La fase di progettazione del suono implica avvicinarsi il più possibile alla perfetta rappresentazione del suono che hai nella tua testa. Farlo, di solito, comporta alcuni dei seguenti processi:

  • Sostituzione degli strumenti segnaposto con selezioni di suoni migliorate.
  • Modifiche creative, come effettuare tagli vocali o invertire l’audio nella tua DAW
  • Strumenti di modifica della correzione del tempo e dell’intonazione, come l’utilizzo del Time Stretching e del Pitch.
  • Altre modifiche correttive, come la dissolvenza rapida di tutte le regioni audio per rimuovere pop e clic.
  • L’uso dell’automazione nella tua DAW per aggiungere dinamismo a vari parametri e caratteristiche.
  • L’uso di effetti come riverbero, ritardo, distorsione ed EQ.

Alla fine di questa fase, spesso è una buona idea prepararsi per il mixaggio. Ciò potrebbe portarti a eseguire la conversione delle tue clip MIDI in file audio o addirittura a convertire le tue tracce in stem.

Mixing

Fasi della Produzione Musicale – Automazione

L’obiettivo della fase di missaggio è creare un arrangiamento equilibrato in cui ogni componente musicale abbia il proprio spazio nel mix e i suoni siano definiti all’interno di quel mix di elementi musicali. Due degli strumenti principali per raggiungere questo obiettivo sono i fader del volume e i comandi del pan. Vale la pena sottolinearli perché rappresentano gli elementi fondamentali del mixaggio.

I quadranti di panning ti aiutano a determinare l’ampiezza del tuo mix mentre posizioni i suoni a destra e a sinistra nel campo stereo. I fader del volume sono fondamentali per impostare la profondità di ciascun elemento nel tuo mix; le parti ad alto volume vengono spinte in avanti e viceversa.

Allo stesso modo, gli EQ costituiscono uno strumento chiave di mixaggio in quanto possono alterare la profondità degli strumenti aggiungendo/rimuovendo frequenze e risolvendo problemi di mascheramento.

Altri plugin come compressori e riverberi vengono spesso utilizzati nella fase di missaggio per rafforzare ulteriormente suoni diversi e aggiungere un senso di coesione al mix complessivo. Prima di passare alla fase finale, ti consigliamo di risolvere tutti i problemi sonori rimanenti e raggiungere l’equilibrio desiderato tra profondità e larghezza in tutte le tue tracce.

Mastering

La fase di mastering è il passo finale nel viaggio di una traccia o di un album. Una delle sue caratteristiche principali è aumentare il volume di un mix (tramite plugin di limitazione) in modo che raggiunga gli standard commerciali. Tuttavia, ci sono una varietà di strumenti non così ovvi utilizzati durante il mastering per perfezionare ulteriormente un mix.

Ad esempio, gli EQ vengono utilizzati per correggere eventuali squilibri di frequenza e sottili aggiunte di saturazione e ampiezza stereo aumentano la qualità del suono. Allo stesso modo, i compressori vengono spesso utilizzati per aggiungere alcuni tocchi finali di colore e coesione sonora.

Sebbene la maggior parte dei produttori da home studio realizzino il mastering delle proprie tracce in autonomia, gli ingegneri specializzati nel mastering producono i migliori risultati. Al giorno d’oggi esiste anche l’alternativa di utilizzare strumenti di mixaggio e mastering basati sull’intelligenza artificiale, come iZotope Ozone. Al termine della fase di mastering, la tua traccia è pronta per la distribuzione sulle piattaforme che preferisci.

Conclusione

Che tu sia un produttore emergente, un artista o un appassionato di musica, è molto utile conoscere le fasi del processo produttivo di una traccia che preludono la sua pubblicazione. La composizione definisce le basi e i testi di una traccia, mentre l’arrangiamento definisce gli strumenti, sviluppando così un’impalcatura più complessa ed estesa.

La registrazione e il sound design conferiscono i colori e le trame unici dei tuoi elementi musicali in linea con ciò che avevi in mente. Quindi, la miscelazione assicura che tutto sia ben bilanciato e al posto giusto. Infine, il mastering fornisce la mano finale di vernice e porta la tua traccia agli standard commerciali.

[Tutorial] Layered Kick Drum: il metodo della stratificazione

Oggi il nostro Giona Guidi ci spiega come ottenere dei suoni di Kick più corposi ed accattivanti attraverso la tecnica di layering, ossia la cosiddetta stratificazione.

La cassa è una delle componenti più importanti del vostro brano. Per questa ragione, nel mio precedente tutorial incentrato sull’organizzazione e razionalizzazione dello spazio di lavoro del proprio sequencer,  ho sottolineato che la categoria del groove ritmico (che personalmente codifico con il colore bianco) è quella che posiziono nella parte superiore della finestra di arrangiamento, proprio perché è il primo passo che compio nell’affrontare un nuovo progetto. Specialmente quando si parla di musica elettronica è molto importante che il kick drum risulti sempre presente e ben definito all’interno del nostro arrangiamento.  Una delle tecniche funzionali a tale scopo è quella di costruire il suono di kick attraverso la sovrapposizione di 2 o più suoni di cassa differenti, il layering.

