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[News] Ableton Live 10.1: Wavetables Personalizzate, nuovi dispositivi e aggiornamenti del flusso di lavoro

Live 10.1 amplia le possibilità di creare e modellare il suono, oltre a migliorare le funzioni chiave per la modifica e la finalizzazione della musica. L’aggiornamento sarà gratuito per tutti i possessori di Live 10 ed è attualmente in versione beta.

Le nuove funzionalità di Live 10.1 includono

Wavetables Utente

I musicisti possono ora estendere le funzionalità della sezione oscillatore di Wavetable importando le proprie wavetables o qualsiasi campione nel dispositivo

Channel EQ

Un EQ flessibile e semplice con curve e intervalli di guadagno adatti a una pluralità di materiale audio. La forma dei filtri si adatta in base a come i controlli sono impostati per fornire sempre risultati musicali

Ritardo

Combina il Delay semplice e il Delay Ping Pong e aggiunge aggiornamenti alle funzionalità. Il comportamento del ping pong, così come i comandi Jump, Fade-In e Pitch da questi dispositivi sono tutti accessibili dal pannello frontale.

Nuove funzionalità di automazione

Gli utenti dispongono ora di una gamma di forme di automazione tra cui scegliere, oltre alla possibilità di estendere e inclinare l’automazione, immettere valori con la tastiera numerica e accedere più facilmente alla modulazione della clip in Session View. Live ora rileva anche i movimenti curvi all’interno dell’automazione e può unire più punti di interruzione in forme C e S

Miglioramenti allo zoom e allo scorrimento

Nella versione 10.1 è possibile passare più rapidamente da una visualizzazione dettagliata a una modifica di grandi dimensioni con scorciatoie da tastiera ottimizzate, zoom a pizzico su computer con touch screen compatibili.

Ulteriori novità di Live 10.1

Congelamento tracce con sidechains: è ora possibile congelare le tracce che contengono il routing sidechain.

Esporta ritorno e effetti principali: possibilità di esportare singole tracce e gruppi con gli effetti di ritorno e master applicati.

Supporto VST3: Live 10.1 ora supporta i plug-in VST3.

[Tutorial] Usare l’Equalizzatore per ottenere mix più puliti

 

Un produttore ha sempre decine di problematiche con cui litigare nel processo di creazione di una traccia. Uno delle più rilevanti in tutte le fasi di sviluppo è la corretta equalizzazione delle singole parti  per ottenere un buon mixaggio del brano. Più di ogni altra cosa, il producer dovrebbe andare costantemente a caccia di frequenze problematiche nel proprio mix.

Diamo un’occhiata ai problemi più comuni: brusche risonanze, rumore sulle basse frequenze e alte frequenze stridule.

Brusche risonanze

Carichiamo un EQ,  impostiamo una curva a campana e una banda stretta, con una guadagno piuttosto accentuato. Mettiamo in play la traccia e iniziamo a scorrere la gamma delle frequenze finché non iniziamo ad avvertire il problema in modo esasperato. Potremmo persino sentire il suono “squillare”.  Questo è il nostro punto debole.
A questo punto allarghiamo moderatamente la Q  e trasformiamo il guadagno esasperato nella precedente fase nel suo inverso, ossia un taglio. Problema risolto.

Un esempio: se abbiamo un suono FX filtrato (come un Riser) che suona bene ma punge attraverso il mix e non si siede in modo ottimale nel contesto,  dovremo semplicemente scorrere il suono nel modo precedentemente descritto e fermarci dove la sensazione pungente diventa veramente rilevante e tagliare la frequenza proprio in quel punto

Rumore nella fascia bassa

Molti suoni nel mix contengono rumore nellai fascia bassa (0-80 hz) assolutamente non necessari. Questo è particolarmente vero con batteria, voce, pad e suoni di effetti e qualsiasi registrazione dal vivo. Praticamente qualsiasi suono può cadere preda di questo problema Potrebbe non sembrare un grosso problema su una singola traccia ma quando aggiungiamo tracce nel mix ciascuna di esse contribuisce a creare ronzio e rimbombo.

Utilizziamo un EQ / filtro low cut per rimuovere le basse frequenze non necessarie. Come risultato verrà liberata energia per il basso e la parte bassa della tua batteria. Il nostro mix suonerà più definito, più forte e il basso verrà fuori molto meglio.

