[Interview] MICS: Giona Guidi intervista Bob Sinclar

In occasione del MICS di Montecarlo tenutosi lo scorso novembre, il nostro Giona Guidi ha ottenuto un’intervista personale con il famosissimo dj e producer Bob Sinclar. Eccone la trascrizione:

 

Giona: Per la maggior parte degli operatori del mondo della notte il MICS è un’ opportunità per comprendere cosa stia accadendo in questo mercato e la direzione che sta prendendo. Per questo ci piacerebbe chiederti alcune opinioni in qualità di trend setter di alto profilo. Qual’è la tua visione sul mercato e sul clubbing in Europa e in Italia? Trovi che ci siano differenze significative?

Bob: Per me personalmente  l’Italia è un mercato molto importante, soprattutto dal punto di vista discografico. Le mie produzioni vengono particolarmente apprezzate nel vostro paese. In questo aspetto trovo anche la differenza tra il clubbing europeo e quello italiano, perchè il pubblico italiano è decisamente più incline a sonorità melodiche, tipiche dei miei dischi e forse meno ricettivo verso i generi elettronici che imperversano in altri paesi dell’Europa. Il popolo italiano, inoltre, è particolarmente sensibile alla componente “immagine” e questo condiziona anche i gusti musicali o le tedenze del clubbing.

In verità credo che i miei dischi abbiano successo perchè ho lineamenti molto “italiani”… sarà il naso!

Giona: Cosa ne pensi dell’avvento del digital djing? Prescindendo il fatto che esso rappresenti una naturale ed inevitabile evoluzione del nostro mestiere, credi che finisca col privare di significato la professione del dj?

Bob: Io credo che siamo di fronte alla medesima diatriba emersa con l’avvento del compact disc rispetto al tradizionale vinile. Quando iniziai ad usare il cd molti amici e colleghi mi accusavano di non essere più un autentico dj perchè avevo rinunciato a lavorare nel modo in cui tutti hanno sempre concepito questo lavoro. L’evoluzione è inevitabile… credo che bisognerebbe focalizzare la propria attenzione sul fatto che il dj ha il compito di far ballare la gente, farla divertire ed è assolutamente irrilevante che ci riesca con un vinile, un cd o un computer. Personalmente non utilizzo il computer per un semplice motivo: mi distrae dal rapporto col pubblico. Non puoi dare te stesso al pubblico se sei concentrato a guardare il display del tuo portatile e questo diminuisce l’empatia con la pista.

Giona: Ritieni che si stia attraversando una crisi nella cultura musicale? In altre parole, ti sembra che il pubblico sia ancora interessato a  comprendere le tendenze musicali della house music, oppure queste persone riescono ad entusiasmarsi soltanto quando certa musica viene suonata ed ascoltata in contesti speciali come Ibiza?

Bob: Credo che le persone vogliano solo pensare a divertirsi. La musica in discoteca, per loro, non ha nulla a che fare con l’aspetto intellettuale. Loro non si preoccupano che il dj stia suonando con un cd, un vinile o una chitarra, vogliono solo emozionarsi e divertirsi.

Giona: Molti giovani stanno cercando di emergere come dj e produttori. Cosa suggeriresti a questi ragazzi affinché possano percorrere i giusti passi?

Bob: Mi sento di dare un unico consiglio… essere originali. Non devono cercare di copiare la Swedish o lo stile francese, ma trovare una loro personalissima espressione. Sicuramente è una strada più difficile, ma è l’unico modo per emergere realmente e non essere offuscati da chi ha già fatto scuola e trend.

Giona: Entrare in contatto con grandi produttori come te è senza dubbio un’ottima opportunità . Sei aperto ad ascoltare i promo ed i demo dei produttori meno noti? Hai dei canali ufficiali attraverso i quali un produttore possa sottoporre alla tua attenzione il proprio lavoro?

Bob: Assolutamente si, io ascolto tutto quello che mi viene inviato. Ovviamente ho uno staff di persone che fanno una prima scrematura basata sulle mie indicazioni. Tutto ciò che supera questa prima selezione puoi star certo che arriva alle mie orecchie. Chiunque voglia sottoporre il proprio lavoro può andare sul mio sito ufficiale e accedere all’area contatti da cui è possibile inviare il demo/promo.