Samples Master-Slave

La prima cosa da cui partire è quella che può sembrare più banale ma, credetemi, è tutt’altro che scontata: scegliere campioni di kick di ottima qualità. Come in cucina anche nella produzione di musica vale la regola ” per preparare un buon piatto bisogna usare gli ingredienti giusti”.  Se si scelgono campioni mediocri il risultato non potrà essere sicuramente ciò a cui aspiriamo anzi, c’è una seria possibilità che la stratificazione possa portare a risultati anche peggiori del singolo campione di partenza.

Kick Master

Kick Slave

Nelle librerie di suoni che troviamo in commercio possiamo trovare spesso gruppi di suoni ottenuti con il layering.  Questi campioni sono realizzati stratificando i suoni provenienti da differenti  batterie oppure registrazioni di uno stessa batteria attraverso però microfoni di varie marche e/o posizionati in modo diverso durante la ripresa (take). Sfruttando il medesimo principio possiamo sfruttare queste stesse tecniche per ottenere una cassa con maggiore corpo e timbro, magari sommando un campione di kick dotato di una punta maggiore nell’attacco ad un’altro con più corpo nelle basse frequenze.  A scanso di equivoci, tuttavia, mi preme sottolineare che il concetto di somma dei suoni è subordinato alle medesime regole del mixaggio di un dj. Quando un dj (e molti di voi lo saranno) miscela due brani agisce sull’equalizzazione dei singoli canali per ottenere un passaggio pulito in cui la sovrapposizione delle frequenze non generi distorsioni o l’impasto del suono in pista. Allo stesso modo il layering va di pari passo con opportune tecniche di compressione ed  equalizzazione che hanno lo scopo di non impastare il suono ed ottenere un risultato pulito ed efficace.

Kick Master + Slave (No Sidechain)


 

Compressione Sidechain

Partiremo quindi dal campione “master”, ossia quello che abbiamo scelto per il suo corpo nelle basse frequenze ed inseriremo un compressore con effetto sidechain posto sul campione che invece spicca per la maggiore punta nell’ attacco. La sorgente del sidechain sarà ovviamente il campione master, sul quale andremo ad aggiungere la punta. Grazie ad una adeguata regolazione dei parametri di attacco e rilascio (attack e release) del compressore potremo isolare la parte che ci interessa utilizzare e valorizzare nel secondo campione (punta) eliminando o  anche solo attenuando (in base alle regolazioni effettuate su attacco e rilascio) tutto il resto.

Sidechain Master-Slave

Esistono molteplici plugins in grado di assisterci nella realizzazione di un layered kick, alcuni di essi semplificano moltissimo questa procedura essendo stati creati appositamente per tale scopo. Tuttavia, sono qui per condividere con voi la tecnica di base che ci permette di ottenere l’obiettivo, anche in assenza di specifici plugins.

Kick Master+Slave (Sidechain)


 

Equalizzazione

Quando si interviene sulle equalizzazioni è sempre buona norma non esagerare con il boost, ossia nel pompare le basse frequenze. Tenendo presente che non esistono indicazioni valide universalmente e che tutto può avere una moderata variabilità in funzione del campione utilizzato, un lieve incremento (2/5 db) con una campanatura abbastanza larga (Q) nella zona tra gli 80 e i 120 Hz, dovrebbe valorizzare il campione master. Nel mio caso ho voluto  dare ulteriore incremento tra i 2 e i 5 KHz, per enfatizzare la punta del campione master, sebbene in questa gamma di frequenze sarà protagonista il campione slave. Un ultimo ritocco sempre piuttosto utile è quello di eliminare con un filtro passa basso tutta quella parte di spettro nella quale non c’è contenuto musicale o dove andrà a sedersi il suono del basso, contribuendo così a ripulire il mix finale. Per quanto riguarda il campione slave andremo invece a tagliare col filtro passa basso tutta la gamma sotto i 100 Hz andando così a supportare il compressore sidechain nell’eliminazione di tutto ciò che non ci interessa valorizzare di questo sample. Una curva EQ di tipo  high shelf con guadagno di circa 3/4db, preceduta da una riduzione a campana di circa 2/3 db sui 4Khz mi è servita a valorizzare le alte frequenze della punta che ci interessavano particolarmente in questo strato (layer) del kick slave.

EQ Master-Slave

Per rifinire il tutto sono andato a ridurre di 2 db il volume del campione slave per avere un bilanciamento ottimale sella somma dei miei due layers.

Kick Master + Slave (Sidechain & EQ)


 

Compressione

Quando si parla di kick drum e del relativo layering, la compressione ha un significato più artistico che tecnico visto che,  in linea generale, i campioni di kick drum non necessitano di una riduzione della gamma dinamica, scopo per i quali i compressori sono stati costruiti.  Il compressore servirà, piuttosto, ad alterare il tono, estrarre dettagli del campione o, addirittura, allungarne la coda. Assumono grande importanza quindi i parametri di attacco e di rilascio del compressore. Il controllo di attacco aiuterà a plasmare il tono del suono della cassa; se é troppo lento perderemo il transient del suono, se è troppo veloce non permetteremo al compressore di svolgere la propria funzione. Il controllo di rilascio dovrebbe essere impostato in modo tale che la riduzione del gain possa tornare a zero prima che venga suonato nuovamente.

Potete fare riferimento allo schema che allego per avere un riferimento visivo e pratico di quali frequenze maneggiare per ottenere il risultato voluto.

Bass Freq
Bass Freq

Un ringraziamento a Giona Guidi per il tutorial, a iZotope e Ableton per averci messo a disposizione il software ed i plugins utilizzati in questo tutorial.