Alte frequenze stridule

La fascia alta ha lo stesso problema di quella bassa: le frequenze alte si sommano molto facilmente creando un mix poco pulito. Molti suoni di synth, ad esempio, sono inutilmente brillanti. Possiamo utilizzare uno Shelf EQ o un High Cut. Se il problema è circoscritto ad un’area specifica nella fascia alta possiamo usare la medesima tecnica descritta in precedenza per le brusche risonanze. Ovviamente ci sono suoni che devono essere brillanti ed emergere nel mix ma ricordiamoci sempre che non possiamo tenere tutto in risalto, bisogna fare delle scelte sacrificando alcuni suoni a favore di altri. Ridurre le alte frequenze allontana il suono trattato dall’ascoltatore, facendolo sedere meglio nel mix.

Molto importante: ogni volta che trattiamo un suono con l’EQ, dobbiamo ascoltare le modifiche che apportiamo nel contesto dell’intero mix. Possiamo senz’altro mettere in solo una traccia quando eseguiamo queste operazioni ma per prendere una decisione bisogna sempre guardare la fotografia nel suo insieme. L’ analizzatore di spettro è indubbiamente un ottimo alleato a patto di non fare affidamento sulla sola grafica. Usiamolo come strumento per confermare ciò che sentono le nostre orecchie.

[Tutorial] Equalizzare i layers della cassa (Kick Drum)

Come naturale estensione del nostro precedente tutorial relativo alla stratificazione dei campioni di kick drum al fine di ottenere un nuovo suono che esprima il meglio di tutti i samples utilizzati, oggi andiamo a valutare con maggiore dettaglio come si deve intervenire a livello di equalizzazione per fare in modo che la stratificazione risulti efficace.

Ad ogni strato (layer)/campione deve essere dato il proprio spazio nello spettro di frequenza senza che tra essi vi siano interferenze. Se le frequenze di un certo layer si sovrappongono a quelle di un altro campione, il suono diventerà impastato e incontrollabile dinamicamente. Per raggiungere un risultato ottimale dovremo tagliare le frequenze nei punti in cui si sovrappongono i vari layers attraverso l’utilizzo di  un equalizzatore.

overlapping-frequenciesGli strati / campioni che scegliamo dovranno corrispondere alle seguenti parti della grancassa

  • Il click si colloca sopra di 1 kHz e corrisponde alla fascia alta dello spettro
  • La spinta (il corpo per intenderci)  si trova tra 100 Hz e 1 kHz e corrisponde alla regione dei medi
  • La coda siede sotto 100Hz (regione sub) e corrisponde alla fascia bassa

Dovremo applicare un equalizzatore su ciascuno degli strati e tagliare le frequenze delle regioni in cui il layer su cui stiamo operando non vogliamo risulti presente. Ciò significa che per la parte responsabile del click  si dovrebbe tagliare il volume (in termini di decibel) all’ intera regione sotto 1 kHz.  Per il corpo taglieremo tutto quello che sta sopra 1 kHz e sotto i 100 Hz mentre per la coda, tutto taglieremo sopra  i 100 Hz.
QuestI valori sono ovviamente approssimativi e variano a seconda del tipo di kick drum che desideriamo creare, ma anche in base al genere musicale e al gusto personale. L’obiettivo è quello di fare in modo che le frequenze delle varie parti non si sovrappongono tra loro.

Lo strato relativo alla fascia più bassa delle frequenze (Low End)  è ciò che conferisce il corpo fondamentale della nostra cassa. Esso si colloca sotto i 100 Hz nello spettro di frequenze, conosciuta anche come la regione sub. La regione sub è anche dove trova spazio la linea di basso. Dal momento che diversi suoni che abitano la stessa gamma di frequenze danno inesorabilmente luogo a problemi  nel mondo della produzione musicale, diventa fondamentale creare spazio anche per il basso nella regione sub. Questo di solito si traduce in una lotta tra la cassa e il basso su chi dei due si accaparra uno specifico spazio in ogni singolo istante della nostra traccia. Prima di procedere ad interventi più complessi e mirati la prima cosa da fare sarà tagliare nel layer di kick relativo alla fascia bassa tutto ciò che siede sotto i 30 Hz. Questo ci consente di pulire la fascia bassa e riservare spazio per il basso.

Nel prossimo tutorial andremo ad approfondire proprio le tecniche da adottare per far convivere la linea di basso con il nostro kick drum.