Giona: I bookers/managers sono figure essenziali per dj del tuo calibro, ma possono essere efficaci e strategici anche per professionisti meno affermati. Sfortunatamente molti proprietari di clubs e direttori artistici non hanno una gran considerazione di questi intermediari e preferiscono gestire un rapporto diretto con l’artista. Ritieni che questi disc jockeys dovrebbero comunque avvalersi di un booking agent oppure dovrebbero vendersi da soli?

Bob: Io sono convinto che, pur con tutte le difficoltà del caso, dovrebbero insistere nel farsi rappresentare da un agente. Non è solo una questione di immagine, ma di suddivisione dei ruoli e dei compiti. Un dj deve pensare alla musica, crearla, editarla, ricercarla… se deve anche vendersi ruba spazio a quello che è il suo vero mestiere. Senza poi tralasciare che anche vendere è un’arte che richiede specifiche attitudini e dovrebbe essere lasciata a chi è realmente capace di farlo al meglio.

Giona: Parlando del rapporto tra l’artista e il suo booker/manager, come vengono influenzate le commissioni e la disponibilità di un dj del tuo calibro dalle relazioni e amicizie personali? Ti trovi a litigare con la tua booker in situazioni come queste, oppure trovate sempre un equilibrio?

Bob: In verità sono sempre io che ho l’ultima parola e la mia booker capisce che, a volte, è necessario fare delle scelte meno remunerative per valorizzare rapporti di amicizia e lavoro. Ancora oggi mi rendo disponibile, in certi contesti, a suonare gratuitamente. Ad esempio in Italia ho partecipato ad un’iniziativa del mio amico Albertino a titolo di pura amicizia.

Giona: Stai lavorando ad un nuovo album?

Bob: Si, è ancora un work in progress ma prevedo la sua uscita per il mese di Aprile o Maggio 2011.

Giona: Grazie Bob, buon lavoro

Bob: Grazie a te, ciao Italia!

MICS di Montecarlo [Seconda Parte]

Proseguiamo la nostra breve disamina sullo svolgimento del Montecarlo International Clubbing Show concentrandoci sui contenuti della seconda giornata. L’approssimarsi del fine settimana ha sicuramente attratto un maggior numero di visitatori, alcuni del settore, molti altri curiosi o semplici clubbers. Monaco si è animata e il MICS con essa.

In questo secondo appuntamento abbiamo avuto modo di presenziare a due conferenze che avevano ad oggetto rispettivamente il rapporto agenzie di booking/clubs e le nuove tecnologie nella professione del disc jockey. Nella prima delle due ci è stato possibile assistere al confronto di approcci sostanzialmente differenti: dal club medio come Le Palais di Cannes fino al Amnesia di Ibiza.

Realtà importanti come Amnesia, importanti sia per prestigio internazionale che per dimensioni e capienza hanno sottolineato la totale assenza di relazioni con agenzie di booking e la gestione interna del rapporto con gli artisti. A supporto di questa linea non c’è  soltanto una deliberata scelta, ma anche e soprattutto una condizione oggettiva. Un locale da 4000 persone non può permettersi scelte artistiche sperimentali ed è quasi costretto ad offrire ai propri ospiti nomi di grandissimo spicco e richiamo, in modo da garantire un’adeguata affluenza. Lasciare alla concorrenza i nomi eccellenti e giocare la carta di un disc jockey con un posizionamento di mercato inferiore si tramuterebbe in una serata quasi certamente in perdita. Da questa circostanza deriva la possibilità di offrire alle star dj un numero cospicuo di ingaggi e l’inevitabile canale privilegiato nei contatti e nella trattativa.

In una posizione differente si trovano invece i locali come il Palais che pur seguendo scelte artistiche di livello elevato tendono ad avvalersi anche di agenzie di booking che consentano di esplorare il mercato in cerca di talenti emergenti e spettacoli originali, sebbene meno commerciali. Questo anche perchè sarebbe impensabile offrire ogni sera dj sets da 50 mila euro ad un sala dalla capienza media.

Facendo la media dei differenti approcci ci sembra di poter tirare le somme in questa direzione, peraltro condivisa dai relatori della conferenza: il drastico spostamento in alto dei compensi di alcuni artisti ha reso inaccessibili certi prodotti ai locali medio-piccoli. Il club cerca di puntare, oggi più che in passato, sul richiamo del “nome” e in virtù di questa scelta giustifica o meno l’investimento economico. Sebbene lo si ammetta con rammarico tali dinamiche di mercato sembrano inevitabili e proiettano uno scenario in cui il dj medio difficilmente troverà opportunità su questi palcoscenici, per quanto bravo, competente, originale. L’unico modo sembra essere quello di sfruttare lo strumento delle produzioni discografiche che valorizzano (se di buona qualità e risonanza) il nome dell’artista. Purtroppo non possiamo esimerci dal porre una domanda provocatoria: buon produttore è un inequivocabile sinonimo di buon disc jockey? Come evidenziato dal titolare di una delle agenzie di booking intervenute, quello che si cerca di proporre ai clubs è un disck jockey capace di animare una pista da ballo e tale capacità non va necessariamente a braccetto con quella di produttore discografico.

Passando alla seconda conferenza è stata affrontata la questione dell’ingresso delle tecnologie nella professione del dj. Non vi è dubbio che anche in questo caso si stia assistendo ad un fenomeno inevitabile, ma si è provato a comprenderne i limiti. Non staremo qui  ad alimentare l’interminabile diatriba tra vecchia scuola e nuova scuola del disck jockey, non vi è dubbio che il digital djing abbia aperto nuovi scenari ed abbia reso accessibile questo mestiere anche ai novizi delle nuove generazioni. Bassi costi di ingresso e tecnologie in grado di compensare il divario di esperienza tecnica rispetto ai veterani (vedi Sync) consentono a chiunque di intraprendere questo mestiere. In altre parole stiamo assistendo alla socializzazione del djing. Questo non è necessariamente un male, soprattutto se si considera che oggi si hanno a disposizione mezzi in grado di arricchire drasticamente i contenuti artistici di un dj set. Loops, campionatori, effetti, multi-decks rendono possibile virtuosismi musicali e originalità impensabili con un tradizionale giradischi.

Indiscutibile poi il vantaggio e la comodità di poter portare con sè 30 anni di musica in un paio di kg di peso. Quello su cui quasi tutti i relatori hanno convenuto è “l’effetto distrazione” che la tecnologia esercita sul disc jockey, il quale spende talmente tanto tempo a controllare il monitor e i comandi dei propri controllers da  perdere di vista il rapporto con il pubblico e la pista. Come detto dallo stesso Bob Sinclar, da noi intervistato (a breve pubblicheremo il relativo video), la gente in pista percepisce quando il dj non entra in empatia con la pista che ha di fronte. Mille controlli, centinaia di nomi di tracce, la ricerca di quella che si sposa alla perfezione per garantire un mixaggio da applauso possono spostare l’attenzione da quella che è la mission originale di un dj, ossia animare la serata e far ballare la gente. Con la globalizzazione della musica che consente a tutti di accedere alla medesime produzioni e la tecnologia che appiana le differenze tecniche, fare il dj è, oggi più che mai , una questione di esperienza e capacità di analizzare psicologicamente il pubblico che si ha di fronte, una riflessione che ci sentiamo di raccomandare a tutti i direttori artistici, pr e proprietari di locali.

MICS di Montecarlo [Prima Parte]

Il nostro Giona Guidi, reduce dalla convention internazionale sul clubbing tenutasi a Montecarlo, ci racconta lo svolgimento ed i contenuti di questa edizione del MICS targata 2010.

il MICS è un nuovo appuntamento internazionale per i professionisti del mondo della notte e degli eventi. Su oltre 12.000 m² di esposizione, sono rappresentati i 6 universi dell’industria rivolta ai locali notturni: le bevande, la luce, il suono, il design e le attrezzature.

10.000 professionisti degli eventi notturni, oltre 100 marchi e 200 tra proprietari e direttori di club, sono venuti per presentare o scoprire i nuovi prodotti e le tendenze del mercato dei locali d’intrattenimento. La notte, una ricca programmazione nei locali più in del Principato ha animato un Festival unico di DJs: Bob Sinclar, Boys Noize, Joachim Garaud e addirittura Avicii erano presenti alla festa.

 

La cornice del Principato di Monaco, in una meravigliosa giornata di sole, è sicuramente un buon inizio per un evento alla sua primissima alba. Il Grimaldi forum è una location indubbiamente suggestiva, nella sua struttura architettonica in metallo e vetro che affaccia direttamente sul mare. Non possiamo esimerci dall’esprimere qualche considerazione proprio sull’organizzazione di questa conference, nella prospettiva di vedere gli indispensabili miglioramenti, necessari ad una manifestazione acerba.

La prime cose che ci sono saltate all’occhio sono una certa disorganizzazione e la scarsa partecipazione delle aziende di settore. Ci saremmo aspettati una maggiore presenza dei grandi nomi del settore tecnologico , delle etichette discografiche o degli store di musica digitale. Per contro il primo piano dell’area espositiva era ampiamente coperto da brand del settore beverage. Avendo occasione di confrontarci con la responsabile dell PR di questa manifestazione ci è stata assicurato che per l’edizione 2011 sono già previsti ampliamenti, sia in termini di superfici e spazi, sia in termini di tematiche e settori coinvolti. Si parla di un’area interamente dedicata alle case discografiche, agenzie di booking, agenzie di comunicazione ed eventi, DJ, artisti  e promotori.

Il meglio di se questo MICS lo ha dato a livello di conferenze tematiche. Nella giornata di giovedi abbiamo personalmente assistito alla conference sul rapporto tra locali e strumenti di comunicazione e marketing. Tra gli ospiti figuravano il direttore dello storico Jimmy’z di Montecarlo, il caporedattore della maggiore pubblicazione stampata francese sull’intrattenimento notturno, il responsabile digital media di una società che si occupa di comunicazione per clienti come David Guetta e il famoso Queen di Parigi.

Nelle intenzioni degli organizzatori il confronto avrebbe dovuto avere ad oggetto un’analisi sulla “vecchia scuola” della comunicazione, ossia flyers, promozione verbale e  passa parola e la nuova era di internet e dei social network. Come era facile attendersi si è finiti per incentrare l’intera conference su Facebook e sulla sua reale valenza come strumento di marketing e comunicazione del circuito clubbing. Data la natura e ruolo degli ospiti l’approccio al mercato e la visione futura hanno subito declinazioni differenti. Per il Queen di Parigi la comunicazione tramite Facebook rappresenta, in termini di risultati, un 60% della clientela che confluisce realmente nel club. Per il Jimmy’z Facebook rappresenta una percentuale decisamente irrilevante rispetto ai canali tradizionali di comunicazione. Ad ogni modo il minimo comune denominatore sembra essere la consapevolezza che il social network offra un marketing a basso (se non nullo) costo dai risultati difficilmente determinabili e fondamentalmente falsati. Il limite maggiore sembra essere la fidelizzazione della clientela oltre al non offrire, nella maggior parte dei casi, un marketing tagliato su misura. Per cercare di  ovviare a questo il Queen ha scelto di creare 5 pagine differenti, una per ciascuna delle serate tematiche offerte al pubblico. In questo modo la comunicazione viene confezionata in modo specifico e rivolta selettivamente alla clientela interessata. Il vantaggio è quello di limitare i fenomeni di spam che indurrebbero il pubblico di una determinata serata a snobbare la comunicazione del club solo perché bersagliati in modo indiscriminato da inviti ad eventi cui non sono assolutamente interessati. Il Jimmy’z, al contrario, è rimasto su un approccio “old school” arrivando, per gli eventi più rilevanti, a spedire inviti cartacei che richiedono una conferma. Il concetto Jimmy’z è: se il cliente si prende la briga di rispedire indietro la conferma applicando un francobollo e imbucando l’invito, sarà pressoché certa la sua presenza alla serata pubblicizzata.

Ciò che emerso da questa conference è che Facebook, nella visione di tutti,  perderà progressivamente la sua importanza. Resta da capire se lascerà il posto ad un suo surrogato o si tornerà a puntare su approcci tradizionali, basati sul ruolo delle persone e sul rapporto umano. A nostro modesto avviso la sensazione è che, in questo momento di grande confusione e ristagno, tutti gli operatori stiano pensando ad un ritorno alle origini e a ripartire da quelle dinamiche che hanno costruito la cultura ed il successo del clubbing negli anni d’oro. Il clubbing è un movimento culturale che  ha ad oggetto l’intrattenimento e, come motore, la musica ed i servizi. Sarebbe opportuno tornare a vedere questo lavoro come passione e non solo come business.

[News] MICS: Convention Internazionale dell’Intrattenimento Notturno

Nei giorni 11, 12 e 13 novembre 2010, presso il prestigioso Grimaldi Forum, il Principato di Monaco ospiterà la prima convention internazionale dedicata all’industria dell’intrattenimento notturno.
A partire dalle 14 e fino alle 22 in una piattaforma espositiva di 12.000 mq il MICS ospiterà attività, conferenze e opportunità di networking e contatti per tutti i settori interessati alla nightlife, dai locali ai dj dagli architetti ai distributori di apparecchiature audio/video/illuminazione e molto altro ancora.
La “Premium Club” area, collocata nel cuore dell’area espositiva, garantirà ai partecipanti l’accesso ai 100 più blasonati della nightlife. Per 3 notti consecutive il MICS sarà anche teatro di serate-evento che riuniranno i brand mondiali dell’intrattenimento notturno e i talenti emergenti della musica elettronica. A partire dalle 18 del 11 Novembre 2010 il Principato di Monaco  diventerà la capitale del clubbing ed i più famosi clubs di tutto il mondo si daranno appuntamento per far ballare il ritmo della propria nazione: Russia, Dubai, Stati Uniti, Ibiza metteranno in scena una incredibile line up musicale composta da resident e guest star internazionali del calibro di Bob Sinclar, Dennis Ferrer, Avicii, Joaquin Garraud, Yolanda Be Cool, Tocadisco e molti altri.
dj-mag.it sarà ovviamente presente grazie al nostro Giona Guidi per poter documentare lo svolgimento della convention e riportare a tutti i lettori i contenuti di questo grande evento.
Il costo dell’ingresso per la singola giornata è di 30 euro ma esistono pacchetti convenzionati per i 3 giorni ed hotel a prezzi sufficientemente abbordabili. L’ingresso alle serate varia dai 30 ai 40 euro.

[News] Traktor in promozione: 50% di sconto

Essendo dj-mag.it un’iniziativa non speculativa e volendo, per tale ragione, limitare qualsiasi coinvolgimento in attività promozionali che possano lasciare spazio a dubbi circa la totale imparzialità, normalmente ponderiamo rigidamente la scelta di pubblicare news che mettano in vetrina le strategie commerciali dei nostri partners. In questo caso però l’affare è talmente conveniente per non essere portato alla vostra attenzione. La cosa che lo rende ancor più interessante è che la promozione è disponibile presso tutti i rivenditori ufficiali e non solo dallo shop online di Native Instruments. Andando al sodo… Traktor Pro, Scratch Pro, Duo e Scratch Duo sono disponibili da oggi e fino al 31 Dicembre 2010 con uno sconto del 50%.

TRAKTOR DUO: $59/49 €/£40
TRAKTOR PRO: $115/99 €/£85
TRAKTOR SCRATCH DUO: $199/179 €/£149
TRAKTOR SCRATCH PRO: $335/299 €/£259

Una precisazione… la data del 31 Dicembre è condizionata dal “salvo esaurimento scorte”, quindi affrettatevi.

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